Personaggi

Nati il 22 dicembre: il poeta, scrittore e regista torinese Cesare Meano

Cesare Meano, all’anagrafe Cesare Antonio Augusto Meano nasce a Torino il 22 dicembre 1899. E’ l’ultimo di tre fratelli e una sorella di un’antica famiglia valsusina. Il padre ingegnere, è già infermo, alla sua nascita; lo zio, Vittorio, è l’architetto che progetta e realizza il “Palazzo del Congresso e del Teatro” (Teatro Colón) di Buenos Aires in Argentina.

Pubblica le sue prime poesie nel 1912, quando ha soltanto 13 anni ed è iscritto alla terza ginnasio, sull’Illustrazione del Popolo, settimanale edito dalla Gazzetta del Popolo. Alla vigilia di Natale dello stesso anno, il padre muore. Negli anni successivi inizia una collaborazione con diverse riviste di poesia e letteratura, fino al 1918, quando a 17 anni, viene richiamato per la guerra. In trincea vivrà un’esperienza che lo segnerà profondamente e che ne accentueranno il suo carattere introverso, ma che gli permetteranno di esplorare ancora più intimamente la solitudine e l’animo umano.

Tra il 1920 e il 1925 scrive due romanzi sullo stile di Gabriele D’Annunzio, ma poco dopo li ripudierà. Non corrispondono alla sua visione dell’arte, che lui considera l’espressione del sentimento, del bello e del buono. Dal 1927 al 1929 è un susseguirsi di poesie, collaborazioni con le più importanti testate italiane, tra cui il Corriere della Sera, opere teatrali e conferenze in Italia e all’estero. Nel 1932 pubblica il romanzo Questa povera Arianna, onorato con la medaglia d’oro al premio di Viareggio e tradotto in molte lingue. Nel 1934, con la raccolta di versi Esplorazioni dell’Anima, ha la massima parte del Premio di Poesia alla Biennale di Venezia. Seguono altri due romanzi e il Dizionario Commentario della Moda che nel 1938 viene premiato con un encomio solenne delle Regia Accademia d’Italia.

Inizia a collaborare con l’EIAR producendo racconti e sceneggiature, mentre nel 1934 dirige il film Frontiere, girato all’Ospizio dei Poveri Vecchi di Torino e che vede l’esordio di Gino Cervi sul grande schermo. Quasi tutti gli altri attori non sono professionisti e gli argomenti trattati sono la povertà, la miseria morale, materiale degli immigrati. Il genere, che oggi scopriamo essere precursore del Neorealismo, non piace però al fascismo. Il 1935 è l’anno delle commedia teatrale Nascita di Salomè. È la sua opera più famosa, tradotta in 15 lingue, rappresentata in tutte le capitali europee, in molte città d’America e del Canada. Sempre negli Anni Trenta pubblica alcune sillogi di poesie di un delicato intimismo, quasi crepuscolare

Nel 1939 si trasferisce a Roma dove scrive due romanzi in piena occupazione tedesca. Dopo la guerra fonda una rivista teatrale e nel 1947 dà vita all’Associazione Italiana Autori Teatro (AIAT). Negli anni successivi viene chiamato a Palermo a dirigere il Teatro civico. Nel capoluogo siciliano Meano muore il 24 novembre 1957. Non ha ancora compiuto 58 anni ed è in piena attività artistica, ma la salute non lo accompagna ormai da diverso tempo.

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