Curiosità

Viaggi della memoria: a spasso tra i vecchi cinema di quartiere ormai scomparsi

Il Supercinema Fiamma vantava lo schermo più grande d’Italia. In Borgo San Paolo, in piazza Sabotino, permane solo l’Eliseo a portare avanti una secolare tradizione di proiezioni di qualità

Siamo abituati a vederlo lì, all’angolo tra via Di Nanni e via Monginevro, a far da sentinella sulla caotica piazza Sabotino. Eppure, il Cinema Eliseo non si è sempre chiamato così.  Un tempo era chiamato Cinema Brovetto (dal nome di chi lo aveva costruito cento anni fa). Del resto gli anni passano, passano le abitudini, cambiano i nomi delle cose, dei luoghi e delle strade. Anche piazza Sabotino un tempo si chiamava diversamente: veniva chiamata piazza Peschiera; ed ha cambiato nome anche l’antica via Villafranca, che a partire dall’ultimo dopoguerra è divenuta via Dante Di Nanni. Ma ci sono dei riferimenti che non passano e non cambiano mai, come è appunto il vecchio, centenario Eliseo. Il Brovetto aveva certo un aspetto molto diverso dall’attuale, sia all’esterno, e ancor più al suo interno. In quella sala, dai sedili in legno, intrisa di fumo, eppur così gremita in quegli anni lontani, certo si davano appuntamento, nei pomeriggi di festa, molte coppie di fidanzati del borgo, dove nella penombra forse si scambiavano la prima timida carezza.

Piazza Sabotino e, sullo sfondo, il cinema Eliseo

L’Eliseo si è salvato, è vero, ma quanti altri storici cinema di quartiere sono stati smantellati! E mi rattristo a pensare che oggi, per il diffondersi dei film in DVD o di quelli scaricati da Internet, e per la moda prevalente di concentrare le proiezioni in anonime multisale nei centri commerciali, si sono volute demolire le tradizionali sale cinematografiche perché divenute troppo poco redditizie.

Cent’anni fa, certo, tutto era molto diverso. E lo era anche solo cinquanta, vent’anni fa, in Borgo San Paolo, come altrove in città. Negli anni Venti del Novecento, l’attività ricreativa e sportiva degli abitanti del quartiere si praticava soprattutto alla domenica, che d’altronde rappresentava l’unica giornata libera della settimana per i residenti, in gran parte operai, e il cinema, in alternativa ai dopo lavoro, ai circoli, alle sale da ballo e alle piòle, costituiva un’attrazione fortemente magnetica. Oltre al Cinema Brovetto, l’attuale Eliseo, in Piazza Sabotino c’era anche un’altra sala, sia pur meno capiente: era posizionata all’angolo con corso Peschiera, sul lato est della piazza, dove attualmente si trova un negozio di telefonia, e accanto, una pasticceria-bar. Una terza sala cinematografica, aperta solo per le proiezioni serali, era attiva presso la Birreria Boringhieri (che aveva sede negli attuali giardini di Piazza Adriano).

Negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, ma anche nell’ultimo dopoguerra, furono costruite molte nuove sale. Proiezioni di pellicole erano effettuate anche nei Cinema-Teatro delle Chiese, come in quello di via Luserna, dai Salesiani (Cinema-Teatro San Paolo-don Bosco), o quello sotto la Chiesa di San Bernardino (poi trasformato in Cinema-Teatro Araldo).

A partire dagli anni Settanta-Ottanta, cominciò lo smantellamento dei cinema di quartiere. Dopo la demolizione dello storico Cinema San Paolo di via Cesana 78, che ha lasciato il posto ad un supermercato Conad, fu il turno dell’ex Super Cinema Fiamma di corso Trapani 57. La sala venne inaugurata il 20 dicembre 1956 con il film “L’impero del sole”, con Silvana Pampanini, protagonista ed ospite d’onore alla proiezione inaugurale. Poteva accogliere almeno 1200 spettatori, ed era dotata di uno schermo che, all’epoca, era considerato il più grande d’Italia.

L’abbattimento avvenne nel mese di ottobre del 2008. L’ultima proiezione si tenne nel 2004, con appena un paio di decine di spettatori in sala. Al suo posto, oggi c’è un palazzo con 20 appartamenti, con una superficie tra gli 80 e i 100 metri quadri ciascuno.

E dire che ancora nell’anno 2000, i film “Il gladiatore” (diretto da Ridley Scott e interpretato da Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Richard Harris), e “Chiedimi se sono felice” (con Aldo, Giovanni e Giacomo, prodotto da Medusa Film, con musiche di Samuele Bersani, e diretto dal trio comico e da Massimo Venier), entrambi in cartellone al Fiamma per molte sere, avevano registrato il tutto esaurito, con oltre mille persone in sala ad ogni proiezione.

Là dove Borgo San Paolo sfuma nel quartiere Cenisia (i confini tra i quartieri torinesi sono e sono stati spesso più sentimentali che amministrativi), tra gli ultimi locali ad essere smantellati, per lasciar spazio a nuovi edifici, ricordiamo ancora l’America di via Frejus 26, noto Dancing che fungeva anche da sala cinematografica.

Una dopo l’altra, sono sparite quasi tutte le sale di periferia di una Torino d’antan, che è stata anche capitale del cinema: una Torino romantica, lavoratrice, modesta, tenace, resiliente, e che sapeva accontentarsi di quanto offriva la vita, ma restava sempre fiduciosa nel futuro. Quel piccolo mondo antico certamente non tornerà mai più. I tempi corrono inesorabilmente, i gusti cambiano, ma… quanta nostalgia.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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