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Nati il 7 febbraio: lo statistico torinese Silvio Golzio, tra i fautori della “scala mobile”

Silvio Golzio nasce a Torino il 7 febbraio 1909. Dopo la maturità ottenuta a Torino presso l’Istituto Sociale, conseguì due Lauree, entrambe con Lode, nel 1930 in Giurisprudenza e poi in Scienze politiche all’Università degli Studi di Torino, la seconda delle quali con relatore Luigi Einaudi. Negli Anni Trenta inizia la carriera accademica, mai più interrotta nonostante i diversi incarichi, insegnando Statistica Economica all’Università di Firenze e poi nuovamente a Torino alla Facoltà di Economia.

Durante la guerra è tra gli internati militari italiani nella Germania nazista nel periodo 1943-1945. Di orientamento cattolico, Golzio è membro attivo dei gruppi FUCI e dell’Azione Cattolica: in quest’ultima nel Dopoguerra ricopre diverse cariche sociali. Dal 1947 al 1959 è a capo del centro studi del Comitato Interministeriale per la Ricostruzione (CIR). Dal 1945, nel contesto della ricostruzione postbellica caratterizzata da forte inflazione osserva l’erosione del potere d’acquisto dei bassi redditi rispetto al resto della popolazione e studia le modalità per introdurre la cosiddetta “scala mobile” (sia sull’indennizzo di contingenza che sui salari pubblici), di cui è considerato l’inventore.

Nel 1952 entra nel Consiglio di Amministrazione della SIP. Nel 1961 diviene Presidente e Amministratore Delegato della STET, carica che mantiene fino al 1964: in questa veste hae un ruolo decisivo nella pianificazione dell’ammodernamento della rete telefonica nazionale (fino a quel momento la rete era divisa in cinque diverse aziende territoriali, sin dal 1925, il cosiddetto “spezzatino telefonico”), che necessitava un urgente rilancio industriale e di ricerca tecnologica, e nella contestuale creazione dell’importante centro di ricerca CSELT. L’anno successivo Golzio diviene Direttore Generale dell’IRI, per il quadriennio 1964-1968.

Nel 1968 è nominato Presidente del Credito Italiano, carica che mantiene per un decennio. In seguito, sarà presidente dell’Associazione bancaria italiana nel quadriennio 1979-1983. Muore a Torino nel 1994.

(fonte: Wikipedia)

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