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La gloriosa “Squadra Corse HF” della Lancia e il suo combattivo team manager Cesare Fiorio

Da Ascari a Villoresi, da Fangio a Munari, da Biasion a Walter Röhrl: decine di piloti, al volante di una Lancia, hanno scritto pagine gloriose nella storia mondiale dell’automobilismo sportivo, in Formula 1, nei Rally e nella Mille Miglia. Un film ora rievoca le imprese della Squadra dell’Elefantino e del suo tenace e volitivo direttore sportivo

In Casa Lancia la vocazione sportiva è sempre stata una passione, anche se non la sola cifra identificativa di un prestigioso marchio. Saper abbinare alla classe e all’eleganza una spiccata indole sportiva: un binomio non facile da coniugare, ma non per la storica Casa automobilistica di Borgo San Paolo.

Vincenzo Lancia ebbe a dimostrare che il suo pallino per i motori e le competizioni automobilistiche non era solo una velleità, ma una vera predisposizione, quando agli albori del Novecento, in veste di giovane pilota collaudatore, si impose su una Fiat  nelle pionieristiche gare sulle colline torinesi (la Sassi-Superga) e sui tornanti sterrati della Susa-Moncenisio.  Lo confermò ovviamente anche quando si mise in proprio, dapprima negli Stabilimenti di Via Ormea 89 (dal 1906) e poi in quelli di Via Monginevro 99 (dal 1911), non rinunciando mai al piacere sottile di collaudare, una per una, ogni vettura Lancia prodotta, prima di consegnarla ai clienti, godendo del rombo armonico del suo motore, facendolo andare su di giri e sottoponendolo ad ogni più estrema sollecitazione per verificarne le prestazioni e l’efficienza.

Vincenzo Lancia restò sempre legato al mondo delle corse, e fu uno dei promotori della costruzione dell’Autodromo di Monza (che ancora accoglie il Gran Premio d’Italia di Formula 1) e di cui fu chiamato a porre la prima pietra nel 1922.

Suo figlio Gianni Lancia, entrato in azienda nel ’47 dieci anni dopo la morte di Censin, con una buona laurea da Ingegnere in tasca conseguita all’Università di Pisa, non fu da meno. Fu lui a intuire che la miglior pubblicità per una Marca automobilistica consisteva nel mietere successi nei circuiti internazionali di Formula Uno e nelle competizioni più famose al mondo. 

I progettisti Lancia, sotto la spinta di Gianni, cominciano così a concepire delle vetture adatte ad imporsi in mitiche e impegnative gare come la Mille Miglia e la 24 Ore di Le Mans.

Nel 1951 nasce una prima Squadra Corse Lancia nella quale confluiranno campioni dell’automobilismo del calibro di Ascari e Villoresi, ed altri valenti piloti alla guida di vetture appositamente concepite per queste gare, con le quali otterranno prestigiose vittorie e piazzamenti di assoluto rilievo.  Già nel 1954 Alberto Ascari s’impose nella Mille Miglia.

La Lancia D50 era una monoposto appositamente concepita per le gare di Formula 1 nelle stagioni 1954 e 1955; nel ‘55 la Lancia si ritirò dalle competizioni a seguito della morte di Alberto Ascari avvenuta in un incidente a Monza: la monoposto torinese venne donata alla Scuderia Ferrari e ribattezzata Lancia-Ferrari D50. Nel campionato 1956, questa vettura si aggiudicò il titolo mondiale con Juan Manuel Fangio.

Dopo il ritiro a vita privata di Gianni Lancia e il passaggio del pacchetto di controllo della Casa di Borgo San Paolo alla famiglia Pesenti, l’attività sportiva di Casa Lancia riprende vivacemente fin dai primi anni Sessanta, soprattutto nella specialità rally. Nel 1961 il torinese Cesare Fiorio, classe 1939 e laurea in Scienze Politiche, vince come pilota un titolo italiano di velocità di categoria GT (classe 1150 cc) al volante di una Lancia Appia Zagato.

Nel 1963 Fiorio fonda la Squadra Corse HF (High Fidelity), cioè il Reparto Corse della Casa sanpaolina, le cui vetture si rivelano ben presto come le indiscusse protagoniste dei grandi rally internazionali.

L’attività sportiva non si arresta neppure dopo il passaggio del marchio Lancia alla Fiat, avvenuta nel 1969 al prezzo simbolico di una sola lira. In quello stesso anno la Fulvia Coupé di Källström e Häggbom vince il Rally di San Remo.

Grazie al team di Cesare Fiorio,  la Lancia  vince 7 titoli mondiali Rally Costruttori (1972, 1974, 1975, 1976, 1983, 1987, 1988), 3 titoli riservati ai Piloti (Sandro Munari nel 1977, Juha Kankkunen nel 1987 e Miki Biasion nel 1988); e ancora 3 titoli Marche nel Mondiale endurance nelle stagioni 1979, 1981 e 1982.

