Lingua & tradizioni piemontesi

“Fesse bagné ’l nas”, ovvero “farsi bagnare il naso”: una curiosa espressione della Lingua piemontese

Pare che la locuzione si riferisca ad una umiliante punizione scolastica che veniva realmente affibbiata molto tempo fa agli alunni più discoli

Per risalire all’origine dell’espressione“Fesse bagné ‘l nas”, tipicamente piemontese, occorrerebbe tornare ai tempi deamicisiani del Libro Cuore. Pare, infatti, che nell’Ottocento la pratica di “bagnare il naso” ad un alunno fosse una diffusa punizione scolastica certamente simbolica e morale, però più umiliante di una punizione fisica. Il castigo veniva inflitto da un maestro elementare ad un alunno dal profitto scolastico poco lusinghiero, o perché aveva un carattere indisciplinato o riottoso. Spesso erano proprio i primi della classe che venivano incaricati dall’insegnante ad umettarsi il dito medio sulla propria lingua per poi passarlo sul naso dello scolaro oggetto dell’avvilente castigo. La punizione rivaleggiava per gravità con i pesanti “pensi” imposti all’alunno (del tipo: scrivi 500 volte sul quaderno ‘devo studiare di più’, oppure: ‘non devo voltarmi indietro’, oppure ancora: ‘non devo cantare in classe’) oppure con l’assegnazione del malcapitato al cosiddetto “banco dell’asino”, quello posizionato accanto alla cattedra, e destinato al “somaro” per eccellenza della classe.

Così andavano le cose a quei tempi. Oggi nessun docente si azzarderebbe ad infliggere punizioni di questo tipo, sapendo bene a quali conseguenze (anche penali) potrebbe andare incontro. E, diciamolo pure: per fortuna certe punizioni non vengono più inflitte già da molto tempo.

Fatto sta che il modo di dire è rimasto, e la locuzione “Fate nen bagné ‘l nas”, in forma di paternalistico consiglio, è ancora frequentissimamente usata in Piemonte, sia nella parlata piemontese che nell’idioma nazionale. “Farsi bagnare il naso” significa farsi superare da altri nel raggiungimento di un obiettivo, oppure perdere un’opportunità, che invece viene colta da un altro soggetto meno indeciso e titubante.

Quindi, all’occhio! Per non farsi bagnare il naso è necessario opportunismo, attenzione e una buona dose di strategia nell’azione. E poi, si sa: aver la goccia al naso è alquanto fastidioso e può persino fare alterare il timbro della voce: la sanno benissimo coloro che soffrono di raffreddore da fieno.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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