Aghi di pino, non solo sotto l’albero di Natale…
Si tratta di un ottimo coadiuvante nella lotta al raffreddore e un buon diuretico a portata di mano
Gli aghi di pino, che poi sono le sue “foglie” sono considerevolmente ricche di vitamina C anche conosciuta come acido ascorbico. Tale sostanza è portatrice di antiossidanti e in grado di spronare il sistema immunitario in modo del tutto naturale. La vitamina C contribuisce a rendere gli aghi di pino uno strumento completo contro il raffreddore.
Gli aghi di pino hanno pure delle magnifiche proprietà diuretiche e purificatrici, che sostengono l’organismo nell’espellere le sostanze malsane in sovrabbondanza, favoriscono l’eliminazione dei minuscoli residui cristallini nelle reni e nei condotti urinari, evitando in questo modo la formazione dei calcoli fastidiosissimi e risultano utili anche contro le cistiti.
Come lo prepariamo
Lavate le foglie e asportate la loro code marroni, di consueto coperte da una porzione in legno. Per questa ragione sono più indicati gli aghi giovani, di un bel verde acceso, ma in periodo invernale vanno benissimo anche gli aghi più coriacei.
Triturate con accuratezza gli aghi e collocateli in un bricco d’acqua. Cuocete a fiamma bassa: la vitamina C è super sensibile alle temperature elevate e le sue proprietà rischiano di cancellarsi col caldo eccessivo non abbiate timore di esagerare, maggiore sarà la quantità di aghi e maggiore l’intensità del gusto e delle sostanze disciolte.
Lasciate sobbollire per quindici minuti, poi togliete dal fuoco e lasciate in infusione, più grande è il tempo di infusione e più intenso sarà il sapore del preparato; potete dare un gusto ancora più piacevole alla tisana con del miele. Bevetene due tazze al giorno come quantità massima.
per chi cambia idea…
Se cambiaste idea con i rametti di aghi di pino potete sempre addobbarci casa per le feste.
N. B. Abbiamo sempre nutrito un forte scetticismo nei confronti delle strombazzate proprietà miracolose delle erbe utilizzate come medicamenti. O meglio pensiamo che la farmacologia sia una scienza e come tale vada applicata da professionisti esperti e preparati.
Questa rubrica vuole quindi essere un breve sunto di quelli che sono chiamati i “rimedi della nonna”. Ma ai tempi delle nonne i problemi sanitari e la mortalità erano molto molto maggiori di oggi; quindi, lungi da averne nostalgia proponiamo qui alcune ricette erboristiche casalinghe che sfruttano proprietà certe e documentate delle erbe piemontesi. Del resto l’effetto placebo ormai vanta una lunga letteratura scientifica. Se poi con voi non dovessero funzionare… male non fanno.
(ha collaborato Irene Moretta)