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Nati il 7 giugno: il pittore e cineasta torinese Pier Antonio Gariazzo

Un personaggio eclettico, dai mille interessi, è stato sicuramente Pier Antonio Gariazzo, medico, pittore, incisore, scrittore, nonché cineasta nato a Torino il 7 giugno 1879. Figlio di un ricco possidente di origini biellesi, su imposizione paterna, Pier Antonio Gariazzo si laurea in medicina e chirurgia nel 1902 con una tesi su La nevrosi in rapporto al meraviglioso. Esercita la professione di medico solo durante la Grande Guerra, quando è di stanza all’Isonzo. Ma a guerra conclusa, decide di trascurare del tutto la scienza medica, per seguire la pittura, l’incisione e l’acquaforte, vocazione che lo accompagna sin dalla più tenera età. Si trasferisce quindi a Roma dove da Francesco Vitalini apprende l’arte della calcografia, poi in Belgio. Infine, torna a Torino dove frequenta lo studio di Giacomo Grosso.

A livello pittorico esordisce nel 1899 alla Promotrice torinese, partecipando poi tra il 1902 e il 1908 alle esposizioni quadriennali torinesi. Nella sua attività di artista, realizza una serie di ritratti raffiguranti paesaggi naturalistici (ispirati alla campagna piemontese e laziale), e numerosi ritratti Belle Époque in tecnica mista a carboncino e incisione. Tra questi vi è un ritratto del 1907 dedicato all’amica scrittrice Amalia Guglielminetti.

Nello stesso periodo, si avvicina alla cinematografia che vede in Torino la capitale indiscussa a livello europeo. Inizialmente collabora come consulente artistico all’Itala Film, mentre nel 1911 decide di dare vita ad una casa cinematografica tutta sua: la Savoia Film. In qualità di produttore, realizza un discreto numero di film, alcuni di successo come In hoc signo vinces del 1913, di cui è anche direttore artistico, regista e sceneggiatore. Nel 1916 abbandona la Savoia Film, e collabora con la Pasquali Film, la Gloria Films, la Vay Film. In Germania nel 1924 dirige il suo ultimo film dal titolo Salvezza interpretato da Diana Karenne.

Una incisione realizzata da Pier Antonio Gariazzo

Dopo l’esperienza cinematografica decide di tornare alla sua attività di pittore, tenendo varie esposizioni personali a Parigi, Berlino, Londra e Bruxelles. Ma anche nel 1939 a Milano, l’anno successivo a Torino. E, ancora, nel 1941 a Roma, Milano e Cremona. Nel 1950 presenta a Torino una serie di dipinti interpretativi della musica, tra cui Preludio in do diesis minore di Rachmaninof.

Nella sua lunga e versatile carriera artistica dà alle stampe anche alcuni libri, tra i quali nel 1907 La stampa incisa e nel 1918 Il teatro muto. Muore nel capoluogo piemontese a quasi 85 anni il 10 gennaio 1964.

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