Volpiano, una necropoli romana nella centrale fotovoltaica
VOLPIANO. Durante i lavori per la realizzazione del parco fotovoltaico Eni di Volpiano, entrato in funzione nell’estate 2020, sono state ritrovate 44 tombe di epoca romana: sotto pochi centimetri di un’area mai coltivata perché sterile e sassosa, si sono conservate le tombe del I secolo d.C. che hanno dato delle bellissime e rare coppe in vetro intatte, vasi in ceramica, iscrizioni latine.
La zona già in passato aveva destato l’attenzione degli archeologi, con la scoperta, durante i lavori per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Milano, di una villa rustica dell’epoca imperiale al confine tra Brandizzo e Volpiano, a meno di un chilometro dal nuovo ritrovamento. Per questo Eni e la Soprintendenza hanno effettuato una campagna di sondaggi preliminari alla costruzione del campo fotovoltaico, affinché la posa dei pannelli non distruggesse nulla e i lavori non fossero fermati all’improvviso. Questa opera per la produzione di energia dalle fonti rinnovabili ha permesso di scoprire così un capitolo ricchissimo della storia più antica di Volpiano che il Comune vuole valorizzare e rendere disponibile alla cittadinanza.
Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: “In base al presunto tracciato della centuriazione romana (l’antica organizzazione agraria del territorio) e ai precedenti ritrovamenti era ipotizzabile rinvenire qualcosa nel sito interessato dal nuovo impianto. Questi reperti sono le più antiche testimonianze presenti nel territorio di Volpiano ed è intenzione dell’amministrazione comunale mostrarli al pubblico, prima in una mostra temporanea e successivamente in una sede permanente”.
L’iter per la realizzazione del parco fotovoltaico di Volpiano è iniziato nel 2018, con l’esclusione del progetto dalla procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) e con la successiva convocazione, ai fini del rilascio dell’Autorizzazione Unica, di una conferenza di servizi coordinata dalla Città Metropolitana di Torino.
Il parco fotovoltaico di Volpiano, realizzato e gestito da Eni New Energy nell’ambito delle iniziative di Eni per la riqualificazione dei propri asset industriali, occupa una superficie di circa 32 ettari (pari a 30 campi da calcio) all’interno del deposito Eni di carburanti che rifornisce gran parte delle stazioni di servizio del Nord Ovest in Italia e ha una capacità complessiva di 18 megawatt; a regime produce oltre 27 gigawattora all’anno di energia da fonti rinnovabili, consentendo di ridurre di circa 370mila tonnellate le emissioni di anidride carbonica in atmosfera durante la vita utile dell’impianto.
“Da molti anni – conclude De Zuanne – il Comune di Volpiano aveva proposto di installare in quell’area un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di utilizzare un’area libera a destinazione industriale, senza perciò consumare suolo dedicato all’agricoltura ed evitando la costruzione di altri insediamenti industriali con carichi ambientali rilevanti; siamo molto soddisfatti perché questo percorso è finalmente giunto a conclusione, per di più con la bella notizia di questa importante scoperta archeologica“.