Personaggi

Nati il 28 ottobre: il pittore originario di Salasco (Vc) Giuseppe Cominetti

Figlio di Antonio Cominetti e di Maria Carignano, fratello maggiore del regista, sceneggiatore e giornalista Gian Maria  (1884-1961), Giuseppe Cominetti nasce il 28 ottobre 1882 a Salasco, piccolo centro a pochi chilometri da Vercelli. Studia a Torino, dove frequenta contemporaneamente il liceo classico e l’Accademia di Belle Arti.

Nel 1902 si trasferisce a Genova, dove frequenta gli scultori Bistolfi, Bassano, De Albertis, i pittori Nomellini, Olivari, Geranzani, Schiaffino, e alcuni scrittori e poeti, tra i quali Baratono, Martini, Sbarbaro. Lo stretto contatto con Nomellini contribuisce a convertirlo definitivamente al divisionismo.

Esordisce alla Promotrice genovese nel 1903, e in seguito vi parteciperà assiduamente. Nel 1907 espone alla Promotrice I conquistatori del sole, in cui la tecnica divisionista si manifesta in un evidente impegno allegorico-sociale. La chiamata a partecipare al Salon parigino del 1909 consente al giovane Cominetti di intraprendere quel cammino oltre confine che lo indurrà a trasferirsi nella capitale francese insieme al fratello Gian Maria. Nella capitale transalpina Cominetti frequenta numerosi esponenti del mondo artistico e culturale che gli consentono di arricchire la sua tavolozza di luce e colori riscontrando successi da parte di critica e di pubblico. Incontra gli esponenti dell’École de Paris e collabora come critico d’arte a Le Monde. A Parigi Giuseppe assiste con interesse alla nascita del Futurismo, dopo la pubblicazione nel 1909 del celebre Manifesto sulle pagine di Le Figaro a firma Filippo Tommaso Marinetti. Tuttavia, egli non compare ufficialmente fra i sottoscrittori del Manifesto tecnico della pittura futurista del 1910.

Alcune sue opere figurano alla Galleria d’Arte Moderna di Genova, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, alla Galleria comunale d’arte di Cagliari e al museo Borgogna di Vercelli. Nel 1928 è vittima di un incidente stradale che gli lascia gravi problemi di mobilità e di salute: per questa ragione l’anno successivo non può partecipare all’apertura della sua mostra dei disegni di guerra organizzata presso il ridotto del Teatro Quirino di Roma e presentata da Filippo Tommaso Marinetti. A seguito di un ulteriore peggioramento, si spegne a Roma il 21 aprile del 1930: ha soltanto 47 anni.

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