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Alla scoperta di Varallo Sesia, città d’arte, di cultura e di poesia

Varallo Sesia (Vc). Varallo è una ridente cittadina che si estende sulle rive della Sesia, in provincia di Vercelli, a 450 metri sul livello del mare. Colpisce subito il turista o il pellegrino per la sua elegante e sobria bellezza: il fascino discreto delle sue contrade, ordinate e pavimentate in pietra di fiume, silenziose e ovattate, la può fare sembrare ad una cittadina svizzera, immersa nel verde dei Grigioni. E invece no: Varallo è una perla italiana, piemontesissima, ai piedi delle Alpi Pennine.

Attraverso ampie contrade e boulevards, risalenti al periodo della Belle Époque, chi giunge dal fondo valle, entra gradualmente nel centro storico, vivace e raccolto al tempo stesso; procedendo ulteriormente verso monte, ci si inoltra poi nei suggestivi quartieri di epoca medievale, in cui si respira un’atmosfera di pace, cullata dal gorgoglio delle acque limpide e fluenti della Sesia. La sponda sinistra del fiume è sovrastata dal Sacro Monte, che occhieggia sul centro abitato e sembra ricoprirlo di una quasi palpabile protezione celeste.

Varallo vanta una superba Pinatocoteca, che è la seconda del Piemonte per la qualità e il numero di pregevoli dipinti che in essa sono conservati: ospita 3.300 capolavori d’arte divise in collezioni che spaziano dal XV al XX secolo. Un intero salone è dedicato ai due più grandi artisti locali: Gaudenzio Ferrari e Antonio d’Enrico, detto Tanzio da Varallo (Alagna, Valsesia, 1582 circa | 1633 circa). Dal 2004 la Pinacoteca ospita anche una sezione dedicata alle maioliche, una delle più grandi e complete collezioni di questo genere in Italia.

Come si è già ricordato, il Sacro Monte domina dall’alto la città di Varallo; è il più antico e il più vasto tra i Sacri Monti dell’arco alpino piemontese e lombardo: uno scrigno di capolavori dell’arte figurativa Secentesca e un luogo di meditazione, pellegrinaggio e preghiera. Si compone di un borgo, la Nuova Gerusalemme, che con il suo dedalo di viuzze e piazze, vuole ricordare la vera Gerusalemme d’Israele. Sulla sommità del Monte, in luogo del tempio, si erge la basilica, dedicata a Santa Maria delle Grazie, che costituisce la stazione finale di un pellegrinaggio che si snoda lungo un percorso di 44 cappelle o stanze, affrescate e popolate da circa 800 statue lignee o in terracotta policroma o legno, a grandezza naturale, scolpite in momenti diversi, da decine di valenti artisti piemontesi (come gli stessi Gaudenzio Ferrari e Antonio d’Enrico), lombardi e di altre regioni, tra il tardo Cinquecento e il primo Settecento.

Insieme agli altri otto Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, dal 4 luglio 2003 il Sacro Monte di Varallo (che è incluso in una Riserva Naturale Speciale della Regione Piemonte) è Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Dal 2012 l’Ente di Gestione dei Sacri Monti tutela, gestisce e promuove il ricco patrimonio artistico e religioso in essi conservati.

Ma Varallo, città d’Arte a tutto tondo, città di pittori e di scultori, è anche città di Poesia. Varallo ha dato i natali a molti uomini di lettere e valenti poeti, anche in Lingua dialettale. Non è un caso se ogni anno vi si tiene il prestigioso Premio Letterario Internazionale “Città di Varallo” di Poesie, Racconti e altre opere letterarie, edite e inedite. Da sempre sono previste sezioni in Lingua dialettale, per dare spazio e promuovere anche le variegate voci delle Lingue regionali, dei dialetti e delle Lingue minoritarie, espressione di valori e radici lontane e di una cultura del Territorio che deve essere difesa e mantenuta.

E pure non è casuale che sulla facciata del porticato del Palazzo Comunale di Varallo siano murate due robuste mensole su cui poggiano i busti di due illustri poeti varallesi, che con la loro prestigiosa produzione letteraria (in Lingua italiana e nel dialetto piemontese locale) hanno dato lustro alla città, contribuendo a farla conoscere nell’Italia intera come una piccola-grande capitale della Cultura: rispondono ai nomi di Gian Giacomo Massarotti e Cesare Frigiolini.

Massarotti (Varallo Sesia 1830 | 1890) è stato, insegnante, giornalista, segretario comunale di Rassa e di Varallo. Fondò i giornali “La Ribebba” e “Il Valsesia”. Fu un brillante e fecondo poeta, autore di liriche in italiano e nel dialetto locale, e paroliere di canzoni, tra cui una versione della Giobbiaccia, un brano musicale celebrativo del Carnevale di Varallo che si festeggia tradizionalmente ogni anno il Giovedì grasso.

L’altro busto è dedicato a Cesare Frigiolini (1834 | 1892), esponente di spicco della poesia dialettale valsesiana. Fu capitano dei bersaglieri: il busto celebrativo lo ritrae in divisa militare, con tanto di medaglie. Tra le sue opere, ricordiamo “Poesie edite ed inedite”, Tip. Camaschelle e Zanfa, 1895, e “Poesie dialettali”, edito dalla Società Valsesiana di Cultura, 1959.

Davvero una pleiade di motivi per visitare la perla della Val Sesia e il suo impareggiabile patrimonio culturale, letterario, paesaggistico e naturale.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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