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Giornate FAI d’autunno, in Piemonte aperti molti castelli e dimore storiche

TORINO. A Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio, è dedicata l’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno: mille aperture a contributo libero in 400 città in tutta Italia, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre. A seguire alcune tra le aperture più interessanti del Piemonte.

Torino, Castello del ValentinoVisite sabato 17 e domenica 18 ottobre

Il castello del Valentino a Torino

Il Castello del Valentino, inserito dal 1997 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, si trova sulla riva ovest del fiume Po e oggi ospita il Dipartimento di Architettura del Politecnico di Torino, dopo essere stato, all’inizio dell’Ottocento, sede della Scuola di Veterinaria e, dagli anni Sessanta del secolo, sede della Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri. Acquistata da Emanuele Filiberto nel 1564, la “villa fluviale”, situata nella regione del Vallantinum, così chiamata perché segnata dalla presenza di una valle solcata da un corso d’acqua, venne donata nel 1619 a Cristina di Francia in occasione delle nozze con il futuro Vittorio Amedeo I e tra il 1620 e il 1621 venne trasformata in maison di plaisance su progetto di Carlo di Castellamonte. Nel 1645-1646 furono costruiti, sempre su progetto di Amedeo di Castellamonte, due padiglioni verso Torino, collegati da un sistema di portici terrazzati in forma di esedra semicircolare che definiscono un grande cortile d’onore. Nel 1850 l’edificio fu ceduto dalla Corona al Demanio dello Stato e nel 1857-1858 venne ampliato e restaurato in occasione della Sesta Esposizione Nazionale dei prodotti di industria, voluta dal Ministro delle Finanze Camillo Benso conte di Cavour. Durante le Giornate FAI d’Autunno si potranno visitare, al piano nobile, il salone d’onore, affrescato da Isidoro Bianchi da Campione tra il 1633 e il 1642, e le stanze più significative dei due appartamenti reali a esso collegati: quello destinato a Cristina, connotato da stucchi dorati, e quello destinato al principe ereditario (il futuro Carlo Emanuele II), con una decorazione più sobria di stucchi bianchi e rappresentazioni

pittoriche, opera di Alessandro Casella. Il percorso riporterà a piano terra, dove si visiterà la piccola cappella, con pianta rettangolare e finemente ornata con stucchi bianchi raffiguranti elementi vegetali, festoni di fiori e frutta e testine di putti.

Castagneto Po (TO), Parco di Villa Ceriana – Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre

Nel 2019 la Croce Rossa Italiana ha ricevuto in dono dalla Fondazione Alwaleed Philanthropies, presieduta dal principe saudita Al Walid bin Talal, una dimora storica sulla collina di Torino: Villa Bruni Tedeschi, già Ceriana. Il nome originario deriva dai conti Ceriana, che ne divennero proprietari nel 1859, successivamente la villa passò in eredità ai conti Fè d’Ostiani e nel 1952 venne acquistata dall’ingegner Alberto Bruni Tedeschi. La prestigiosa dimora dell’XI secolo, gioiello della campagna torinese, era una delle più raffinate e importanti residenze europee. Situata sui pendii delle colline torinesi si estende per circa 1.500 metri quadrati e conta più di 40 stanze con affreschi antichi e decori originali. All’esterno la villa è circondata da un parco di 144 ettari in cui sono presenti alberi secolari e un tempo coltivato a orti, frutteti con ampie terrazze ricche di fiori e antiche serre. Il parco, realizzato in pochi anni a partire dal 1847, è opera di Marcellino Roda (18141892), giardiniere e paesaggista, attivo con il fratello Giuseppe al parco di Racconigi. La Croce Rossa Italiana è proprietaria di molti importanti edifici storici in tutta Italia che intende valorizzare e far conoscere a un pubblico sempre più vasto per sottolineare la sua presenza anche nella vita culturale della comunità.

Villa Ceriana a Castagneto Po

Alessandria, Itinerario dedicato a Ignazio Gardella

Durante le Giornate FAI d’Autunno si potranno visitare due opere del grande architetto milanese Ignazio Gardella (1905-1999), dagli esordi agli anni Novanta. La prima tappa dell’itinerario sarà il Presidio Riabilitativo Teresio Borsalino (visite sabato 17, domenica 18 e 25 ottobre), nato in seguito all’alluvione del novembre 1994 e alla ristrutturazione degli spazi di quello che fu il Sanatorio Antitubercolare Vittorio Emanuele III. Fatto costruire da Teresio Borsalino (1867-1936), il sanatorio venne progettato negli anni Venti da Arnaldo Gardella, insieme al suo socio di studio Luigi Martini, e portato a termine dal figlio Ignazio, che qui si cimentò nel suo primo incarico. Inaugurato nel 1936, è un esempio emblematico del nascente razionalismo per l’assoluta mancanza di decorazione, una vera “macchina per guarire”. La visita permetterà di scoprire la chiesa, che Ignazio ha plasmato secondo un lessico nuovo, intriso di riferimenti internazionali, in antitesi al classicismo paterno. La torre campanaria a traliccio caratterizza l’edificio e denuncia, in maniera forte, l’adesione a un nuovo modo di “fare architettura”: posta in facciata, ha nella parte terminale un traliccio in cemento armato, funzionale a sostenere la campana.

