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Viatico d’amore e soffio di speranza nella poesia di Imma Schiena

TORINO. È uscita la raccolta Parole in Pietra | Sarà l’aurora, a cura di Genesi Editore, con le struggenti poesie di Imma Schiena e con le foto delle sculture litiche dell’artista siriano Nizar Ali Badr e dell’intagliatore brindisino Dario Caprioli. Un titolo che è un messaggio di speranza, una carezza per l’anima, un viatico d’amore.

La silloge ci propone poesie, intense come preghiere, che si leggono col cuore, e lasciano dentro un alone di luce dorata, che perdura e rischiara i pensieri della mente. Poesie, certo, ma anche fotografie di sculture in pietra, capolavori cesellati da mani d’artista, che si fanno pietre vive, pietre che parlano parole litiche di pesante leggerezza, che nel loro linguaggio drammatico e diretto denunciano i mali del mondo, ma che accendono scintille di rinascita e ci comunicano messaggi di speranza.

Dei bellissimi versi (sono 30 le liriche della silloge), è autrice Imma Schiena, poetessa brindisina residente a Torino, che sa parlarci con un linguaggio personale e schietto, realistico, diretto, che talora risuona struggente come un grido di dolore, ma che lascia sempre aperta una luce di speranzosa attesa. Imma Schiena ci parla con la voce della verità, e senza mezzi termini, di tragedie, di atrocità, di guerre, di deportazioni, di esodi di ieri e di oggi, di naufragi sul mare, di stupri di donne, di innocenze rubate ai bambini, di sfruttamenti di chi è debole da parte di chi è potente e abusa del proprio potere, di sofferenze angoscianti di chi ha perso tutto, di soprusi, di sconforto, di afflizioni, ma anche di una mai perduta speranza e di un consolatorio amore. L’amore, per la Schiena, è un agape luminoso che, nonostante tutti i mali del pianeta, può essere ancora alla portata di un nostro domani irrorato di luce di una nuova aurora, un domani non lontano, se solo l’umanità saprà rifiutare la guerra e intraprendere la via della pace.

Amore, pace, speranza: parole urlate in un sussurro, quelle di Imma Schiena. Scolpite nelle pietre, silenziosamente strillanti, invece quelle di Nizar Ali Badr, scultore siriano, testimone oculare di un paese dalla storia gloriosa, ma alla deriva, la Siria, da troppi anni in balia della guerra, del sopruso e da troppo tempo privata del respiro della democrazia. Dal canto loro, fuoriescono, nitide e cristalline, da bocche monolitiche in smorfie di dolore, le parole scolpite nella pietra bianca di Carovigno, quelle levigate con perizia dal coltello da intaglio e dal bulino dall’artista brindisino Dario Caprioli. Poesie e sculture, versi ed oggetti creati da tre artisti di rango, che parlano la stessa lingua, stampata sulla carta o incisa nella pietra, che usa il vocabolario dell’amore e della libertà.

L’artista siriano Nizar Ali Badr

Ci sono molte parole chiave nella poetica della Schiena, che aiutano il lettore a scoprire la luce del suo animo bello, come archetipi dei suoi più intimi pensieri. Una di queste è “il silenzio”, essenziale per ascoltare la voce del cuore, compagno di vita elegante, composto, compunto, garbato. Un’altra è “l’amore” (solo l’amore può salvare l’uomo: la Schiena ce lo dice con versi toccanti, che fluiscono con l’armonia e la prosodia di un salmo: “…se è amore sarà bello / accarezza il mio corpo / liscia ciò che è ruvido / drizza ciò che è storto…); e ancora, “il profumo” (quello inebriante della libertà).

Originale, dal punto di vista grafico, è poi l’idea di abbinare i testi poetici alle foto dei due scultori, splendidi coautori di questo libro. Le immagini delle opere riprodotte, in tema con le poesie, ne sono metafora e allegoria.

Un grande progetto quello di questi tre artisti, accomunati dalla stessa grande sensibilità per le problematiche sociali e dallo stesso impegno nel dar voce ai più deboli, ai bimbi, alle donne, agli anziani e agli adulti di ogni età che soffrono storie di tristezza e di sangue, per infondere loro conforto e sostegno. Affinché non si spenga mai l’anelito di vita, di speranza e di libertà, e perché − già domani − possa sorgere sul mondo un’illuminante alba nuova. E allora anche noi, al bambino che ci domanda “In tutto il mondo sarà l’aurora?”, rassicuranti ed emozionati come Imma Schiena, potremmo rispondere “Sì piccolo mio: su tutta la Terra sarà l’aurora. Anzi… è già l’aurora.”

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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