Tra goliardia e richiamo turistico: domenica Alba torna a divertirsi con il Palio degli Asini
ALBA. Si correrà domenica 7 ottobre in piazza Cagnasso ad Alba il tradizionale Palio degli Asini, manifestazione che tradizionalmente si tiene nella prima domenica d’ottobre. Si tratta di un momento goliardico, ma anche di una giornata di forte richiamo turistico: a confrontarsi vittorie e sconfitte ormai decennali, che si ricordano come fossero presente. Ogni anno, il palio degli albesi dà il “la” alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba che proprio domani (sabato 6) aprirà i battenti per chiuderli 50 giorni dopo, precisamente il 25 novembre.
Oltre mille figuranti, tra cui nobili dame, cavalieri, armati, popolani e contadini, sfilano tra le vie del centro tra squilli di trombe e rulli di tamburi, tra stendardi e bandiere, prima di emozionarsi per l’attesa e simpatica corsa. In piazza si sfidano i borghi albesi animati da una forte e goliardica rivalità. Nata quasi per burla, la corsa degli asini ha un unico obiettivo: il divertimento. Dopo due batterie ed una finale verrà sancito il borgo vincitore. Si correrà anche in caso di pioggia. Un tempo il Palio si svolgeva nella cornice storica della piazza Risorgimento (che gli albesi chiamano piazza del Duomo) ora, per ragioni di sicurezza, si svolge in piazza Cagnasso. Questo il programma. Ore 10: assegnazione degli asini ai borghi in piazza Cagnasso. Ore 14: inizio della sfilata medioevale, partenza da piazza Michele Ferrero. Ore 15: inizio del Palio in piazza Cagnasso.
Un po’ di storia. L’origine del Palio è un misto tra storia e leggenda basata su fatti storici realmente accaduti. Nel 1275 le città di Alba e Asti, da sempre acerrime nemiche, erano in guerra. Il 10 agosto dello stesso anno una parte delle truppe astigiane misero a ferro e fuoco il Monastero di San Frontiniano situato a sud della città rivale. Per manifestare la loro momentanea supremazia, gli astesi corsero un palio lungo le mura di Alba. L’episodio venne riportato anche dal cronista dell’epoca Guglielmo Ventura: una menzione documentale che costituisce la prima traccia storica del Palio di Asti. La leggenda narra che, per farsi beffe del nemico riuscito semplicemente a sconfiggere una piccola comunità di frati senza scalfire minimamente l’integrità della città, il nuovo Podestà di Alba ordinò di correre un palio cittadino con gli asini.
Ispirandosi alla storia dell’antica rivalità tra Alba e Asti e ai fatti accaduti nel 1275, il Palio degli Asini fu indetto per la prima volta nel 1932. Quell’anno, infatti, gli astigiani negarono la possibilità di correre il palio cittadino ai fantini albesi, ignorando la promessa fatta in precedenza. Pinot Gallizio, artista ecclettico e personaggio di cultura e di spirito, pensò quindi di sbeffeggiare lo sgarbo dell’antico “nemico” organizzando un palio con gli asini, proprio come raccontava la leggenda. Da allora in poi, la competizione (ideata nel totale rispetto degli animali, un po’ meno dei fantini costretti a lottare contro la testardaggine dei loro destrieri) è stato riproposto ogni anno, con qualche interruzione nel periodo fascista e in tempo di guerra. Nell’Italia fascista, infatti, Mussolini fece bandire tutti i pali della Penisola ad eccezione di quello di Siena.