Cultura & Spettacoli

Murazzano, la poetica pittorica di Eso Peluzzi raccolta a palazzo Tovegni

Testa di apostolo (1927)

MURAZZANO. La Fondazione Bottari Lattes omaggia il “pittore delle more di Cairo” Eso Peluzzi con l’inaugurazione della mostra Figure, luoghi e cose in un respiro d’infinito nei dipinti dal 1912 al 1983, a cura di Ivana Mulatero (storica dell’arte e curatrice del Museo Civico Luigi Mallé di Dronero), che si terrà sabato 7, alle ore 18.30, presso Palazzo Tovegni (via Adami, 5). La mostra sarà visitabile, ad ingresso gratuito, da sabato 7 luglio a domenica 26 agosto, nei giorni di venerdì e sabato con orario 15-18 e domenica 10-12 e 15-18.

Maschere di paese (1930)

La mostra Eso Peluzzi si terrà per omaggiare la sua poetica e l’ampio ventaglio dei generi pittorici con cui si è confrontato (la figura, il paesaggio, la natura morta) nei dipinti realizzati tra il 1912 e il 1983. L’esposizione, il cui titolo fa riferimento al paese di nascita dell’artista – Cairo Montenotte (Savona) – e all’espressione usata dallo scrittore Giovanni Arpino per descriverlo, è allestita presso Palazzo Tovegni, in Alta Langa, a pochi chilometri da Monchiero d’Alba, paese in cui l’artista ha vissuto e lavorato dalla fine degli anni Quaranta, facendo dell’antico Oratorio dei Disciplinanti il suo studio, ora Casa-museo a lui dedicata.

La neve al santuario (1947)

Prima dell’inaugurazione della mostra, dalle ore 10.30 alle ore 17, saranno aperte al pubblico le case-museo di Eso Peluzzi e del nipote Claudio Bonichi nel borgo antico di Monchiero, il paese che i due artisti scelsero come luogo di creazione ed ispirazione, realizzando le opere dal 1948 al 2016. L’iniziativa è a cura del Comune di Monchiero e di Musei Peluzzi Bonichi (www.museipeluzzibonichi.it).

Frammenti di violini con uovo (1978)

La mostra è suddivisa in cinque sezioni: la prima (biografica) tratta de “Il ragazzo delle more di Cairo”; la seconda dei “Fondigli umani e umana verità”; la terza degli “Angoli misteriosi del vivere”; la quarta de “Le apparenze dimesse del reale” ed infine l’ultima sezione delle “Atmosfere di memorie e le recondite armonie”. La curatrice della mostra, Ivana Mulatero, spiega che “in questa esposizione che valorizza la fecondità espressiva di Peluzzi, che amava definirsi pittore delle cose semplici che fanno grande il mondo, si vuole evadere dal mito discreto di pittore delle Langhe, che per molti decenni ha connotato in maniera univoca la sua opera, provando a rintracciare le vicinanze, come anche le distanze, dalle molte avanguardie. I generi artistici, versanti molteplici nei quali si consuma l’esperienza di Peluzzi, rivestono il significato non meramente funzionale alle committenze o alle esigenze personali di indagine del mestiere, ma hanno più in profondità il valore di enunciare in modo problematico le scelte compiute in prossimità di una confluenza tra le soluzioni formali, il ricorso a strumenti e tecniche espressive tratte dalla tradizione e dalla contemporaneità, con le atmosfere di ricerca che hanno caratterizzato la storia dell’arte del Novecento”.

Per maggiori informazioni contattare il numero 0173.789282 oppure consultare il sito www.fondazionebottarilattes.it.

Il padre liutaio (1928)

Eso Peluzzi (1894 – 1985). Nel 1911 entra all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e ottiene nel 1913 il primo premio per uno studio di nudo. Ritornato dalla guerra, nel 1919 si stabilisce nella frazione Santuario di Savona, dove rimane per trent’anni. Nel 1920 esordisce con una collettiva alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, ma già nel 1924 tiene a Milano la sua prima personale presso la Galleria Bottega di Poesia. A partire dagli anni Venti, soggiorna spesso a Como, Assisi, Roma e Parigi. Nel 1963 è nominato Accademico di San Luca e riceve la cittadinanza onoraria dai Comuni di Montechiaro d’Acqui (1966) di Monchiero (1967), Savona (1971) e Torino (1979). Ritrattista di stampo realista e venatura umanitaria, paesaggista lirico e sensibile, rarefatto ed introspettivo nelle sue natura morte. Il pittore delle more di Cairo è dedicata al corpus pittorico dell’artista, emblematica figura che ha vissuto nei crocevia geografici e culturali italiani tra la Liguria, il Piemonte e la Lombardia, con frequenti soggiorni formativi nel resto d’Italia e in Europa e con inviti alle Biennali Internazionali di Venezia e alle Quadriennali romane e torinesi, alle mostre del Museum of Art di Baltimora e al Jeu de Paume di Parigi. Numerose sono le esposizioni personali organizzate fino ad oggi nelle principali città italiane. Nel 2008 il Comune di Savona ha aperto un museo permanente consacrato all’artista presso l’antico Ospizio dei Poveri del Santuario di N.S. di Misericordia.

Fondazione Bottari Lattes. È nata nel 2009 a Monforte d’Alba (Cn) e non ha scopo di lucro. Ha come finalità la promozione della cultura e dell’arte e l’ampliamento della conoscenza della figura di Mario Lattes. Tra le principali attività: mostre di arte e fotografia, il Premio letterario internazionale Bottari Lattes Grinzane, il progetto per l’infanzia Vivolibro, convegni, spettacoli e concerti di musica da camera. Nel 2013 ha aperto l’attività espositiva del nuovo Spazio Don Chisciotte a Torino, voluto da Caterina Bottari Lattes. Nel 2015 ha inaugurato la Biblioteca-Pinacoteca “Mario Lattes”. Il presidente della Fondazione Bottari Lattes è Adolfo Ivaldi.

 

Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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