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I misteri legati al borgo dal sapore surrealista reinventato nell’Ottocento dal senatore Rosazza

Rosazza è uno strano borgo in alta Valle Cervo, nel biellese, che negli ultimi anni è stato rilanciato dagli infiniti post di influencer che continuano a definirla come una tra le più misteriose cittadine del nord Italia, e che negli ultimi mesi purtroppo è stata scenografia di un evento di cronaca di cui ancora si parla: l’ormai famoso capodanno dove un colpo di pistola sparato per festeggiare la fine dell’anno ha ferito un ragazzo che partecipava alla festa ed essendo il personaggio coinvolto un uomo politico, la vicenda ha avuto notevole risalto mediatico.

La storia del paesino è legata a Federico Rosazza, anch’egli politico di spicco, nato nel 1813, Senatore del Regno, Gran Maestro della Massoneria, era anche stato membro della Giovine Italia ma era un uomo molto infelice. Aveva perso la moglie e la figlia e non si era più ripreso dal dolore e proprio nel loro ricordo decise di impiegare il suo denaro nel restauro del paese nel quale era nato e che lo riportava a momenti felici. Rosazza era estremamente interessato all’esoterismo e alla simbologia, così come il suo caro amico Giuseppe Maffei, architetto e pittore, con il quale lavorò per il restauro, che ridisegnò le costruzioni cittadine nel tentativo, a volte riuscito, di riproporre un Medioevo fantastico e impossibile, costellato di simboli, immagini e creazioni originali che hanno fatto diventare il paese un esempio di costruzione surrealista.

Su Rosazza si è detto di tutto, come spesso accade con il passare del tempo e la fantasia: in rete si trovano riferimenti al fatto che Rosazza fosse già luogo dove si trovavano i cavalieri Templari, e in seguito dove gli alchimisti sarebbero riusciti a ricreare il metallo più prezioso di tutti, l’oro. Purtroppo niente di tutto questo è reale, la simbologia così cara agli occultisti risale al Milleottocento, quando l’agglomerato venne appunto restaurato e alcune costruzioni cittadine ospitarono molto probabilmente alcune delle riunioni della massoneria biellese.

Come per altri luoghi, per citarne uno a caso il Parco esoterico di Bomarzo, nel Lazio, la fama un po’ ricamata di spazi dove l’esoterismo si manifesterebbe a pieno, in tutte le sue ramificazioni, creando una specie di pellegrinaggio alla ricerca fondamentalmente di risposte, ha colpito anche quella che inizialmente si chiamava “Frazione Piedicavallo”, poi diventata Rosazza.

La casa museo di Rosazza

La visita di Rosazza è però caldamente consigliata, perché è un po’ come entrare in un mondo parallelo, nella scenografia abbandonata per girare un film sul Medioevo dove la ricerca storica e iconografica non ha funzionato benissimo, visto che sono accatastati in modo ansioso simboli, immagini, parole che derivano da culture o da epoche diverse. Ma cosa importa? Alla vista è gradevole e la fantasia corre attraverso le strade e le costruzioni, in una gioiosa danza.

Fontane, muri, incisioni (si può trovare anche una finta incisione rupestre, piuttosto netta) si susseguono e la storia del triste Rosazza passa anche attraverso la ricerca spiritica, poiché il suo amico Maffei era anche un medium ed entrambi sostennero che l’edificazione e il restauro di Rosazza era stato condotto tramite la guida degli spiriti, che avevano dettato con sicurezza quanto si doveva fare per fare diventare il borgo un immortale ed esoterico portale per altri mondi.

Ha funzionato? A voi la risposta dopo una visita approfondita della bella Rosazza, possibilmente preparandosi prima, perché non è semplice cogliere tutti i simboli e i riferimenti che la pietra racconta.

Katia Bernacci
(immagini di Marino Olivieri)

Per approfondire:
Marco Mietta, Itinerari del mistero Piemonte, Yume edizioni
Massimo Centini, Provincia misteriosa, Yume edizioni

Katia Bernacci

Katia Bernacci, giornalista pubblicista, saggista e ricercatrice indipendente, è attualmente direttrice editoriale della casa editrice Yume. Da anni si occupa di divulgazione in ambito culturale.

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