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Non tutti sanno che… il primo libro piemontese con datazione certa fu stampato a Mondovì

Non tutti sanno che il primo libro stampato in Piemonte con i caratteri mobili con datazione certa fu realizzato a Mondovì, precisamente nel rione Breo, dove in un palazzo quattrocentesco, molto rimaneggiato nel corso dei secoli, si trovava la bottega del tipografo Baldassarre Cordero. L’edificio è situato all’incrocio tra Via Piandellavalle e la via intitolata allo stesso Cordero.

L’opera in questione è datata 1472 e s’intitola “Confessionale”, il cui autore era il domenicano Sant’Antonino Vescovo di Firenze. Come ci ricorda lo storico e studioso Paolo Barosso, “va però annotato che, in base a ricerche condotte da esperti bibliofili, in Piemonte vi fu un esperimento precedente: secondo la datazione del “dottissimo barone Vernazza”, attorno al 1470/1471, applicando la medesima tecnica nata in Germania, si stampò a Savigliano un libro, il Manipulus Curatorum (manuale per parroci) del teologo e giurista Guido de Monte Rocher. A differenza del caso monregalese, il testo edito a Savigliano non riporta impressa la data di pubblicazione, rimanendo quindi incerto il riferimento temporale”.

Il palazzo di Mondovì dove fu stampato con i caratteri mobili il primo libro piemontese

Oggi il Museo Civico della Stampa di Mondovì, ospitato nel Palazzo secentesco delle Orfane, ex convento dei Carmelitani Scalzi, conserva la più completa raccolta pubblica di macchine e attrezzature per la stampa esistente in Italia. L’esemplare più antico è un torchio tipografico del XVII secolo utilizzato dalla Regio Università di Torino, nel percorso sono esposti anche le macchine utilizzate da don Giovanni Bosco nella prima scuola professionale per tipografi fondata a Torino nel 1862 e la grande pianocilindrica che nel 1848 ha stampato il primo numero de “La Gazzetta del Popolo”.

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