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Canté, Dansé, Défilé: arriva a Torino la Maschera di ferro

Lo spettacolo si terrà domenica 17 alle 16 al Teatro delle Officine Folk, di via Luserna 8. Oltre alla Maschera di ferro, ci saranno altri cinquanta figuranti in costume storico

TORINO. Domenica 17 febbraio, la misteriosa Maschera di ferro di Pinerolo sarà in visita a Torino, incatenata e scortata dai Moschettieri di Sua Altezza Luigi XIV, re di Francia, in occasione del Gran Défilé in costumi storici, che si terrà al Teatro delle Officine Folk di via Luserna 8.

L’appuntamento è per le ore 16 precise: si tratta di un meeting di diversi Gruppi Storici del Piemonte, che si ritroveranno insieme per rievocare quattro secoli di storia regionale, dal Seicento  al secolo dei Numi, e dall’Ottocento al Novecento, il secolo breve per antonomasia. Al seguito della Maschera di ferro, ci sarà Luigi XIV, il temibile e potentissimo Re Sole (il cui esercito, verrà tuttavia sconfitto nel 1706 da Vittorio Amedeo II di Savoia, con un geniale assalto tattico di cavalleria condotto con l’appoggio del cugino Principe Eugenio, stratega militare al servizio della Corte austriaca, alleata dei Savoia, proprio quando Torino, stretta nella morsa di un assedio terribile, sembrava ormai prossima alla resa).

La Maschera di ferro allo specchio

Ma chi era davvero la Maschera di ferro? Solo un pittoresco personaggio della letteratura di cappa e spada, creata dalla fertile fantasia di scrittori del calibro di Alessandro Dumas, oppure una figura storica realmente esistita? È molto probabile che si tratti di un personaggio reale, anche se – purtroppo – nessuno è finora riuscito a identificarlo con certezza. Ma se la sua esistenza risulta essere effettivamente comprovata da documenti d’epoca, la sua identità anagrafica resta tuttavia ancora un mistero. La sua incarcerazione a Pinerolo, anzi a Pignarol, come si chiamava all’epoca la strategica cittadella fortificata posta alle porte della Val Chisone, allora in territorio francese, è un fatto storico inequivocabile. Nel 1669, un prigioniero di particolare importanza, di notevole cultura e di alto lignaggio, e che probabilmente ricopriva (o aveva ricoperto) un ruolo di spicco nelle vicende della politica, della finanza e della diplomazia dello Stato francese, scortato da D’Artagnan e da altri Moschettieri del re, venne imprigionato nella cittadella di Pignarol.

La locandina di film con Leonardo di Caprio e Gerard Depardieu

Nel 1681 venne trasferito nel Forte di Exilles; nel 1687 subì un altro trasferimento nel Fort Royal, nell’Île Sainte-Marguerite, di fronte a Cannes, dopo una breve tappa di detenzione presso l’Ancien Chateau di Briançon, nel Delfinato. Nella solitaria isola provenzale, la famigerata “Maschera di ferro”, guardata a vista, rimase per dodici anni a patire, d’estate, il torrido clima mediterraneo, e gli inverni più rigidi del Midi francese, sferzati dal mistral. Nel 1698 venne riportato a Parigi, e rinchiuso nelle sicure della Bastiglia, dove la morte lo colse nel 1703, tre anni prima dello smacco subito dall’esercito del suo re sotto l’inespugnata cittadella di Torino. Chissà cosa sarebbe stato della Maschera di Ferro, se fosse rimasta a Pinerolo: forse Vittorio Amedeo II, diventato re di Sicilia, prima, e di Sardegna poi, lo avrebbe liberato (chissà?), o forse ne avrebbe finalmente svelata l’identità, per sé, e per i posteri.

Quel che è noto, è il nome del suo carceriere, che gli restò appiccicato per tutto il periodo della sua detenzione, e che probabilmente ne conosceva l’identità. Ma quel tenace secondino seppe tenere fede alla consegna del silenzio: si chiamava Bénigne Dauvergne di Saint Mars, governatore di Pinerolo. Morto il personaggio misterioso che nascondeva il suo volto sotto una maschera di ferro (che però, almeno in parte, era probabilmente di velluto), il suo mito è sopravvissuto alla morte ed è rimasto integerrimo: da secoli si continua a ricamare su ipotesi più o meno fondate in merito alla vera identità di quell’uomo del mistero.

Il gruppo Ventaglio d’Argento

Per Dumas padre, era un fratello gemello di Luigi XIV; per Victor Hugo, era “un enigma, un mistero vivente”; per Voltaire doveva trattarsi di un personaggio di grosso calibro, che il re – per qualche remora sconosciuta o qualche delicata ragion di stato – non aveva il coraggio di eliminare, limitandosi a nasconderne per sempre l’identità. Qualche storico si è azzardato a identificarlo con un fratellastro del Roi Soleil, che la madre Anna d’Asburgo avrebbe messo al mondo in seguito ad una relazione clandestina con il Cardinal Mazzarino, di cui era amante. Chiunque egli fosse, il fascino del mistero ne conserva per sempre il ricordo ed alimenta nuove leggende.

Chissà se al Teatro dello Officine Folk, quell’enigma umano si leverà la maschera rivelando la sua identità. In ogni caso, lo spettacolo Canté, Dansé, Défilé sarà un appuntamento da non perdere: un meeting di figuranti in abiti barocchi, del ‘700, dell’800 e del Novecento, borghesi, aristocratici e popolari, che con esibizioni, canti, danze e sfilate, faranno rivivere la storia del Piemonte, con tutti i suoi miti, i suoi eroi, rievocando momenti cupi e gloriosi.

Ij Danseur dël Pilon Resized

È prevista la partecipazione de IJ Danseur dël Pilon, dei Balastorie, del Ventaglio d’Argento, della Corte di Venaria Reale, dei Conti di Bardassano, della Famiglia Reale di Luigi XIV e della Corte di Francia, dei Principi di Piemonte: tutti a far corona alla Maschera di Ferro e ai Moschettieri del re.

L’ingresso è libero, fino ad esaurimento dei posti in sala.Info: www.monginevrocultura.net. Contatti: segreteria@monginevrocultura.net | 011.0437207

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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