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L’Unesco premia il Piemonte per l’arte musicale dei suonatori da caccia

La candidatura partita nel 2014 dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi. Mente e anima della candidatura l’Accademia di Sant’Uberto e il suo Equipaggio della Regia Venaria

TORINO. Alla Reggia di Venaria e alla Palazzina da Caccia di Stupinigi si festeggia. Nel pomeriggio di oggi è arrivata, da Parigi, una notizia che si attendeva da tempo: il riconoscimento Unesco, tra i patrimoni immateriali, dell’arte musicale dei suonatori di corno da caccia. Stiamo parlando del corno naturale, “senza valvole o pistoni”, in uso nella tradizione sabauda e francese. E’ frutto di una candidatura internazionale  tra Francia, Belgio, Italia e Lussemburgo, annunciata proprio in Piemonte, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, nel 2014.


Per presentare la candidatura, coordinata tecnicamente e scientificamente dal Servizio Unesco del Segretariato Generale del Mibact, l’Accademia, con il Ministero dei Beni Culturali, ha coinvolto Regione Piemonte, Reggia di Venaria, Palazzina di Stupinigi, Città di Venaria e Nichelino.  Questo riconoscimento riguarda direttamente la nostra regione in quanto l’Italia è rappresentata dal Piemonte, dai suonatori dell’Equipaggio della Regia Venaria, gruppo musicale dell’Accademia di Sant’Uberto. La soddisfazione per il riconoscimento dell’arte si aggiunge ai  tanti riconoscimenti Unesco avuti dal Piemonte, architettonici, naturalistici, gastronomici, con la peculiarità di contribuire al loro avvaloramento ricostruendone dal vivo il paesaggio sonoro“, sottolinea Vittoria Poggio, assessore alla cultura della Regione.

La pratica dello strumento ha una storia unica rispetto agli altri: nato e sviluppato tra  XVII e XVIII secolo per le cacce reali è stato simbolo del potere e della magnificenza delle corti d’età barocca, ma contemporaneamente opportunità per i musicisti, subito introdotto nella musica d’arte, in ambito militare e d’ intrattenimento.

Il riconoscimento è un incentivo a promuovere la trasmissione e diffusione di quest’arte: mentre la formazione continuerà alla Reggia di Venaria, parallelamente si lavorerà a sviluppare il dialogo con altre  comunità di suonatori con pratiche assimilabili a quella del corno da caccia in uso in Piemonte e Francia (come il corno barocco o il Parforce della tradizione mitteleuropea).

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