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Castellamonte, 5 secoli di tradizione nell’arte della ceramica e nella produzione di stufe

Castellamonte è conosciuta in Italia e anche all’estero per la lavorazione della ceramica e la produzione di stufe. Le prime stufe di terracotta risalgono probabilmente al XVI secolo, ma non ne restano né esemplari né documenti. Riproduzioni monumentali di modelli di stufe e splendidi camini settecenteschi si possono ammirare tra gli arredi delle dimore di Casa Savoia, a Masino e ad Ozegna, mentre nel Castello Ducale di Agliè sono esposte alcune creazioni originali. Verso la fine del XVIII secolo, oltre alle stufe grezze, a Castellamonte fece la sua comparsa il caminetto “Franklin“, che ebbe grande successo e contribuì notevolmente alla fama delle ceramiche locali.

Il primo caminetto in terracotta a circolazione d’aria e a fuoco visibile sembra sia stato costruito dalla fabbrica dei Reasso, una dinastia di artigiani insediata da secoli nel cuore del rione San Rocco. Fu ideato in base agli studi dello scienziato statunitense Benjamin Franklin, da cui trasse il nome, ma molto probabilmente il progettista locale fu l’abate Don Andrea Cassano.

Il XIX secolo segnò il vero trionfo della classica stufa di Castellamonte, impreziosita da elaborate decorazioni e dalla vernice smaltata, che divenne un vero e proprio oggetto di arredamento. L’ottima resa termica, la facilità di alimentazione (all’epoca la legna si trovava dappertutto e costava poco) e i prezzi abbastanza contenuti favorirono un’ampia diffusione delle stufe di Castellamonte nel Nord Italia. Le aziende più importanti, Pagliero, Galeazzo, Stella e soprattutto Buscaglione, parteciparono alle maggiori esposizioni industriali, ottenendo riconoscimenti e organizzarono reti di vendita con filiali e concessionari. Nel XX secolo il diffondersi dei riscaldamenti centralizzati rallentò la produzione e la diffusione, relegando in molti casi le stufe al ruolo di pregevoli pezzi d’antiquariato.

Dopo il 1950 le poche fabbriche che ancora le producevano si erano convertite alla produzione di mattoni refrattari. Ma nel 1957, grazie al coraggio e all’intraprendenza di un artigiano locale, Elio Savio, la produzione locale venne rilanciata puntando sulla qualità di oggetti pregevoli, sia dal punto di vista tecnico che da quello estetico.

A Castellamonte vengono anche prodotti i “pitociu” e le “zampo-te”, statuine antropomorfe tradizionali. Narra un’antica leggenda che “se al tramonto si sorride alle montagne, i pitociu diventano animati e vagano per il paese, e potrai vedere le zampo-te correre felici nei prati”. È celebre anche la produzione di stoviglie come la caratteristica “tofeja”, utilizzata per cuocere i “faseuj e quajëtte”, i tipici fagioli con le cotiche. 

La Mostra e il Museo della Ceramica raccontano e divulgano la cultura artigianale di Castellamonte. Nel 2022 la Mostra è in programma da sabato 20 agosto a domenica 11 settembre e sarà dedicata all’Ucraina e alla pace.

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