Personaggi

Nati il 21 aprile: Mario Piacenza, imprenditore laniero e scalatore originario di Biella

Mario Piacenza nasce a Pollone, nei dintorni di Biella, il 21 aprile 1884. E’ il secondogenito di Felice e di Silvia Bozzalla Pret. La sua famiglia è imparentata con i Sella, dal momento che la madre è figlia di Effisia Sella, sorella del noto Quintino, politico nonché grande appassionato di montagna. Il padre è il proprietario di una delle più antiche aziende del settore laniero del Biellese, uno dei pochi distretti industriali della giovane Italia postunitaria capace di competere con l’estero. Ha due fratelli Guido (1881-1939) ed Enzo (1892-1968).

Nell’effervescente clima culturale biellese del tempo, in cui si mescolano sfide imprenditoriali, cultura positivista e lampi di attrazione romantica per l’arte, si sprigiona, soprattutto dopo il 1863, anno di fondazione del Club Alpino Italiano, la scintilla dell’alpinismo, che contagia i fratelli Mario e Guido Piacenza fin dalla giovinezza.

Mario studia dai padri rosminiani a Domodossola e successivamente si laurea in giurisprudenza all’Università di Torino. In seguito, frequenta all’estero le migliori scuole tecniche per potersi occupare al meglio della fabbrica paterna, assieme al fratello Guido. Negli anni dello studio, i fratelli Piacenza praticano la marcia in montagna e l’alpinismo. Pur accomunati dalla stessa passione alpina, cui uniscono anche l’interesse per l’esplorazione in terre lontane oltre che per la fotografia e la cinematografia, essi differenziano il proprio modo di salire verso le alte quote: Guido si dedica soprattutto al volo aerostatico, mentre Mario rimane fedele alla pratica dell’alpinismo, cominciando subito a rivolgersi verso le mete alpinistiche più ambite e all’attività nella stagione invernale, che in quegli anni viene condotta solo con l’uso delle racchette da neve e degli scarponi chiodati. Dotato di un fisico robusto e resistente, eccelle sia sulla roccia sia sul ghiaccio.

Tra le sue ascensioni più note vanno senz’altro citate la prima assoluta (e prima invernale) della cresta Perazzi al Lyskamm (Monte Rosa, 17 gennaio 1907) e la traversata della Punta Zumstein (4563 m) con la successiva salita della Punta Gnifetti (4554 m). Nei primi tre giorni del marzo dello stesso anno riesce a portare a termine la prima invernale (in salita e in discesa lungo lo stesso itinerario) della cresta del Leone al Cervino. Piacenza sarà sempre molto attratto da quest’ultima montagna, di cui raggiungerà la vetta quattordici volte percorrendone tutte le creste.

Nell’estate del 1910 parte alla volta del Caucaso centrale, che all’epoca costituisce una zona di estremo interesse per l’alpinismo esplorativo: parecchie delle sue cime più elevate attendono ancora di essere conquistate. Tre anni più tardi, assieme al medico torinese Lorenzo Borelli, al naturalista piacentino Cesare Calciati, al biellese Erminio Botta e alle guide valdostane Ciprien Savoye e Gaspard, porta a termine una spedizione alpinistica all’estremità occidentale dell’Himalaya indiano. E’ così il primo italiano a conquistare un settemila. A casa torna con rari esemplari della flora locale (tra i quali alcuni rododendri himalayani) poi messi a dimora nel parco della Burcina, realizzato dalla sua famiglia a Pollone.

Piacenza è stato tra i primi a realizzare filmati delle sue imprese alpinistiche. E tra queste: Ascensione al Cervino (1911-1912), Salita al Dente del Gigante (1911) e un filmato di oltre 30 minuti sulla spedizione in Caucaso. Ha poi pubblicato un importante volume sull’Himalaya cashmiriano.

Nel 1919 Mario sposa Maria Capriolo, dalla quale avrà tre figli: Elena, Felice e Franco. Negli anni successivi Piacenza è sempre più assorbito dal lavoro assieme ai fratelli Guido ed Enzo. Dal 1945 ricopre la carica di direttore del Museo nazionale della montagna di Torino, cui dona la sua straordinaria raccolta di opere d’arte e di oggetti ladakhi di uso quotidiano reperiti nel suo viaggio del 1913 sull’Himalaya. Muore a Biella il 16 aprile 1957.

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