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Proseguono i “percorsi criminali” nella Torino del passato nel nuovo libro di Milo Julini

Milo Julini è un ricercatore, scrittore, docente in quiescenza dell’Università di Torino, che conduce una pluridecennale attività di ricerca e ricostruzione di vicende criminali avvenute a Torino e in Piemonte tra l’Ottocento e il Novecento.

Tra i suoi libri ricordiamo Processi e sorrisi. Racconti giudiziari (2012); Cronache criminali del vecchio Piemonte (2013); Ombre coltelli e scheletri. Due secoli di Torino noir (2014); Diabolic Diabolich Diabolik. Tre storie vere ispirate dal «Re del terrore», con Andrea Biscàro (2020); Giustizia a Torino tra lacrime e sorrisi (2021); Atlante criminale della Torino noir (2022).

I titoli selezionati ci mostrano un percorso fra le varie anime del crimine subalpino. Sono storie non soltanto legate ad eventi delittuosi, ma tracciano l’evoluzione della storia della nostra città, tra quartieri oggi inesistenti (perché abbattuti e ricostruiti con tutt’altra logica urbanistica), vie dai nomi modificati e dall’anima sensibilmente differente rispetto a questi nostri tempi algidi.

Merita scorrere l’introduzione al nuovo libro di Julini (Percorsi criminali nella Torino noir, Baima-Ronchetti, 2023), firmata dallo scrittore Andrea Biscàro, che da anni collabora con l’autore, opportunamente intitolata Itinerari delittuosi: «Questa nuova raccolta di storie, tirate fuori dal baule della Memoria subalpina di Milo Julini, copre un arco temporale che va dal 1874 al 1994. Centovent’anni di azioni illegali, più o meno gravi se non gravissime, nei confronti di uomini, donne e persino fanciulli.

L’autore prosegue nel suo cammino pluridecennale di ricerca e ricostruzione di vicende criminali […]. Negli ultimi anni questo percorso è stato contrassegnato da una vivace contrapposizione atta a raffigurare quell’oscuro ventaglio di tinte dell’animo umano che virano verso il male».

Un itinerario degno di questo nome necessita di una mappa. Infatti, in Percorsi criminali della Torino noir, il lettore viene accolto da una piantina raffigurante i quartieri di Torino e da una prospicente legenda che associa i quartieri al titolo dei racconti.

Via Franco Bonelli in una foto di Mario Gabinio. Qui si svolgono due episodi di Percorsi criminali nella Torino noir.

Questo itinerario, come ci racconta la quarta di copertina, «parte da via Bonelli, a Porta Palazzo, per concludersi tragicamente in piazza Cattaneo, a Mirafiori.

Percorre strade del centro e della periferia in una girandola di ventiquattro situazioni che vanno dalla tragedia per un amore non corrisposto all’omicidio sotto l’effetto di droghe, da un potenziale noir in rosa alla strage in piazza Vittorio del 1971, dal folle gesto di un metronotte in piazza Cattaneo nel 1984 alla clamorosa truffa dell’anno 1900 a danno dei “furbi sopraffini” Gesuiti. E molto altro ancora…

Percorsi criminali ci invita a passeggiare per Torino con un’attenzione particolare, perché dietro a ogni angolo, seppur anonimo, può esserci una storia che ci attende…».

Quest’ultima fatica editoriale di Julini ci consente di visitare un quartiere oggigiorno rimosso dalla memoria collettiva: le Cà neire, corrispondente alla zona Valdocco, nell’angolo formato da corso Principe Oddone con corso Regina Margherita.

«Attraverso quattro storie, – scrive Andrea Biscàro – Julini tratteggia per noi una fetta allora periferica di una Torino che non c’è più e che vale la pena di recuperare dalle nebbie del tempo».

Per questa ragione i suoi lavori vanno ben oltre il delitto, la truffa, le storie d’amore e di coltello: qui si respira la fuliggine delle Cà neire, l’umiliazione senza età di una truffa nei confronti dei più fragili, il fenomeno chiamato barabbismo ossia quegli «operai torinesi che non amano il lavoro, visitano fin troppo spesso le osterie, si ubriacano alla domenica e non lavorano al lunedì. Impertinenti e aggressivi, si ribellano alla forza pubblica e son pronti alle risse con tanto di coltello».

Ma non solo: troviamo anche storie di fine Novecento, che sembrano così lontane, ma in realtà ci appartengono anche nei nostri personali ricordi. Si può trovare la rievocazione della strage del 1° maggio 1971 in piazza Vittorio Veneto, il pazzesco delitto di Capodanno 1984 in piazza Cattaneo, l’inquietante storia di droga e di delirio avvenuta nel quartiere Santa Rita nel 1988 e, infine, il misterioso caso di riti voodoo a San Salvario nel 1994.

In definitiva, questo libro appare di gradevole lettura e allo stesso tempo custodisce in sé quegli strumenti di analisi che consentono di fotografare una società anche attraverso il crimine.

Concludiamo con una riflessione tratta dall’introduzione di Andrea Biscàro: «Un simile ventaglio di casi, che percorre centovent’anni di storia cittadina, offre un valido contributo alla conoscenza intimistica delle cangianti anime di una Torino in perenne trasformazione».

Milo Julini, Percorsi criminali nella Torino noir – copertina di Laura Lepore, Editrice – Tipografia Baima-Ronchetti, Castellamonte, 2023 – 192 pp. – € 15,00

Paolo Barosso

Giornalista pubblicista, laureato in giurisprudenza, si occupa da anni di uffici stampa legati al settore culturale e all’ambito dell’enogastronomia. Collabora e ha collaborato, scrivendo di curiosità storiche e culturali legate al Piemonte, con testate e siti internet tra cui piemontenews.it, torinocuriosa.it e Il Torinese, oltre che con il mensile cartaceo “Panorami”. Sul blog kiteinnepal cura una rubrica dedicata al Piemonte che viene tradotta in lingua piemontese ed è tra i promotori del progetto piemonteis.org.

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