Motori

Salone dell’Auto di Torino, si apre il quarto capitolo: tutti i numeri e gli appuntamenti

Anche se i marchi ci sono quasi tutti, più che un vero salone è una festa dell’automobile. Un appuntamento con un calendario fittissimo di eventi per accontentare tutti i gusti

TORINO. Non è un’idea semplice, quella che si sono messi in testa gli organizzatori del Salone dell’Auto di Torino. Da queste parti un salone c’era già: ha resistito dal 1900 al 2002, passando perfino attraverso le guerre – ma quelle di una volta, combattute con cannoni che facevano rumore – e non quelle economiche, silenziose ed elettroniche, che all’inizio del millennio hanno azzoppato l’industria dell’auto. Anche la Fiat, l’impero italiano che bastava a proclamare Torino capitale dell’auto, è ormai in fuga scomposta.

Insomma, a Torino di auto – a parte quelle che circolano – sono rimasti i ricordi. Ma vale il tentativo della squadra messa insieme da Andrea Levy, che dal 6 al 10 giugno soffia sulle quattro candeline del salone ospitato in riva al Po. La location, in effetti, è particolare: da una parte il fiume e il suo ecosistema, dall’altra le ultimissime novità di quelle che per gli ecologisti sono le nemiche giurate dell’ambiente. Unica è anche la scelta di abolire il biglietto d’ingresso: ci si registra al sito ufficiale scegliendo il giorno, e ognuno riceve un pass che permette l’ingresso.

Quest’anno c’è l’incognita del tempo, che nella giornata d’apertura ha concesso una “finestra” di caldo e umidità sufficiente a poter vantare l’arrivo di Danilo Toninelli, il neo ministro dei trasporti e delle infrastrutture, alla sua prima uscita ufficiale dopo la nomina ricevuta dal governo Lega-M5S. Ne è nato un piccolo siparietto con il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, a proposito del futuro della Tav.

Questioni che non importano praticamente nulla, ai 700mila visitatori che gli organizzatori si attendono, sperando di bissare i numeri dello scorso anno, quando l’edizione numero tre era stata baciata da un sole agostano. Oltre 40 i marchi presenti, che significa quasi l’en plein della produzione attuale, anche se pochine sono le novità da poter vantare, da quando Dio ha inventato i saloni una delle unità di misura per valutarne l’importanza.

In realtà, fra gli stand dei viali del Valentino ci sono tutti, da Abarth a Volvo, con l’alfabeto rappresentato quasi per intero. Ma in realtà, non è neanche quello ciò che dall’inizio hanno in mente gli organizzatori: più che ad un salone canonico, fin dalla prima edizione hanno strizzato l’occhio alla festa dell’auto, che quest’anno si amplia anche con un “Salone Diffuso”, ovvero la parte “Off” che ormai negli eventi più trendy non manca mai.

Le parate, innanzi tutto, da quella di presidenti e top manager dei brand ospiti, che hanno sfilato per le vie del centro seguiti dai collezionisti di supercar, al “Gran premio del Valentino”, la rievocazione storica-passerella che chiude ogni edizione.

In mezzo, di tutto un po’: convegni, forum, mostre, talk show, premiazioni, talent, convegni, test drive, raduni e celebrazioni, come quella per i 50 anni di “Italadesign”, ospitata nel cortile del Castello del Valentino, per finire con quella che celebra i 70 anni del marchio Porsche.

Germano Longo

Giornalista professionista torinese, collaboratore per anni di "Stampa Sera" e "La Stampa", ha lavorato per oltre un decennio come capo servizio nella redazione di un mensile nazionale di produzione automobilistica. Appassionato di cinema, oltre ad avere realizzato alcuni cortometraggi, ha scritto insieme all'amico e collega Piero Abrate il volume "Cento anni di cinema in Piemonte" (Abacus Edizioni, 1997). Due anni fa è uscito il suo primo romanzo: "Anni di vetro scuro" (Il Punto - Piemonte in Bancarella).

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