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Arriva nelle librerie e online “Osterie d’Italia 2024”: sono 147 i locali piemontesi selezionati

Sono 147 i locali piemontesi (con 18 novità e 26 Chiocciole) che quest’anno sono stati inseriti nella guida Osterie d’Italia 2024: osti e ostesse sono il vero presidio del patrimonio gastronomico del nostro Paese, curata da Francesca Mastrovito ed Eugenio Signoroni. Il volume, alla sua edizione numero 34, sarà in libreria dal 25 ottobre. Complessivamente sono stati recensiti 1752 locali segnalati per la cucina territoriale, la selezione degli ingredienti e l’accoglienza genuina Il sostanziale incremento di novità e nuove chiocciole, ovvero locali eccellenti, conferma l’ottimo stato di salute di questo segmento della ristorazione e dell’identità dell’osteria, scelto da sempre più giovani cuochi e ristoratori per le loro nuove aperture. Oltre ai simboli e i riconoscimenti canonicamente assegnati alle osterie, di modo da offrire al lettore uno strumento per una conoscenza approfondita dell’offerta, per la prima volta i riconoscimenti storici della Chiocciole (311) e della Bottiglia (488) e il più recente Bere Bene (151 a riconoscere una selezione complessiva di bevande alcoliche e non, come birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi scelti con attenzione e personalità) sono stati assegnati anche ai locali segnalati negli inserti, ovvero quei locali la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili esclusivamente nella regione di appartenenza. 

Piemonte: la panoramica 2024

Sintetizzare le tendenze del panorama gastronomico di una regione grande e varia come il Piemonte è impresa ardua, ma questa edizione conferma una notevole dinamicità, con diverse realtà che entrano in guida per la prima volta. Il dato interessante è che le novità spesso non sono nuove aperture ma locali aperti da tempo, che raccolgono oggi i frutti di un lavoro talvolta decennale di affinamento della proposta, di centratura della ricerca e di approfondimento nell’interpretazione del territorio sul quale insistono. Il risultato è una regione in cui le osterie, anche quando parlano il linguaggio della contemporaneità o addirittura dell’avanguardia, sono estremamente fedeli all’identità di un’area spesso ristretta ma orgogliosamente definita dal punto di vista gastronomico. E se questo vale da tempo per le zone più note e frequentate come Langhe, Roero, Monferrato, le valli cuneesi a vocazione turistica e Torino, la tendenza sembra chiara anche in territori come il Novarese o il Biellese, storicamente meno iconici ma capaci negli ultimi anni di mostrare grandissima vitalità gastronomica.

La Cantina dei Cacciatori di Monteu Roero vanta una Chiocciola

Questo l’elenco delle Chiocciole assegnate in Piemonte: Osteria dell’Arco – Alba (Cn); ‘L Bunet – Bergolo (Cn); Battaglino – Bra (Cn); Boccondivino – Bra (Cn); Fuorimano – Busca (Cn); Reis Cibo Libero di Montagna – Busca (Cn); Il Moro – Capriata d’Orba (Al); Cacciatori – Cartosio (Al); Madonna della Neve – Cessole (At); La Torre – Cherasco (Cn); Locanda dell’Arco – Cissone (Cn); La Speranza – Farigliano (Cn); Locanda Fontanazza – La Morra (Cn); Lou Pitavin – Marmora (Cn); Repubblica di Perno – Monforte d’Alba (Cn); Belvedere Roero – Monteu Roero (Cn) nuova chiocciola; Cantina dei Cacciatori – Monteu Roero (Cn); Corona di Ferro – Saluzzo (Cn); Osteria della Pace – Sambuco (Cn); Del Belbo da Bardon – San Marzano Oliveto (At); La Coccinella – Serravalle Langhe (Cn); Impero – Sizzano (No); Antiche Sere – Torino; Consorzio – Torino; Osteria dell’Unione – Treiso (Cn); Locanda del Falco – Valdieri (Cn)

A cura di Francesca Mastrovito ed Eugenio Signoroni, Osterie d’Italia 2024, Slow Food Editore, pagine 940, euro 24.

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