Personaggi

Nati il 23 gennaio: il poeta Carlo Betocchi vincitore del premio Montale nel 1984

Non molto lo sanno, ma Carlo Betocchi, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, è nato a Torino. Viene alla luce il 23 gennaio 1899 da padre ferrarese e madre toscana. A Torino vive solo i primi anni della sua vita. Con la famiglia si trasferisce a Firenze da bambino quando il padre viene destinato al capoluogo toscano in qualità di impiegato delle Ferrovie dello Stato. A soli 12 anni rimane orfano del padre e, dopo essersi diplomato perito agrimensore, frequenta la scuola ufficiali di Parma: viene inviato al fronte nel 1917 e tra il 1918 e il 1920 è volontario in Libia. Terminata la guerra, nel dicembre del 1918 parte volontario per la Libia come ufficiale di guarnigione. Congedato nel 1920, lavora come geometra in Toscana nei cantieri allestiti per la ricostruzione delle case demolite dal terremoto, nelle Alpi francesi per dei lavori di condotte forzate in galleria e quindi nei cantieri stradali in Toscana e nell’Italia centro-settentrionale.

Nel 1923, con Piero Bargellini, Nicola Lisi e l’incisore Pietro Parigi, collabora alla prima rivista di carattere strapaesano «Il calendario dei pensieri e delle pratiche solari», e nel 1929 con gli stessi amici fonda «Il Frontespizio», la rivista d’ispirazione cattolica più nota negli anni del fascismo.

Tra il 1929 e il 1938 si occupa di una rubrica di poesia («Lettura di poeti») e in quegli anni collabora a varie riviste: «L’Orto», «Il Selvaggio», «Circoli», «Primato», «Campo di Marte», «Letteratura». Per le edizioni del «Frontespizio» viene pubblicata la sua prima raccolta di liriche: Realtà vince il sogno (1932). Seguono nel tempo Altre poesie e Notizie di prosa e poesia, comparse rispettivamente nel 1939 e nel 1947 e, in seguito, L’estate di San Martino (1961), Prime e ultimissime (1974) e Poesie del sabato (1980).

Gli impegni di lavoro lo portano nel 1939 a lasciare Firenze per risiedere a Trieste, dove si trasferisce con la famiglia fino al 1940; poi è a Bologna e quindi a Roma. A seguito di una malattia contratta nei cantieri, nel 1953 è costretto ad abbandonare la professione di geometra. Sin dal 1942 è chiamato alla cattedra di materie letterarie presso il Conservatorio musicale di Venezia. Nel 1955 ricopre lo stesso insegnamento presso il Conservatorio «L. Cherubini» di Firenze dove insegna fino al 1969.

Tornato definitivamente a Firenze nel 1952, gli viene affidata nel 1958 la redazione della trasmissione radiofonica L’Approdo. Collabora a varie riviste, tra cui La Chimera, La Fiera letteraria e L’Approdo letterario di cui è redattore fino al dicembre del 1977, anno di cessazione della prestigiosa rivista.

Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti: il Premio Feltrinelli per la poesia assegnatogli dall’Accademia dei Lincei, il Premio Viareggio (1955) e l’Elba (1968). Nel 1981 il presidente della Repubblica Sandro Pertini gli conferisce «La Penna d’oro» per l’opera svolta. Tre anni dopo, in occasione della pubblicazione di Tutte le poesie (Mondadori), riceve il Premio Montale per la poesia. Si spegne a Bordighera, all’età di 87 anni, il 25 maggio del 1986.

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