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Palazzo Galleani di Valperga, la casa più bella del mondo è a Torino

"The number 6" si trova in via Alfieri 6, sede del Gruppo Building

Una targa posizionata all’esterno ricorda che, dal 1929 al 1962, qui ha avuto la sua storica sede il Torino Calcio, negli anni in cui la squadra granata ha vissuto il suo periodo migliore e indimenticabile, fino alla tragedia di Superga; oggi le stanze che hanno ospitato molte volte “Gli Invincibili” sono diventate “La casa più bella del mondo”. Sul suo portone campeggia ancora lo stemma “PVG”.

L’odierno Palazzo Valperga Galleani dimostra come un progetto di riqualificazione e di ristrutturazione di uno stabile d’epoca abbia esaltato l’eleganza barocca del modello costruttivo originale, senza comprometterne alcuna forma estetica.

Il 6 febbraio 2015 questo edificio vince il premio “Building of the Year” (Edifico dell’Anno), promosso da ArchDaily, il sito di architettura più visitato del mondo; il lungo e complesso intervento operato del torinese Gruppo Building è stato capace di conciliare passato e presente, modernità e tradizione, su 6.500 mq di area, con la progettazione dell’architetto Luca Petrone.

All’interno del cortile si può ammirare l’albero luminoso, o giardino verticale, opera e installazione di Richi Ferrero, che lo stesso artista ha raccontato a Exibart (1).

The Number 6 (il palazzo prende questo appellativo dal numero civico di via Alfieri, in cui sorge) vince nella categoria Refurbishment, ristrutturazione, mentre le altre categorie sono state assegnate a Stati Uniti (Interior Architecture), Cina (Offices), Danimarca (Houses e Healthcare Architecture), Cile (Industrial Architecture), Capo Verde (Cultural Architecture), Brasile (Commercial Architecture), Portogallo (Houses) e Turchia (Religious Architecture) (2).

Entriamo, dunque, nel merito del premio e del complesso edilizio che lo ha meritato.

The Number 6 è un palazzo barocco a due passi da Piazza San Carlo che il Gruppo Building, di Piero Boffa, con origini a Piozzo (CN), ha trasformato in un condominio contemporaneo ed all’avanguardia. Il premio “Building of the Year del citato portale americano ArchDaily – 7 milioni di visite al mese, 2 milioni di fan su Facebook, 335 mila follower su Twitter – ha selezionato oltre 3.000 progetti distribuiti in una geografia globale dal Cile al Vietnam, tra Cina, Australia ed Europa; alle selezioni dell’ArchDaily Building Award 2015 hanno partecipato oltre 18 mila architetti, comprese archistar e celebri studi, tra i quali Renzo Piano, Jean Nouvel, Álvaro Siza e Kengo Kuma.

Nella edizione del 2015, The Number 6 è stato scelto tra i migliori cinque progetti della categoria “Restauro” dai lettori di ArchDaily che lo hanno selezionato insieme a: una casa in Portogallo, la rifunzionalizzazione di una chiesa del XVI secolo nei dintorni di Madrid, la riconversione di un antico convento in Belgio e una casa ricoperta dal verde nel centro della capitale vietnamita Hanoi.

Quale è stata l’idea vincente del Gruppo Building?

The Number 6 è stato concepito per restituire all’antico Palazzo Valperga Galleani di Canelli e di Barbaresco, nel cuore della Torino sabauda, la vocazione intrinseca di dimora prestigiosa ed “edificio da reddito” nobiliare che, durante i secoli XVII e XVIII, vive le trasformazioni più significative, ancora oggi leggibili e recuperabili come “facies architettonica” dell’intera area urbana. Sino a qualche decennio fa è stato sede di una grande banca, in una delle vie della “city” torinese.

E qual è la storia del palazzo di via Alfieri 6?

L’edificio viene iniziato prima del 1663 dall’architetto e ingegnere Antonio Maurizio Valperga, che in quell’anno stipula una convenzione con i Carmelitani Scalzi di santa Teresa per costruire una casa adiacente alla propria, su un terreno assegnatogli nel 1646 dalla Madama Reale, Cristina di Francia. Poche le notizie certe sulle origini del costruttore: egli nasce (forse) a Torino, (probabilmente) nel primo decennio del Seicento. Nel 1626 risulta aiutante di Carlo di Castellamonte, al quale si deve il progetto di Piazza San Carlo e abiterà nel suo palazzo sino alla morte.

Nel 1709, il nipote Giuseppe Antonio Valperga vende il palazzo al Conte Giovanni Gerolamo Galleani.  L’anno dopo, il pittore emiliano Cesare Giuseppe Mazzoni è chiamato a realizzare una campagna decorativa interna, di cui oggi rimangono soltanto due testimonianze (una delle quali è invisibile, a causa di una volta ribassata nel tempo).

