Nati il 2 novembre: Giovanni Battista Farina, imprenditore e storico carrozziere
Giovanni Battista Farina (dal 1961 Giovanni Battista Pininfarina) nasce a Cortanze, in provincia di Asti, il 2 novembre 1893. E’ il decimo degli undici figli di Giuseppe e Giacinta Vigna. Il suo soprannome Pinìn (Giuseppino in piemontese) si riferisce alla sua somiglianza con il padre. La famiglia Farina si trasferisce dall’Astigiano a Torino, sul finire del XIX secolo, a causa della grave crisi economica di quegli anni, con la speranza di trovare miglior fortuna all’ombra della Mole. Grazie alle esperienze acquisite nella terra d’origine, di antiche tradizioni vitivinicole, unitamente alla facilità di far giungere la merce a Torino tramite la nuova tranvia Asti-Cortanze, papà Giuseppe intraprende il commercio al dettaglio di vino, aprendo una bottiglieria. Nel frattempo Pinin frequentata le scuole elementari e successivamente inizia a lavorare nella piccola carrozzeria che il fratello maggiore Giovanni ha aperto in nel 1906, formandosi come abile carrozziere e presto divenendo alter ego del fratello, con ampia autonomia decisionale all’interno dell’azienda, fino ad assumere la direzione degli Stabilimenti Farina nel 1928.
Nel 1930, grazie all’ingente finanziamento concesso da una facoltosa zia della moglie, Pinin ha l’occasione di mettersi in proprio e fonda, con altri soci minoritari, tra i quali Vincenzo Lancia e Gaspare Bona, la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina, che sarebbe divenuta in seguito la Carrozzeria Pininfarina. Fin dalla sua fondazione, la casa automobilistica Lancia è cliente degli Stabilimenti Farina e nei 20 anni di collaborazione nasce tra Vincenzo Lancia e Battista Farina uno speciale rapporto di amicizia e reciproca stima, soprattutto basato sulla grande passione per le innovazioni tecniche che anima entrambi.
Per un decennio Battista Farina lavora quasi esclusivamente per la Lancia, realizzando prototipi, speciali e piccole serie, soprattutto su autotelai “Augusta”, “Astura” e “Aprilia”. Nel 1959 Pinin ridimensiona ulteriormente il suo ruolo aziendale, decidendo di partire per un lungo viaggio di piacere e studio, nel quale si dedic aprincipalmente alla sua passione per l’arte che ora ha finalmente l’occasione di compiutamente soddisfare. Si tratta di un viaggio intorno al mondo di 83.000 km che effettua in compagnia dell’amico e consigliere Giovanni Canestrini, decano del giornalismo automobilistico italiano. Durante quel viaggio Farina si rende conto della sua enorme popolarità mondiale. Ad ogni tappa del viaggio, infatti, vengono prontamente organizzati ricevimenti per degnamente onorare il carrozziere in transito, partecipati dalle autorità e dai più importanti nomi del settore industriale del Paese ospitante. Al suo ritorno decide di ritagliarsi solamente il ruolo di supervisore, in qualità di presidente, lasciando la direzione aziendale completamente nelle mani del figlio Sergio che nomina amministratore delegato il 27 aprile 1961. Nello stesso anno Giovanni Battista Farina cambia ufficialmente il suo cognome in “Pininfarina”, quando la sua richiesta viene autorizzata da un decreto del presidente della repubblica Giovanni Gronchi, su proposta del ministro di Grazia e Giustizia Guido Gonella.
Oltre che illuminato imprenditore Pininfarina è anche un generoso filantropo, finanziando opere benefiche e restauri artistici. Tra i molti interventi, la ristrutturazione del Buon pastore di Torino per l’accoglienza di ragazze senza famiglia, un circolo per artisti a Torino, una scuola professionale a Grugliasco, un centro ricreativo per ragazzi a Mirafiori e il salvataggio del Tempio di Ellesija.
Negli ultimi anni di vita, divide il suo tempo tra brevi apparizioni di azienda e lunghe scorribande per visitare opere artistiche, alla guida della sua Lancia Florida II, una dream car realizzata nel 1957 per il Concorso di eleganza di Cortina d’Ampezzo, che Pinin vuole poi tenere come auto personale. L’ultima creazione che supervisiona e che viene realizzata su disegno del suo collaboratore storico Franco Martinengo è l’Alfa Romeo “Duetto”, esposta la prima volta al Salone di Ginevra nel marzo 1966. Giovanni Battista Pininfarina muore poche settimane dopo, il 3 aprile, in una clinica di Losanna, per un male incurabile.