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Quel gioiello del piccolo Parlamento Subalpino a Palazzo Carignano…

Lo si può ammirare in tutta la sua magnificente bellezza durante il percorso di visita del Museo del Risorgimento. In occasione di alcune ricorrenze e festività civili, è anche consentito ai visitatori di accedere all’interno dell’aulica Sala

Nel percorso di visita del Museo del Risorgimento Italiano di Torino, in cui si possono ammirare innumerevoli cimeli di carattere storico, documenti, dipinti, carte geografiche, busti e stampe d’epoca (che rievocano i personaggi protagonisti della politica e i luoghi delle battaglie delle Guerre d’Indipendenza che hanno portato all’Unità d’Italia), la visita alla Sala del Parlamento Subalpino costituisce una chicca preziosa e stupefacente. La Sala ellittica che lo contiene si può contemplare nella sua radiosa e suggestiva bellezza attraverso una luminosa vetrata; ma in concomitanza di alcune ricorrenze particolari (come certi anniversari dell’Unità d’Italia o importanti celebrazioni nazionali) viene talvolta e eccezionalmente consentito ai visitatori di accedere all’interno di questo storico ambiente, che è rimasto intatto nel tempo, come se fosse stato conservato all’interno di una teca gigantesca e protettiva.

Ricordiamo che il Parlamento del Regno di Sardegna (anche detto Parlamento Subalpino), venne istituito dallo Statuto Albertino; era composto di due Camere:

  • il Senato, i cui membri erano di nomina regia e vitalizia: questa sezione del Parlamento aveva sede a Palazzo Madama. Il re poteva nominare Senatori solo alcuni personaggi di spicco, che svolgevano o avevano svolto incarichi di grande responsabilità e interesse, come ad esempio gli Arcivescovi e i Vescovi dello Stato Sardo, il Presidente della Camera dei Deputati , i Deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio, i Ministri e i Segretari di Stato, gli Ambasciatori, ed altri soggetti maschi che avevano ricoperto o ricoprivano particolari cariche di spicco.
  • L’altra sezione del Parlamento era la Camera dei Deputati o Camera bassa (chiamata anche “Parlamento Subalpino” in senso stretto), ed era elettiva; i membri venivano eletti su base censitaria e maschile, su collegi uninominali con un doppio turno di elezione. Aveva sede nel Palazzo Carignano. Ospitava anche le Sedute congiunte delle due Camere, in occasione di delibere di atti particolari, o durante certe sedute solenni, come ad esempio per il Discorso della Corona. Due seggi, uno sulla destra e l’altro sulla sinistra di quello centrale, destinato al Presidente della Camera, erano spesso occupati dal re e dalla regina consorte.

Il potere legislativo seguiva un iter bicamerale, ma le proposte di legge (che potevano essere promosse dai Ministri, dal Governo, dai Parlamentari, oltre che essere d’iniziativa regia) dovevano ottenere anche la sanzione del re, che di fatto costituiva il terzo potere legislativo. Per diventare legge, i progetti dovevano essere approvati da entrambe le Camere, senza ordine di precedenza (a parte le norme tributarie e di bilancio, che dovevano prima essere deliberate dalla Camera dei Deputati). Ma ognuno dei tre poteri legislativi poteva opporre il proprio veto.

Detto ciò, torniamo a Palazzo Carignano. L’edificio venne commissionato da Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano, detto “il Muto”, al padre teatino Guarino Guarini, architetto di corte ed intellettuale di grande cultura, cui si deve la realizzazione della Real Chiesa di San Lorenzo, e della Cappella della Sindone, con le loro ardite cupole che ormai da tre secoli fanno parte integrante dell’aulico skyline della città.

I lavori per l’edificazione del Palazzo, perla del barocco piemontese, iniziarono nel 1679, sotto la supervisione Gian Francesco Baroncelli , collaboratore di Guarino Guarini. L’edificio fu destinato a residenza dei Principi di Carignano fin dal 1694. Fu dimora di Carlo Alberto e della sua consorte Maria Teresa Asburgo Lorena, che abitarono gli appartamenti al pian terreno, sul lato Sud (gli “Appartamenti dei Principi” sono oggi visitabili). Fu in questo Palazzo che venne alla luce Vittorio Emanuele II di Savoia, come ricorda il grande fregio decorativo murato nel 1884 sulla facciata, che reca la scritta: QVI NACQVE VITTORIO EMANVELE II.

Nel 1831, con l’ascesa al trono di Carlo Alberto, il palazzo venne ceduto al Demanio, che vi allocò la Sede del Consiglio di Stato e la Direzione delle Regie Poste Italiane.

Nel 1848, con la concessione dello Statuto Albertino, l’aulico  edificio fu scelto per accogliere la Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino. L’ellittico e maestoso Salone delle Feste, collocato all’interno del corpo ellittico della facciata e dominato dalla luminosa cupola guariniana, venne così riadattato dall’architetto Carlo Sada  al fine accogliere centinaia di deputati, le commissioni parlamentari, gli stenografi e i giornalisti. Il pubblico che intendeva assistere alle sedute veniva accolto sulle balconate che in origine ospitavano i musicisti che allietavano le serate mondane a palazzo.  

La cupola guariniana del Parlamento Subalpino, all’interno di Palazzo Carignano

Nel 1861, l’aula si rivelò troppo piccola per ospitare le sedute del Primo Parlamento Italiano. Si deliberò così l’ampliamento del palazzo verso Est, sul lato dell’attuale Piazza Carlo Alberto. Il progetto venne affidato all’architetto Domenico Ferri e la sua realizzazione fu eseguita da Giuseppe Bollati: i lavori iniziarono nel 1863. In attesa di poter accogliere il Parlamento Italiano nell’aulica Sala in costruzione assai più capiente, le riunioni si tenevano in un’Aula provvisoria, costruita nel cortile su progetto dell’architetto Amedeo Peyron.  I lavori terminarono purtroppo solo nel  1871. Nel 1864 venne intanto deliberato il trasferimento della capitale a Firenze, e dunque la grande Aula nell’ala Ottocentesca del Palazzo Carignano, destinata ad ospitare il nuovo Parlamento Italiano, finì per non essere mai utilizzata per lo scopo per il quale era stata concepita.

Con il trasferimento della capitale, fino agli anni Trenta del Novecento, quando gli spazi vennero restaurati, il Palazzo fu destinato ad accogliere varie Istituzioni ed Enti, come le Facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Torino che qui si stanziarono al piano nobile e al pian terreno, dopo aver adattato gli ambienti ad uso di aule didattiche.

Negli anni successivi, Palazzo Carignano ospitò i Musei di Mineralogia e Zoologia ed altre collezioni scientifiche dell’Accademia delle Scienze. Tra il 1931 e 1939 si trasferì nel Palazzo la Soprintendenza dell’Arte Medioevale e Moderna. Dal 1938 vi trovò sede il Museo del Risorgimento (che prima era accolto nei locali della Mole Antonelliana), ancora oggi ospitato al piano nobile, sia nella parte seicentesca sia in quella ottocentesca.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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