Entrato in rapporto con la famiglia Agnelli, Fiorio contribuì parallelamente a dare lustro al marchio FIAT, conseguendo  per la Casa torinese 3 titoli mondiali Rally Costruttori (1977, 1978, 1980) e due titoli Piloti (Markku Alén su FIAT nel 1978 e Walter Röhrl su FIAT nel 1980).

Una foto di Cesare Fiorio in tuta bianca, con i loghi Lancia e Martini

Sul finire degli Anni ’80 entra nel Consiglio di Amministrazione della Juventus. Tra il Marzo del 1989 e l’inizio del 1991 viene nominato Direttore Sportivo della Ferrari: in questo arco di tempo, la Casa di Maranello conquista ben 25 podi e 9 vittorie su 36 Gran Premi.

Lasciata la Ferrari, la passione per i motori lo spinse a diventare pilota di motonautica, conquistando due volte il titolo mondiale e sei volte il titolo europeo, e vincendo ben 31 Gran Premi. Nel 1992, al comando del motoscafo Destriero, riuscì ad attraversare  l’Atlantico da Ovest verso Est in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, record entrato nel Guinness dei primati e rimasto finora imbattuto.

Ritiratosi dalle competizioni sportive, tra gli anni ‘90 e il 2000 Cesare Fiorio collaborò come opinionista per la F1 con la Rai e con Tele+.  Poi si trasferì in Puglia, a Ceglie Messapica, dove attualmente risiede, dopo aver ristrutturato un’antica masseria in abbandono, per coltivare uliveti e vigneti, ma senza mai del tutto disinteressarsi del mondo dei motori. A lui si deve, ad esempio, la creazione del Trofeo Fiorio Cup, tuttora esistente e che si svolge all’interno della sua masseria.

Cesare Fiorio ha avuto tre figli: Alex è stato anch’esso un pilota di rally e poi dirigente sportivo; un altro figlio, Cristiano, è stato manager di Fiat Chrysler Automobiles e poi di Stellantis. Sua figlia Giorgia, invece, ha intrapreso la carriera artistica come attrice, cantante e fotografa.

Il successo del marchio Lancia nel mondo è anche legato a questo manager straordinario, talmente straordinario da diventare un mito. Su di lui sono stati scritti centinaia di articoli e pubblicate decine di interviste, e recentemente gli è stato dedicato anche un film, “Race for Glory, Audi vs Lancia“, per la regia di Stefano Mordini, dove Cesare Fiorio è magistralmente interpretato da Riccardo Scamarcio.

La pellicola, da poco diffusa nelle Sale cinematografiche italiane, è ambientata nel 1983. Cesare Fiorio, direttore sportivo della Squadra Corse Lancia, uomo dal carattere determinato e volitivo, s’impegna con grande passione perché le sue vetture vincano il Campionato del mondo di Rally. Ma i suoi piloti devono vedersela con l’équipe della tedesca Audi, che ha alle spalle un sostegno finanziario massiccio da parte della Direzione e dispone di vetture dalla tecnologia d’avanguardia, a quattro ruote motrici. Il divario appare insuperabile, eppure Fiorio non si arrende: le sue leggere e fragili Lancia 037, dotate di un motore potente e grintoso, nonostante montino due sole ruote motrici, finiscono per rivelarsi superiori sull’asfalto (molto meno sul suolo sterrato o innevato), grazie al coraggio e all’esperienza dei suoi piloti.  A Fiorio si contrappone il Direttore Sportivo della Casa tedesca, Roland Gumpert: in palio c’è la gloria (Race for Glory) della Casa che vincerà la competizione (Audi versus Lancia)  ma anche la gloria dei due contendenti in lizza. Tra i due rivali nasce una sfida che si fa di giorno in giorno più aperta, trasformandosi in una sorta di guerra personale, un duello all’ultimo sangue in cui il nemico non può avere scampo.

Il 7 ottobre 1983 è un giorno importante per gli appassionati italiani di rallies: la squadra corse della Lancia si aggiudica a Sanremo, con due gare d’anticipo, il quinto Campionato Mondiale Costruttori della sua storia

Fiorio pensa che il pilota ideale per battere la “Casa dei 4 cerchi” sia il tedesco Walter Röhrl, un uomo che corre più per passione che per il piacere di vincere; e alla fine sarà proprio la Lancia di Röhrl a conquistare l’agognata vittoria ma anche la “gloria” per la storica Casa automobilistica torinese, e quella dei componenti della sua mitica Squadra Corse e del suo volitivo manager.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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