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Locali torinesi, una lunghissima lista per i caffè storici

Numerosissimi, assai più che nelle altre grandi città d’Italia, i caffè di Torino di metà Ottocento inizi Novecento. C’erano il caffè Marsiglia in via delle Palme (poi scomparso con la creazione di via Pietro Micca), il Cambio, il Chinese in via Bellezia, il Giamaica in via dei Pellicciai (nella zona di via Roma), Massimino in via San Tommaso, accanto al caffè Aurora, Concordia in via Po, Piemonte al pianterreno dell’attuale palazzo dell’Accademia delle Scienze, il Fiorio, il Caffè delle Colonne (poi Vassallo, poi Nazionale) in via Po, il Calosso in via Dora Grossa, Molineri in piazza delle Erbe (poi piazza Giulio), Centro in piazza Castello, Biffo in via Po, Rosso ancora in via Dora Grossa (l’attuale via Garibaldi), Diley sotto i portici di Via Po, Madera, ritrovo dei giornalisti, in via Ospedale, Alfieri presso l’Università, San Filippo o del Silenzio di fronte al Piemonte.

Ivano Barbiero

Giornalista professionista, ha lavorato per 35 anni per l’Editrice La Stampa (Stampa Sera, La Stampa, TorinoSette), scrivendo di spettacolo, cronaca, teatro, arte. Per vent’anni cronista di nera, dal 1990 al 1992 è stato presidente del Gruppo Cronisti del Piemonte e della Valle d’Aosta. Di recente è uscito nelle librerie il suo romanzo noir “Torino. Il guardino dei Cavalieri”.

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