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Il Borgo di Vettigné: una piccola “perla grezza” in provincia di Vercelli

SANTHIA’. Il borgo di Vettignè vanta una storia lunga e piena di leggende e aneddoti: alcuni per lo più fantasiosi, altri, che serbano un fondo di verità. La sua collocazione si trova nel cuore della campagna del paese di Santhià, a pochi km dal suo centro abitato. L’anima di Vettignè è contenuta all’interno del suo castello, attorno a cui si è sviluppata la storia del borgo. E’ difficile datare ogni elemento della costruzione, purtroppo ci sono poche informazioni a proposito, ma sicuramente le sue parti più antiche risalgono al XV secolo.

La visita guidata del borgo inizia, lasciando le macchine vicino all’unico Bed and Breakfast di Vettigné, “Il Passatempo di Enrica”, che è proprio il nome della proprietaria, che ci accompagna e ci parla con trasporto delle vicessitudini del borgo. E’ bene sapere che Vettigné e il suo castello sono visitabili solo attraverso le visite guidate, organizzate dal B&B.

La struttura del castello è a pianta quadrangolare, ovviamente non è intatta per intero, ma si può accedere all’ampio cortile, su cui si affacciano gli edifici sopravvissuti al tempo. L’edificazione del castello risale al 1460 circa e si compone di una piccola rocca abbastanza massiccia, munita di una torre cilindrica (l’ingresso è chiuso al pubblico) e di una torre più piccola, quadrata, posta a sporgere all’angolo di sud-est. La seconda parte del castello ha come elemento principale un torrione, collocato all’angolo opposto, da cui si intravede ancora l’antico ingresso. Il sito su cui è stato costruito il castello è proprio sull’incrocio di due vie, all’epoca molto trafficate e dalla grande importanza commerciale: la via Svizzera e la via Francigena. Si dice infatti che il nome “Vettignè” abbia origine da “Vectigal”, ovvero il dazio che si pagava per ottenere il diritto di passaggio dal borgo.

Grazie alla sua posizione strategica e commerciale, Vettigné divenne presto un borgo ricco e florido, tanto che nel 1700 circa, grazie alla messa a dimora delle colture risicole, divenne una vera e propria azienda agricola. La sua rilevanza economica gli permise di divenire un comune a tutti gli effetti dal 1700 al 1800.

Tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII secolo, il castello subì molte trasformazioni e nel 1867 passò ai Savoia, quando Maria Vittoria Carlotta Enrichetta Dal Pozzo della Cisterna (famiglia proprietaria del castello) sposò il principe Amedeo di Savoia.

Nei primi anni del ‘900, il borgo ha acquisito sempre più un carattere agricolo. Gli edifici che si conservano ancora, testimoni di quel tempo non così lontano, sono ancora visibili oggi. Dietro le mura posteriori, c’è ancora il bellissimo mulino, poi un edificio risalente agli anni ‘30 – ‘40, che ospitò un refettorio e dormitorio (per le mondine). Più antica è invece la chiesa, risalente al 1742, costruita per la popolazione del borgo.

Dal 1960 in poi, durante il boom economico italiano, Vettigné cominciò a spopolarsi piano piano. Le nuove fabbriche, distribuite nelle città vicine, e i nuovi metodi agricoli furono le cause che portarono Vettigné all’isolamento dai tempi moderni. Così, tutti i locali, che erano stati creati per la vita degli abitanti, come la scuola e l’osteria, rimasero abbandonati per molti anni. Dal 1998 però la parte principale del borgo è stata riqualificata e ristrutturata, grazie all’impegno di Enrica, che dal 2006 ha aperto il suo grazioso Bed and Brekfast, che ospita i visitatori ansiosi di saperne di più di questo borgo, così particolare.

Per prenotare la visita, basta contattare Enrica (328.0646284), che sarà felice di mettere a disposizione il suo sapere.

Chiara Parella

Chiara Parella

Classe ’87, torinese di nascita, ma astigiana di adozione, dopo una formazione classica, si è laureata in scienze e tecnologie agroalimentari presso l’Università degli Studi di Torino. Si occupa di marketing e comunicazione e scrive per alcuni blog di settore. Amante da sempre della letteratura latina e della cultura in generale, è autrice del libro “La figlia sfuggente”, il suo esordio letterario (Letteratura Alternativa Edizioni, 2020).

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