La famiglia, a partire dal 1781, commissiona una ristrutturazione e un ampliamento a Luigi Michele Barberis, che ne modifica lo schema aperto da villa suburbana a un modello “chiuso” e sposta l’ingresso da una via all’altra. La famiglia Galleani, di origini borghesi, conosce una rapida fortuna e ascesa: ottiene il titolo di Conte di Barbaresco nel 1694 e il feudo di Canelli nel 1704. La loro capacità imprenditoriale li porta ad essere proprietari di una fabbrica di seta in Torino e del Filatoio Rosso di Caraglio, oggi sede del Museo Setificio Piemontese. L’intervento dell’architetto Barberis trasforma le linee stilistiche di una casa privata in un palazzo “da reddito”, come usava in quel periodo.

Nella prima metà dell’Ottocento passa all’avvocato Giuseppe Gattino, proprietario delle miniere di ferro di Traversella; collezionista e amante dell’arte, vi ospita una quadreria citata in molte guide di Torino (3). La biblioteca, composta da circa trentamila volumi, sarà donata alla Città di Torino nel 1902, dall’ultima discendente della famiglia, e oggi si trova alla Biblioteca Civica di Torino. La Damigella Flaminia, eterea presenza di benefattrice, è figlia di Augusta Gattino e del Conte Ernesto Riccardi di Netro. Della sua gioventù, poco si sa e molto si è favoleggiato, a partire da un amore osteggiato verso un ufficiale. Flaminia divideva la sua vita fra l’inverno in via Alfieri e l’estate in una lussuosa abitazione a Meugliano, dove muore il 27 ottobre 1925. Una carrozza funebre la conduce dalla chiesa di Vico al Cimitero Generale di Torino. Tutti i suoi averi passano alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. Nel 1943 il palazzo viene ceduto alla Società Immobiliare Aurelia, che nel 1951 confluisce nel Banco Ambrosiano, occupante lo stabile confinante, che ne farà la sua sede di rappresentanza torinese fino al 2010.

Palazzo Valperga Galleani è oggi un immobile dalle molteplici chiavi di lettura: dall’architettura all’arte, dalla moderna funzionalità al benessere.

The Number 6 coniuga gli spazi storici, protetti dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Culturali del Piemonte, con l’arte: la citata installazione dell’artista Richi Ferrero, elementi scultorei e ambientazioni fruibili dalla cittadinanza, inserite come opere ospiti anche nella rassegna Luci d’Artista.

La ristrutturazione del Gruppo Building ha rinnovato del tutto uno stabile di cinque piani fuori terra, due piani ammezzati e due cortili: ospita 36 appartamenti, 36 box auto suddivisi in sei piani interrati, una moderna Beauty & SPA a servizio dei condomini (sauna, bagno turco e doccia emozionale) e una palestra attrezzata con tecnologia Technogym.

E a Torino, città sempre meno automobilistica, come evidenzia Piero Boffa nell’intervista di apertura al Building Magazine 2022, penso che una immaginaria “linea retta Building” permetta di riconoscere le loro realizzazioni urbane: si parte da Up Town, in corso Giovanni Lanza (ex Villa San Giuseppe, pensionato dei Fratelli delle Scuole Cristiane); in via Lagrange 12 si incontra L12, un progetto residenziale inedito, un dialogo tra le forme storiche del neoclassico e l’architettura contemporanea; ritroviamo The Number 6 in via Alfieri; arriviamo, infine a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, i cui lavori dovrebbero concludersi nel 2025. Nei locali che erano occupati dall’ex Banco di Sicilia, sorgerà una nuova biblioteca.

Ringrazio il Gruppo Building per l’accesso al palazzo e le fotografie concesse; Andrea Serapioni, Responsabile della Comunicazione, per la dovizia di informazioni e la gentilezza dimostrata.

Ezio Marinoni

Note

1.Vedi : https://www.exibart.com/parola-dartista/parola-dartista-richi-ferrero-il-mio-giardino-verticale/
2.Cfr. note e fonti: http://boty.archdaily.com/us/2015
3. La quadreria sarà venduta dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza, divenuta proprietaria del palazzo, all’antiquario Pietro Accorsi, nel 1925/26.  Cfr. A. Cifani-F. Monetti, Il Catalogo della Pinacoteca Gattino di Torino, in Studi Piemontesi, vol. XIX, fasc. I, 1990, pp. 213 – 243

Ezio Marinoni

Ezio Marinoni (Torino, 1962), dal 2018 è iscritto all’Albo dei Giornalisti del Piemonte. Ha collaborato al trimestrale Plus Magazine con la rubrica “Emozioni tra arte cinema e libri” e con la testata Agenda Domani. Attualmente è collaboratore del blog ligure Trucioli e redattore della testata on-line Civico20News, su temi di arte, storia e territorio. Una sua silloge poetica è compresa nel III volume della “Storia della Letteratura Piemontese”, curata da Camillo Brero (Piemonte in Bancarella, 1981) È autore delle seguenti opere: Il libro e l’affresco di Elva (Edizioni Mille, 2019) - Una vita di versi (Crearte, 2020) - Elva. Il mio sguardo (Edizioni Mille, 2022) - Torino bianca e noir (Graphot, 2023) con Milo Julini - Racconti ritrovati (2023).

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