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Museo di Ostana: alla scoperta degli antichi mestieri di montagna
OSTANA. Se amate la storia e le tradizioni contadine, non può mancare tra le vostre visite quella al Civico Museo Etnografico di Ostana, in alta Valle Po, nel Cuneese. Allestito nel 1996, è nato con l’intento non solo di far memoria di un tempo passato, quanto, ancor più, di far conoscere ed apprezzare la varietà e la complessità del mondo che rappresentava questo fazzoletto di terra occitana. Le sale del museo sono allestite con ricostruzioni dei vari ambienti; il visitatore può contare inoltre su schede esplicative, documenti e fotografie per calarsi appieno nella realtà di un tempo.
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Nella prima sala, apprese le principali vicende storiche del paese e osservata la cartina del 1900 con i toponimi locali in occitano, il visitatore entra nel laboratorio di un mënuzie (falegname) e conosce i suoi vari attrezzi di lavoro: oggetti non riprodotti ma originali.
Nella seconda sala si visitano l’ëstabi (la stalla) e la vòouto (la cantina). Nella stalla, il locale dove si svolgeva la vita in inverno, si trovano lou liëch e la parondo in paglia di segale, a riparo dell’umidità, l’ëstuo in pietra, lou driçòou per riporre le stoviglie, la boncho dë palho, lou couròou per i primi passi dei bimbi, la cuno per i neonati, il rouét per filare la lana. Ed ancora, la crëppio ed i recipienti per il bestiame come la tinozza per l’abbeveraggio ed i secchi per la mungitura, e, appese al jouquìe de jaline, le sounalhe e le canàoule (collari di legno). In cantina si ritrovano gli attrezzi tipici della lavorazione del latte: la siroùiro, i baçin, e le gavie, l’oulo, la buriëro, le palëtte, la cavanho cioè il cesto in vimini in cui era riposto il burro avvolto nelle foglie di piàie (acero di monte) e nel mantil, portato a vendere al mercato, il venerdì, dalle donne che scendevano a piedi a Paesana.
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La terza sala è dedicata all’abbigliamento di Ostana in uso fino agli anni Cinquanta del Novecento con tanto di abiti da sposa, camicie e lenzuola in télo, la fibra tessile della canapa, coltivata sul luogo fino alla Seconda guerra mondiale, “pettinata” dai brustiàire e “lavorata” dai tisòou del paese. Una macchina per cucire risalente a fine ’800 e la “divisa” religiosa della Coumpanìo dë les Filhe dë Marìo completano l’allestimento.
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Nella quarta sala si entra nel mondo delle coltivazioni in uso in Alata Valle Po con gli attrezzi utilizzati in questi lavori (zappe di varie fogge, gerle, tridente, basto), i semi di grano saraceno dentro l’umino, il contenitore cilindrico che si usava come misura di capacità per le granaglie, e il vëntouar di inizio Novecento. Oltre al grano saraceno, la terra di Ostana produceva anche segale, patate e orzo. In un angolo della stessa sala, che è in realtà la stanza che un tempo ospitava gli alunni di Ostana, si osserva uno scorcio di vita scolastica dei primi anni del secolo scorso: un banco originario, la cattedra, una cartina geografica del 1920, pagelle, quaderni, libri ed una cartella di legno, tutti risalenti a quegli anni. Un piccolo spazio è inoltre dedicato al chavatìn con chiodi, tomaie, forme per le scarpe e zoccoli. In un armadio a vetrina restaurato, i “preziosi” della ricca collezione del museo: monili, orologi, lumi d’epoca, copie di antiche pergamene e una copia degli Statuti di Ostana risalenti al 1425.
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Per informazioni: tel 0175.94915 – 3337499962 – www.reneis.org
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