Luoghi da scoprireΩ Primo Piano

A spasso nella storia: il castello e la chiesa di San Secondo a Cortazzone

CORTAZZONE. In cima a una collina, dominata dal castello e dalla chiesa parrocchiale, sorge in amena posizione l’abitato di Cortazzone, a una ventina di chilometri da Asti. Si tratta di un borgo rurale di antica origine, un vero esempio di paese “diffuso”, con case sparse sul territorio e diverse frazioni molto popolate.

L’origine del castello è da porre in relazione  alla vicina chiesa di San Secondo: ma la sua originaria struttura subì notevoli distruzioni già in epoca medievale e le parti ancora oggi visibili sono incorporate in una costruzione più recente. La notevole imponenza della struttura suggerisce che l’edificio avesse un ruolo molto importante nel passato:  in genere gli storici lo legano ad Alberto di Cortazzone, vassallo dei vescovi pavesi, ma le informazioni in questo senso sono scarse.

Sappiamo che l’edificio andò in gran parte distrutto nel 1362, quando la compagnia di ventura di Albert Stertz si accanì violentemente contro Cortazzone. Il castello fu ricostruito verso la fine del XIV secolo, ma con il tempo fu lasciato decadere: la ricostruzione recente ha assorbito una parte degli elementi dei rifacimenti del XIV secolo, variandone però notevolmente la struttura.

La chiesa di San Secondo

Abbiamo segnalato che la fondazione del castello è posta in relazione alla chiesa di San Secondo, fatto  che non avrebbe nulla di singolare se l’edificio sacro non fosse caratterizzato da alcune “anomalie” di carattere esoterico. Forse può valere la pena ricordarne brevemente certe peculiarità. Non conosciamo con precisione le fonti che ci permettano una ricostruzione delle prime vicende storiche della chiesa: probabilmente si tratta di un edificio benedettino, posto in un punto nevralgico nell’ambito delle vie di pellegrinaggio che nel medioevo attraversavano le campagne del Monferrato. Di certo sappiamo che la chiesa fu sottoposta ai vescovi di Pavia, i quali ne infeudarono il monastero di San Secondo d’Asti; dal 1223, quando il monastero astigiano passò i propri beni ai signori di Cortazzone, la chiesa divenne parrocchia. Quando però il paese fu ricostruito sul colle vicino, l’edificio fu abbandonato.

Tralasciamo l’interno dell’edificio, formato da tre navate con altrettante absidi e sviluppate su cinque campate, che presenta un apparato decorativo tipico della scultura romanica, e passiamo subito alla parte esterne.

Nell’archivolto del portale sono presenti una testina e un uccello, forse una colomba, posti a stretto contatto al punto di diventare una sola figura. Sopra l’arco vi è un motivo decorativo formato da conchiglie: questo simbolo ci riconduce ad un probabile legame con la tradizione dei pellegrinaggi di cui Cortazzone fu, come detto, un punto di transito.


Sopra e sotto, particolari della chiesa di San Secondo che colpiscono l’attenzione degli esoteristi

Sulla destra della porta laterale della chiesa vi è un soggetto ricco di simbolismo: la Fenice. Si tratta di una figura ricca di richiami all’universo dell’esoterismo e dell’alchimia, che simboleggia la rinascita, la vita eterna determinata dalla trasformazione che giunge dopo una purificazione totale effettuata attraverso il fuoco. Sempre sull’identico lato di mezzogiorno, nella parte più alta, troviamo la più emblematica delle raffigurazioni di Cortazzone. Una scena di accoppiamento con tratti chiari, in cui sia l’uomo che la donna sono caratterizzati da un realismo molto pronunciato. I soggetti risultano contrapposti, secondo una linea figurativa essenziale, forse un po’ rozza, rintracciabile nelle scene analoghe dell’arte preistorica e primitiva.  La posizione rovesciata ad Y richiama la figura dell’androgino, ben noto nell’arte alchemica. Per gli esoteristi si tratterebbe di un riferimento al caos primigenio, rappresentato dal modello primitivo in cui gli opposti non erano ancora separati e uniti in una sola struttura priva di divisioni. Di certo quella scena, al di là di facili moralismi, colpisce abbastanza perché è collocata in un luogo in cui una scena di accoppiamento, descritta con toni così chiari e senza metafore, francamente appare quantomeno insolita.

Altri soggetti di San Secondo che hanno colpito l’attenzione degli esoteristi sono due pupille (o forse due seni) poste al di sotto di un archetto e una strana figura maschile arrampicata in un angolo  dell’abside di sinistra. Se ci affidiamo alla sola interpretazione ermetica, possiamo cogliere nel piccolo uomo abbarbicato nell’abside la conclusione dell’Opera iniziata nel portale: cioè la definitiva rigenerazione attraverso il processo purificante/evolutivo attuato con l’itinerario iniziatico scandito dalle diverse raffigurazioni scolpite nella chiesa.

Comunque  la si voglia osservare, la decorazione di San Secondo costituisce uno dei tanti piccoli enigmi dell’universo simbolico medievale, in cui ancora oggi vibrano immagini ed echi di un mondo misterioso e a tratti impenetrabile. Un mondo in cui l’esoterismo e la magia hanno il loro territorio deputato, colmo di simboli e di immagini senza tempo avvolte da segreti impenetrabili.

Massimo Centini

Massimo Centini

Classe 1955, laureato in Antropologia Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Ha lavorato a contratto con Università e Musei italiani e stranieri. Tra le attività più recenti: al Museo di Scienze Naturali di Bergamo; ha insegnato Antropologia Culturale all’Istituto di design di Bolzano. Docente di Antropologia culturale presso la Fondazione Università Popolare di Torino e al MUA (Movimento Universitario Altoatesino) di Bolzano. Numerosi i suoi libri pubblicati in italiano e in varie lingue.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio