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A Susa, anziano si risveglia dalla terapia intensiva: voglio un ghiacciolo

SUSA. Tra le tante storie che arrivano dal fronte Coronavirus c’è anche quella di chi, al termine di un mese di lotta estenuante, il mostro invisibile riesce a sconfiggerlo. La guarigione di per sè non farebbe notizia, visto le decine di migliaia di pazienti usciti dal tunnel del Covid-19, ma è quantomai curioso il fatto che il protagonista, un anziano paziente della Val di Susa, una volta risvegliatosi dalla terapia intensiva, abbia chiesto come unico desiderio quello di poter mangiare un ghiacciolo all’arancia. Una richiesta insolita, ma che non ha potuto non scaldare il cuore dei medici dell’ospedale e del professore Lucio Leggio, responsabile del reparto Covid-19 dell’ospedale civico valsusino, che è subito corso in paese a recuperare l’agognato ghiacciolo per il paziente.

Il professor Leggio ha raccontato ai microfoni dei giornalisti: “Quando durante la visita gli ho domandato se stesse bene e avesse bisogno di qualcosa, mi ha fatto avvicinare con un cenno e senza esitazione, dopo un’odissea che l’ha portato ad un passo dalla morte, mi ha riferito il suo desiderio più grande”.

L’ospedale civico di Susa

Nonostante la stanchezza e le mille preoccupazioni, a fine turno il dottor Leggio non ha dimenticato le parole del suo paziente ed ha approfittato del poco tempo disponibile per recarsi nel supermercato più vicino all’ospedale per comprare non solo il tanto desiderato ghiacciolo, ma anche cornetti e gelati per tutti i pazienti e il personale ospedaliero: “Era il minimo che potessi fare. Il Coronavirus ci ha insegnato l’importanza dei gesti più semplici. E di fronte alla morte, anche mangiare un gelato assume tutto un altro significato”.

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