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Il fascino quasi secolare dell’antica tranvia Sassi-Superga

La storica “dentera” di Superga compie 90 anni e ancora consente ai passeggeri di salire sulle sue storiche carrozze e di sedere su panche d’epoca in legno realizzate a mano

La “dentiera” Sassi-Superga (o meglio la “dentera”, come ancora la chiamano pervicacemente quei quattro torinesi autentici che ancora si esprimono nella lingua di Costa e di Pacotto) compie nel 2024 i suoi primi Novant’anni. Evviva, evviva!

Qualcuno dirà: li dimostra tutti! E allora io rispondo: per fortuna, altrimenti il suo fascino svanirebbe seduta stante. Sì, perché salire sui vagoni rivestiti in legno della storica “dentera” e sedersi sulle rigide ma indistruttibili panche originali realizzate a mano quasi un secolo fa, ci proietta contemporaneamente in un viaggio verso l’alto (se si sale a Superga) o verso il basso (se si riscende alla Stazione di Sassi) ma anche, e soprattutto, in un viaggio a ritroso nel tempo. Pensate un po’ se la vecchia e instancabile motrice e i suoi tenaci vagoni al seguito venissero sostituiti da aereodinamici convogli dalle linee spaziali e dai sedili in gommapiuma: che ne sarebbe di quella magia ineffabile che ci fa rivivere romantiche atmosfere d’antan?

A onor del vero, gli anni della “funicolare” Sassi-Superga sono molti di più: a oggi, sono più o meno centoquaranta. E già: perché se è vero che la dentiera attuale è stata attivata nel 1934, è anche vero che essa sostituì la precedente funicolare, inaugurata nel 1884, e che per cinquant’anni di onorato servizio funzionò con il sistema “Agudio” (dal nome dell’ingegnere che lo aveva concepito): il trenino era azionato da un motore che trainava, a mezzo di robuste pulegge sistemate lungo il tragitto, una cavo d’acciaio che scorreva parallelamente al binario.

La “nuova” – si fa per dire – dentiera è invece a trazione centrale su rotaia, ed è unica nel suo genere in Italia. Naturalmente è soggetta a manutenzione e monitoraggio continuo per garantire la sicurezza dei passeggeri e l’assoluta efficienza. Non sono mancati periodi di interruzione, anche prolungati, proprio per poter eseguire scrupolosi lavori di manutenzione della motrice, dei vagoni, dei binari e dei sistemi di trazione.

I binari si snodano per 3,1 chilometri, tra i boschi e le radure della collina, che offrono di tanto in tanto scorci panoramici su Torino estremamente suggestivi. Il dislivello è di 425 metri: la Stazione di Sassi (Piazza Modena), è a 225 metri s.l.m., mentre la stazione di Superga è a quota a 650 metri s.l.m. La pendenza media del percorso è del 13,5%;  ma nel tratto finale, tra Pian Gambino e la Stazione di Superga, la pendenza raggiunge il 21%. 

La tranvia è gestita dalla GTT: il convoglio  è  composto da una motrice che funge anche da vagone-passeggeri e da una o due vetture a rimorchio, con una capacità complessiva di carico pari a 210 passeggeri. Nei pomeriggi delle giornate festive (ma non nel periodo invernale), il servizio è raddoppiato, con l’impiego congiunto di due trenini.

Il servizio è accessibile anche alla clientela con disabilità mediante assistenza di due accompagnatori, previa segnalazione ai numeri telefonici: 011/5764733 – 011/5764750.

Ovviamente, giunti a Superga, è doverosa una tappa lungo il parapetto che delimita il piazzale antistante la Basilica juvarriana per gustare il panorama della città e, nelle giornate luminose, godere il solenne profilo della chiostra alpina piemontese.  Sul lato sinistro della maestosa Basilica è attivo un Servizio bar. Consiglio ai turisti (ma anche a quei Torinesi un po’ “bogianen” che per pigrizia o distrazione spesso dedicano poca attenzione alle mirabilia incomparabili della loro città) di salire sulla Cupola (vi si accede attraverso una scala a chiocciola coeva) per fruire, di lassù, di un panorama ancor più emozionante, davvero mozzafiato. Anche le Tombe dei Savoia, nelle cavità sotterranee della Basilica, meritano una visita, per riscoprire i sepolcri di tanti protagonisti della storia dell’antico Stato Sabaudo. E, naturalmente, non perdete l’occasione di rendere omaggio ai Caduti del Grande Torino: il cippo eretto a memoria degli Invincibili e Immortali eroi granata scomparsi nel fatale schianto aereo del 4 Maggio 1949 è posizionato alla base delle fondamenta dell’antico monastero retrostante alla Basilica, e si può raggiungere attraverso un comodo sentiero.

(Sergio Donna)

Fotografie: gli scatti d’epoca fanno parte della collezione “Mè Piemont” di Beppe Lachello, che ringraziamo

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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