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Dalla Francia all’Italia, un prodotto delle nostre colline: il Cavolfiore di Moncalieri

MONCALIERI. Il tacchino, la patata, il pomodoro, il mais, il peperone, il fagiolo e il cacao; chi non ha provato sulla propria tavola, almeno una volta, uno di questi comunissimi prodotti? Li troviamo letteralmente ovunque, dal bancone del supermercato all’orto del nostro vicino di casa. Come il cioccolato e le patatine fritte, anche il prodotto di oggi arriva dall’esterno della nostra penisola, ma questa volta non da così lontano da dover importunare le grandi e lontane Americhe. Prodotto Agroalimentare tradizionale (PAT) in virtù delle sue «metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura, che risultano consolidate nel tempo e sono praticate sul proprio territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai venticinque anni», il Cavolfiore di Moncalieri, l’ecotipo di cui parleremo oggi, ha infatti origini francesi, probabilmente introdotto nel nord Italia all’insediarsi dei Savoia in Piemonte. Grazie alle caratteristiche pedoclimatiche favorevoli, nel tempo questo Cavolfiore si è affermato nelle colline a sud di Torino, diventando uno dei prodotti più coltivati dalle famiglie degli anni ’60, apprezzato tanto per la sua resistenza ai climi rigidi e ai terreni sabbiosi, quanto per il suo sapore.

Il cavolfiore di Moncalieri è un ingrediente multiuso, capace di trovare il proprio spazio in tutte le tavole ed in tutte le preparazioni: fritto, bollito o abbinato nella bagna cauda, il cavolfiore delle colline torinesi saprà sorprendervi con il suo forte sapore e la sua consistenza compatta e croccante, che si mantiene consistente anche dopo la cottura. Maggiormente digeribile rispetto ai suoi parenti più stretti, il suo sapore delicato gli permette poi di essere apprezzato anche crudo, magari degustato in un’insalata con olio, parmigiano e una leggera spolverata di sale e pepe.

Ecco una ricetta per portarlo anche voi sulle vostre tavole: la “Crema di cavolfiore e patate con nocciole”.

Ingredienti (per quattro persone)

  • 1 cavolfiore piccolo, varietà di Moncalieri.
  • 2 patate gialle.
  • 1 mela renetta.
  • 1 porro.
  • 30 g di nocciole tostate.
  • 30g di burro.
  • 1,5 L di latte intero.
  • 200 ml di latte.
  • 3 spicchi d’aglio.
  • 3 foglie d’alloro.
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b.

 Preparazione

Il primo passo nella preparazione della “Crema di cavolfiore e patate con nocciole” parte, com’è ovvio, dalla pulizia del nostro ingrediente principale: il cavolfiore di Moncalieri. Come con qualsiasi altro cavolfiore, al momento della scelta al banco del fruttivendolo, è bene concentrarsi su quei frutti ben sodi, senza macchie sulle cimette; muniti di un coltello dalla lama larga, puliamo il cavolfiore, eliminando il torsolo centrale e dividendo la testa prima in cimette e, successivamente, in fettine. Le terremo da parte, lavorando la mela e la patata, precedentemente lavate, a dadini.

A questo punto, è bene passare al porro: con la nostra mezza-luna, mondiamo il porro tagliando via il verde e le barbine, per poi ridurlo a cubetti. Bagniamo una casseruola con un filo d’olio e, dopo aver fatto soffriggere l’aglio sbucciato ed il burro, aggiungiamo il porro, le foglie d’alloro e la maggior parte della mela e delle patate precedentemente ridotte a dadini (l’altra parte teniamola all’asciutto: la utilizzeremo alla fine). Uniamo anche le nocciole tritate ed il cavolfiore.

Dopo aver portato a bollore il latte ed il brodo, versiamoli sugli ingredienti che abbiamo lasciato nella casseruola, fino a ricoprirli; lasceremo così a cuocere il tutto, a fuoco basso, per una ventina di minuti, mescolando di tanto in tanto con un mestolo di legno. Passato il tempo previsto, eliminiamo le foglie d’alloro e frulliamo il tutto con il frullatore ad immersione; il risultato sarà una crema densa e dall’aspetto omogeneo, profumata e dal sapore deciso.

Dopo aver regolato a piacere di sale e pepe, serviamo la “Crema di cavolfiore e patate con nocciole” ai nostri ospiti, decorando i piatti con le nocciole rimaste e i dadini di mela serviti a parte.

Mirco Spadaro

Classe '98, rivolese di nascita, frequenta il corso di Lettere Antiche a Torino, sotto il simbolo della città. Tra viaggi e libri, è innamorato della tecnologia e della scrittura e cerca, tra articoli e post su siti e giornali online, di congiungere queste due passioni, ora nella sua "carriera" come scrittore, ora con il "popolo di internet".

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