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Rosolio alla piemontese, il liquore amato da Vittorio Amedeo III

TORINO. Il rosolio è uno dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Regione Piemonte, in quanto “ottenuto con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni“.

Liquore quasi fiabesco, lo vediamo comparire sia nel cinema che nella letteratura, come nel “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo Collodi, dove la Fata dai capelli turchini ne regala un confetto ripieno al piccolo protagonista di legno.

La storia del Rosolio di Torino, in realtà, è meno antica di quanto si potrebbe credere: fin dal 1500, Torino vanta un importante nomea per la sua produzione di vini e liquori, tra cui il Rosolio, il Ratafià e il famoso Vermouth. Legata a doppio filo dall’ampia diffusione dello zucchero raffinato e dell’acol in Europa del Settecento, il Rosolio sembra avere i natali nei monastero femminili del nord e del sud Italia, nato per essere un “ammazzacaffè” al termine di un pasto, dal gusto delicato e dalla graduazione alcolica leggera, da offrire agli ospiti in visita.

Dal latino “ros solis”, che significa “rugiada del sole”, il Rosolio è protagonista degli elogi di numerosi grandi personaggi del passato, come il il barone de Poollnitz che, nel 1725, nel descrivere la città di Torino, tiene a precisare “famosi il suo rosolio ed i suoi liquori”.

La prima ricetta di cui abbiamo attestazione risale però al 1733, nell’opera gastronomica dell’enologo francese Claude Prudhomme che, nel “Nouvelle instruction pour les confitures”, ne descrive così la preparazione:

Si ottiene con la distillazione. Riempite la metà di un grande alambicco di rame con vino pastoso e delicato. Aggiungeteci cannella, macis, chiodi di garofano con dello zucchero sciolto in qualche acqua profumata a seconda del profumo che che intendete dare al vostro Rosolio, sia acqua di fior d’arancio, sia di gelsomini, tuberose o altro. Coprite il vostro alambicco con il suo capitello o refrigerante, spalmate ben bene le giunture con del budello ammollito o con carta ruvida imbevuta di colla e distillate a piccolo fuoco.

Otterrete un Rosolio gradevolissimo che si conserverà quanto vorrete”.

Nonostante una paternità discussa in tutta Italia, il riconoscimento per la tutela del Rosolio è stato dato al Piemonte, merito di Vittorio Amedeo III, vero amante del rosolio “alla piemontese”, una variante particolare  preparata con un miscela di erbe a base di camomilla, genziana, rose gialle , melissa e lavanda.

Qui, una delle tante ricette del Rosolio di Rose, uno dei più iconici di questa grande famiglia di liquori.

Ingredienti

100 g di petali di rose freschissimi
250 ml. di alcool per dolci a 90°
250 ml. di acqua
250 gr di zucchero

Preparazione

Il primo passo per ottenere un buon risultato nella preparazione del nostro rosolio è quello di assicurarsi di utilizzare unicamente petali di rosa freschi e non trattati con pesticidi di alcun genere; secondo passo, ma non in ordine di importanza, è assicurarsi che il vasetto dove metteremo a macerare i nostri ingredienti sia pulito, e che non vi sia in alcun modo la presenza di odori di sostanze precedentemente riposte: l’aroma di rosa che andremo a ricercare con la preparazione di questa bevanda è particolarmente delicato e volatile, è importante preservarlo da un’eventuale “contaminazione” con altri odori.

Fatte queste dovute attenzioni, è ora di iniziare la preparazione del nostro rosolio: per prima cosa, iniziamo disponendo sul fondo del nostro contenitore uno strato di petali, per poi ricoprirlo con uno strato di zucchero.

Applichiamo lo stesso procedimento fino a terminare i nostri petali di rosa. A questo punto, riponiamo da parte, chiuso ermeticamente, il nostro vasetto. Lo riprenderemo tra una giornata, quando lo zucchero si sarà completamente sciolto: a questo punto, possiamo aggiungere l’alcol, facendo attenzione a ricoprire tutti i petali. Lasciamo il tutto a macerare per un minimo di dieci giorni: in questo periodo, l’alcol estrarrà gli olii essenziali contenuti nei petali di rosa, operazione che garantirà al nostro liquore il caratteristico sapore “rosato”. In questo periodo è consigliato agitare il recipiente una volta al giorno, così da favorire il rilascio degli olii essenziali.

Passato il tempo necessario alla macerazione, aggiungiamo l’acqua, precedentemente lasciata ad intiepidire, ed aggiungiamola poi ai petali con l’alcol, scuotendo con energia il tutto diverse al fine di far “amalgamare” i vari ingredienti. Filtriamo ed imbottigliamo il nostro Rosolio, lasciandolo a riposo per almeno 15 giorni prima di offrirlo ai nostri ospiti, che ne apprezzeranno il sapore tipicamente edelicato e poco alcolico, adatto a quei palati che preferiscono liquori dal gusto più “semplice” e meno marcato.

Mirco Spadaro

Classe '98, rivolese di nascita, frequenta il corso di Lettere Antiche a Torino, sotto il simbolo della città. Tra viaggi e libri, è innamorato della tecnologia e della scrittura e cerca, tra articoli e post su siti e giornali online, di congiungere queste due passioni, ora nella sua "carriera" come scrittore, ora con il "popolo di internet".

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