Cultura & Spettacoli

Cristina e Giovanna Battista: Torino omaggia le Madame Reali

TORINO. Si è da poco inaugurata a Palazzo Madama, a Torino, la mostra Madame Reali. Cultura e potere da Parigi a Torino. L’evento (che non a caso è stato accolto proprio nell’aulico palazzo torinese che fu scelto come residenza privata dalla seconda delle due Madame Reali, e per questo venne chiamato Palazzo Madama) si protrarrà fino al 6 maggio 2019.

Essa racconta la vita di due donne di potere, che lasciarono un forte segno nelle vicende storiche del Piemonte, e che furono al centro della vita politica e militare del Ducato di Savoia tra il 1619 e il 1724, dando un grande impulso urbanistico, culturale ed artistico allo stato sabaudo, facendo di Torino una grande capitale europea, in grado di competere con le sedi delle corte parigina, viennese, londinese e madrilena.

Le due Madame sono Cristina di Francia (Parigi 1606 – Torino 1663) e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours (Parigi 1644 – Torino 1724). Due figure chiave dello scacchiere politico europeo, che imposero il loro ruolo di reggenti di un piccolo e prestigioso Stato, per difenderne l’autonomia ed accrescerne il prestigio. Sono esposte più di 120 opere (dipinti, oggetti d’arte, arredi, tessuti, gioielli, oreficerie, ceramiche, disegni e incisioni) per ripercorrere cronologicamente la biografia delle due Madame Reali e scoprire le loro sfarzose residenze, i sontuosi balli di corte, ma anche la forte devozione religiosa, e il ferreo e determinato carattere. 

Madama Cristina, o Chrestienne de France, era figlia del re di Francia Enrico IV di Borbone e di Maria de’ Medici, e giunse a Torino da Parigi nel 1619 all’età di tredici anni, quale giovanissima sposa di Vittorio Amedeo I di Savoia. Il matrimonio cementò l’alleanza tra il Piemonte e la Francia, rafforzando la posizione dei Savoia tra le Case Reali d’Europa. La Mostra espone anche un ritratto del conte Filippo d’Aglié, cortigiano raffinato, coreografo di corte, amante e fedele consigliere di Cristina. Cristina fece ampliare e arredare due prestigiose residenze extra-urbane: il grandioso castello del Valentino, sul Po, e la Vigna in collina (o Villa della Regina, ora nota come Villa Abegg). Rimasta vedova nel 1637, Cristina assunse la reggenza del Ducato in nome del figlio minorenne Carlo Emanuele, scontrandosi con i suoi cognati, il cardinal Maurizio e il principe Tommaso di Savoia-Carignano, alleati degli Spagnoli. La guerra civile (tra filo-francesi e filo-spagnoli) si protrasse fino al 1642, quando finalmente si firmò un accordo fra la reggente e i cognati, che prevedeva il matrimonio della figlia Ludovica con lo zio, il Cardinal Maurizio. Cristina riuscì a mantenere l’indipendenza del Ducato e del proprio potere, che fu ceduto formalmente al figlio nel 1648. Di fatto, però, continuò a governare fino alla morte, avvenuta nel 1663.

L’altra protagonista della Mostra è Maria Giovanna Battista, la seconda Madama Reale, che fu una donna molto caritatevole e convinta operatrice di pace. Nipote di Enrico IV di Francia, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, anch’essa parigina, era stata dama di corte della regina di Francia. Lasciò nel 1665 la reggia di Luigi XIV, il Re Sole, per diventare duchessa di Savoia, sposando Carlo Emanuele II, figlio della precedente reggente. Rimasta vedova nel 1675, Maria Giovanna Battista resse il Ducato fino al 1684, quando il volitivo figlio Vittorio Amedeo II, ormai adulto, assumerà d’autorità il potere. Nel periodo in cui resse il Ducato, Maria Giovanna Battista si trovò a fronteggiare le grandi carestie degli anni 1677-1680. Donna molto generosa, al fine di prestare aiuto ai reietti, ai malati e ai bisognosi, istituì un Monte di prestito e fondò l’ospedale San Giovanni Battista, nell’area di espansione della città verso Levante. Promosse inoltre la nascita dell’Accademia delle Belle Arti di Torino. Scelse come residenza quello che venne chiamato Palazzo Madama, dopo aver incaricato, nel 1718, l’architetto messinese Filippo Juvarra a realizzare lo scenografico scalone d’onore, uno dei capolavori assoluti del Barocco europeo.

La mostra è anche un interessante spaccato della vita di corte a palazzo.
Le opere esposte provengono da prestiti di collezionisti privati e di importanti Musei italiani e stranieri: il Polo museale del Piemonte, con ritratti dalla quadreria del Castello di Racconigi, i Musei Reali di Torino, la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, le Gallerie degli Uffizi e il Museo degli Argenti di Firenze, il Museo dei tessuti e il Museo di Belle Arti di Lione, il Museo del Rinascimento di Ecouen, il Museo del Prado di Madrid, il Museo del Castello di Versailles. Tra gli artisti in mostra citiamo: Anton Van Dyck, Frans Pourbus il giovane, Giovanna Garzoni, Francesco Cairo, Philibert Torret, Giovenale Boetto, Jacques Courtilleau Charles Dauphin, Pierre Gole, Carlo Maratta, Maurizio Sacchetti, Filippo Juvarra.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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