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Torino e la cioccolata in tazza: un’amore a prima vista a partire dal 1560

Le prime tazze fumanti alla corte Emanuele Filiberto di Savoia per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino

I primi coltivatori e consumatori di cacao al mondo furono gli Olmechi, intorno al XV- XVI secolo a. C., ma la cioccolata calda, come bevanda, nacque con i Maya, i quali la chiamavano xocoatl. La ricetta prevedeva che venissero arrostiti dei fagioli insieme al cacao, a cui veniva aggiunta dell’acqua per rendere il composto più liquido e cremoso. Per i Maya, la cioccolata calda aveva un valore quasi religioso e i chicchi di cacao erano talmente preziosi da essere utilizzati come moneta di scambio.

Anche gli Aztechi adoravano la cioccolata calda e ritenevano che avesse proprietà magiche e afrodisiache, pertanto, quando Cortez li conquistò, decise di inviare una notevole quantità di cacao in Spagna come dono per la Famiglia Reale. La cioccolata calda divenne quindi un vero status symbol delle classi sociali economicamente più agiate e Carlo V la utilizzava come regalo di nozze in caso di matrimoni con nobili di stirpe straniera, diffondendo la bevanda in tutte le corti d’Europa. La ricetta della cioccolata calda era talmente preziosa, che rimase segreta per lungo tempo, alimentando leggende e miti sulla sua preparazione.

Di certo sappiamo che originariamente, la cioccolata calda era una miscela di cacao, acqua, vino e diversi tipi di spezie e aromi. Gli spagnoli amavano riscaldare la miscela e dolcificarla con lo zucchero, importato dalle colonie, ma furono i britannici, per primi, a sostituire l’acqua con il latte e a creare la tradizione della “hot chocolate” dopo pranzo.

A Torino la storia d’amore con questa antichissima bevanda risale al 1560, quando Emanuele Filiberto di Savoia servì ai cittadini torinesi una tazza fumante di cioccolata calda per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino. Fu amore a prima vista, anzi a primo sorso. Inizialmente servito a corte come bevanda per la merenda pomeridiana, il cioccolato si diffuse poi in tutti gli strati della popolazione diventando una delle tradizioni culinarie torinesi per eccellenza. La nuova bevanda, dal sapore aromatico, dolce e persistente, ebbe un immediato successo nella seconda metà del XVI secolo e nel corso dei secoli successivi nacquero numerosi caffè e locali, dove era possibile gustarla. A corte, l’abitudine di consumare la cioccolata calda a metà pomeriggio si trasformò ben presto nel rituale della Merenda Reale, durante la quale si accompagnava la bevanda con dolci, pasticcini e prelibatezze della più rinomata pasticceria sabauda. La Merenda diventò di fatto un piacevole intervallo tra i pasti principali della giornata. Sul finire dei Seicento si iniziarono anche a sperimentare altre preparazioni in forma più solida, unendo il cacao a vaniglia, acqua e zucchero, dando vita a diversi tipici di prelibatezze.

Lo scrittore Alexandre Dumas, durante un suo viaggio a Torino nel 1852 disse a proposito della bevanda calda e fumante: “Tra tutte le buone e belle cose di Torino, non dimenticherò mai l’eccellente bevanda al cioccolato servita in tutti i caffè”.

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