Arte

La Madonna dei Lavoratori sul piazzale del Monte dei Cappuccini

Fu donata dal vescovo di Lourdes ai Lavoratori della Fiat, in riconoscimento per i loro pellegrinaggi al Santuario dei Pirenei e inaugurata nel 1960

Facciamo un salto indietro nel tempo, di oltre sessant’anni. Il calendario segna la data 27 Marzo del 1960: è una domenica di primavera.

Il sacrato della Chiesa di Santa Maria del Monte, che quasi tutti i Torinesi chiamano più semplicemnte la Chiesa del Monte dei Cappuccini, è gremito al limite dalla capienza. È mezzogiorno in punto. Dai microfoni posizionati sulla Chiesa e sull’adiacente Convento, risuona la voce di papa Giovanni XXIII, il Papa buono: «…Ci piace immaginarvi diletti figli raccolti sulle pendici del colle, su cui la primavera distende i suoi primi colori…  L’antica cancellata della grotta, donata agli operai torinesi, è stata collocata su questo colle, sicché il messaggio della Grotta di Massabielle rimarrà legato in modo anche visibile all’immagine mite e benedicente della Madonna, che d’ora innanzi guarderà verso la città di Torino a proteggere chi prega, chi soffre, chi lavora…»

Manca poco alla benedizione della grande statua bronzea dedicata alla Madonna di Lourdes, che nella fattispecie sarà chiamata la Madonna dei Lavoratori: il vescovo di Lourdes monsignor Pierre-Marie Théas, saluta in francese le migliaia di torinesi che si sono accalcati sulla piazza e sulle strada che da Torino s’inerpica per giungere al Monte dei Cappuccini. Sul piccolo palco delle Autorità, c’è il sindaco di Torino (Amedeo Peyron),  il Presidente della Provincia di Torino (Giuseppe Grosso), il Presidente della Corte d’Appello, della SIP e della FIAT,  il Prefetto di Torino (Rodolfo Saporiti), il Procuratore generale della Repubblica, il Questore, gli assessori comunali, e molti parlamentari giunti da Roma.

La statua è ancora coperta da un telo, ma la cancellata che fino al 1958 e per ottant’anni aveva cinto la Grotta di Lourdes è già visibile e attrae gli sguardi degli intervenuti. Era stata donata ai Lavoratori della Fiat nel 1958, proprio dal Vescovo di Lourdes, riconoscente per i loro reiterati e devoti pellegrinaggi al Santuario dei Pirenei, e che per l’occasione ha voluto essere presente alla cerimonia.

La posa di una grande statua, raffigurante la Madonna Immacolata, fu voluta proprio dei Lavoratori torinesi: tolta la copertura che ancora ne celava il profilo, oggi la Vergine si sarebbe finalmente svelata ai Torinesi, pronta a proteggere la città e i suoi abitanti.

Quando finalmente venne tolto il telo protettito, e la statua fu benedetta, il cardinale Maurilio Fossati (Arona 1876 | Torino 1965) si rivolse al Sindaco dicendo «…sia questa statua non soltanto un ornamento della città, ma soprattutto un invito perenne perché la Madonna sia generosa con le Sue benedizioni…». Peyron, commosso replicò: «…questo simbolo della pietà cristiana possa rappresentare protezione e difesa per tutti…»

Per tutta la giornata una lunga processione di persone salì in pellegrinaggio al Piazzale per rendere omaggio alla Vergine, e chiedere la Sua benedizione: a sera, il flusso di pellegrini si trasformò in un corteo con ventimila fiaccole luminose che senza soluzione di continuità si prolungava da  corso Moncalieri fino al Piazzale del Monte dei Cappuccini. La statua è opera dell’artista Giovanni Cantono (Ronco Biellese 1916 | Torino 1990), molto attivo nel Biellese. A lui si devono anche le statue che ornano la facciata della Chiesa della Madonna della Divina Provvidenza di Torino.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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