Ancora,il Dispensario antitubercolare di Alessandria (visite sabato 17, domenica 18 e 25 ottobre), luogo di prevenzione contro la tubercolosi realizzato tra il 1934 e il 1938, è una delle opere più celebri di Gardella, che accede di diritto al gruppo degli architetti del Movimento Moderno Italiano. Un’opera giovanile dalla lunga vicenda progettuale, in cui Gardella propone un’alternativa al modello definito dal Ministero per i dispensari antitubercolari – da lui non considerato adeguato perché la rigida simmetria, funzionale alla separazione fra uomini e donne, non consentiva una fruizione umana e compassionevole della struttura. Per questo, oltre a riprendere e utilizzare elementi della tradizione della casa rurale lombarda, elabora un progetto con un ingresso asimmetrico nella grande sala d’attesa che permetteva l’accesso agli altri ambienti. Il progetto è accolto con sfavore; Gardella viene rimosso dall’incarico e l’edificio modificato, spostando la scala di accesso al centro. Nel 1991, però, Gardella partecipa al progetto di restauro della sua opera, riportandola all’aspetto da lui ideato, con l’ingresso asimmetrico. L’edificio è stato riportato a allo splendore originario ed è oggi utilizzato come poliambulatorio: ha quindi mantenuto la sua funzione sanitaria.

Garessio (CN), Castello Reale di Valcasotto – Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre e sabato 24 e domenica 25 ottobre

Riaperto ad agosto 2020 dopo anni di chiusura e di restauri, il Castello di Valcasotto, di proprietà della Regione Piemonte, si trova immerso nei boschi, alle pendici del Bric Mindino, a 1090 metri di quota. In origine monastero certosino, nel 1837 venne acquisito dai Savoia e trasformato in castello di caccia da Carlo Alberto, combinando in modo magistrale la semplicità di un ex convento con lo stile monumentale che si addice a una residenza sabauda. Il castello fu luogo di svaghi privati: qui Vittorio Emanuele II, il re cacciatore, organizzava imponenti spedizioni venatorie e la principessa Maria Clotilde trascorreva l’estate. Ancora oggi, frammenti della vita di corte emergono dalle camere da letto con arredi originali e dalle cucine del re, che saranno illustrati dai narratori del Gruppo FAI Giovani di Cuneo. Il percorso toccherà anche la cappella reale e la torre campanaria e, da una vetrata, sarà possibile l’affaccio sull’area archeologica con le rovine dell’antica chiesa e del convento.

Calosso (AT), Castello medievale – Visite sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre

Il castello di Calosso è un imponente edificio che si stratifica in diverse fasi costruttive a partire da epoca antecedente al mille, poi parzialmente distrutto nel 1318 durante il conflitto tra i Guelfi della famiglia Solaro e la fazione ghibellina di Asti. Poi prontamente ricostruito dai vincitori per rientrare tra i possedimenti di Valentina Visconti, andata in sposa a Luigi d’Orléans nel 1387. Ad inizio del XVII secolo, è assediato dagli spagnoli ed in seguito recuperato dai Savoia. Ma è dalla pace dei Pirenei del 1659, che la fortezza perde la sua importanza strategica e viene trasformata dalla famiglia Roero di Cortanze, signori di Calosso, in dimora di campagna, per assumere i connotati ancora oggi riscontrabili. Da accesso al cortile interno un portale seicentesco che reca lo stemma del casato. Sono visitabili, oltre al giardino e ai sotterranei e alle segrete, anche gli ambienti privati come la biblioteca, un salotto, la sala da pranzo e la cappella.

Trivero (BI) Cascina Pilota Zegna – Archivio storico e museale e polo di aggregazione culturale – Visite sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre

Dal 2015 l’Alpe Pilota, tra i progetti di rimboschimento e antropizzazione di Ermenegildo Zegna per il biellese, ospita un’azienda agricola a conduzione famigliare, che intende rendere le proprie produzioni parte integrante del territorio. L’allevamento che vi si pratica è di tipo sostenibile, basato sul rispetto e sulla cura degli animali e della natura. L’azienda mira infatti a preservare le caratteristiche innate dell’animale, rispettando le stagionalità dei prodotti che esso fornisce, tra cui i vari formaggi di capra realizzati con tecniche di produzione innovative. Oltre all’azienda agricola si potrà visitare il Lanificio e nel ‘teatrino’ Ermenegildo Zegna si terranno dei laboratori didattici per creare una piccola collezione di moda a misura di bambino. Un Atelier da vivere in 90 minuti, per immaginare e realizzare una borsa dei desideri, in cui conservare le idee più preziose.

Per consultare l’elenco completo dei beni aperti in Piemonte cliccare QUI. Per ulteriori informazioni: www.giornatefai.itwww.fondoambiente.it – 02.467615399.

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