EconomiaΩ Primo Piano

Studio del Politecnico per fare ripartire le imprese e dare il via alla Fase 2

TORINO. Ognuno protegge tutti”: è questo lo slogan che dovremo avere bene a mente quando si avvierà la cosiddetta Fase 2, quella della riapertura delle attività produttive. Una task force di esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca, coordinati dal Politecnico di Torino, ha elaborato una serie di linee guida da consegnare ai decisori politici per far ripartire il Paese in sicurezza. Il progetto è stato adottato dalla Regione Piemonte e sono in corso le prime sperimentazioni su aziende e realtà produttive selezionate come casi di studio. L’iniziativa è aperta ai contributi di tutti ed è costruita come un lavoro collettivo, che si arricchisce di casi ed esperienze che possono essere segnalati sul sito www.impreseaperte.polito.it.

“Sarà una specie di blog e potrà essere continuamente aggiornato. Cercheremo di trovare in ogni regione gli esperti che applichino il protocollo alle diverse realtà e aiuteremo le aziende che ci chiederanno una mano. Vogliamo tradurlo in inglese perché l’interesse è internazionale”, spiega il rettore Guido Saracco.

Ognuno protegge tutti

Prevenzione, monitoraggio, informazione e formazione per la prevenzione e il contenimento del contagio

Il progetto propone metodi di analisi del rischio di contagio e metodi di mitigazione di questo rischio, finalizzati ad un rientro al lavoro sicuro, controllato e concordato, metodi adeguati ad aziende di qualsiasi dimensione e di qualsiasi settore produttivo e rivolti anche ad esercizi commerciali e al settore dei trasporti.

I metodi proposti sono di semplice attuazione, con soluzioni tecnologiche non invasive e che non necessitano di significative ristrutturazioni di locali o importanti investimenti economici; tutte le tecnologie previste sono progettate nel rispetto integrale dei diritti di privacy e del benessere dei lavoratori.

Vengono proposti metodi organici per risolvere dalla radice la scarsità di dispositivi di prevenzione del contagio sul territorio, critica per la ripartenza.

Un approccio nazionale

Filiere autoctone per la produzione e procurement centralizzato per i dispositivi di prevenzione

Il progetto consente un utilizzo oculato delle risorse disponibili in termini soprattutto di dispositivi di prevenzione del contagio (quali mascherine, igienizzanti), garantendo di non intaccare la disponibilità di presidi con maggior livello di protezione, necessari ai professionisti della sanità.

In questa ottica, il progetto include linee guida per la fabbricazione e la convalida di mascherine “di comunità” all’interno del nostro Paese con un adeguato livello di qualità, dunque, adeguate per la prevenzione del contagio ma di semplice ottenimento con i materiali e le tecnologie presenti sul territorio.

L’approccio, volutamente immaginato a scala nazionale, propone nuovi standard per aprire rapidamente una via italiana alla produzione di mascherine di comunità sicure, efficaci, testate in Italia.

Dalle fabbriche alla società tutta

I lavoratori sono ambasciatori della cultura della prevenzione della trasmissione del contagio nella società

Il progetto è facilmente estendibile, con adeguate ri-modulazioni, ad altri settori della società quali scuole, luoghi ad accesso pubblico e di svago, comunità di recupero o carcerarie.

Il rapporto completo è pubblicato cliccando QUI.

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