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Teatro Alfieri, uno storico locale tuttora protagonista della vita culturale di Torino

Due volte distrutto da un incendio e duramente colpito dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è stato ogni volta ricostruito e restituito ai torinesi

TORINO. Sulle pagine di Piemonte Top News ho già avuto occasione di rievocare antichi teatri torinesi, ora scomparsi, come il Teatro Vittorio Emanuele, lo Scribe, il D’Angennes (poi Teatro Gianduja). Ora vorrei soffermarmi su un prestigioso e storico teatro tuttora protagonista della vita culturale cittadina (e non solo): il Teatro Alfieri.

Il Teatro Alfieri di Torino si trova in Piazza Solferino (al civico 4), fin dal 1855, quando venne inaugurato quasi 170 anni orsono. Fu costruito su progetto dell’architetto Barnaba Panizza (Torino, 1806 | 1895). Panizza era  figlio d’arte: suo padre,  Lorenzo Panizza (1771 | 1847), aveva firmato i progetti di noti nosocomi, quali l’Ospedale San Giovanni Battista, di Via Cavour 31, e il Regio Manicomio di Collegno.

Barnaba Panizza si era già acquistato una certa notorietà con la costruzione di molte eleganti palazzine destinate a civile abitazione, nei quartieri di Vanchiglia e San Donato, commissionate da famiglie borghesi. Aveva anche collaborato nella progettazione dei porticati di piazza Carlo Felice.

Ma la realizzazione del Teatro Alfieri rappresentò per lui un’ulteriore opportunità per confermare il suo successo personale come architetto e come urbanista. Nel 1860 divenne Consigliere comunale, poi Assessore ai Lavori Pubblici e Commissario alle Belle Arti di Torino. Re Umberto I lo nominò Commendatore dell’Ordine Mauriziano.

Tra gli edifici firmati da Panizza c’è anche il palazzo adiacente al Teatro Alfieri, all’angolo con Via Cernaia, in cui l’architetto abitò fino alla morte. Se la sua vita professionale fu lastricata di successi, molto più dolorosa fu la sua vita privata. Panizza ebbe cinque figli, ma la sua esistenza fu funestata da una serie dolorosa di lutti: dapprima la morte prematura del figlio primogenito diciannovenne, Lorenzo (1858), quindi della moglie (1868), e infine, una dopo l’altra, delle altre quattro figlie (Leocadia, Virginia, Prospera e Balbina) e dei loro rispettivi consorti.

Ma anche la vita del Teatro Alfieri, proprio come quella di Panizza, fu tempestata di vicende negative.

Inaugurato, come s’è già detto nel 1855, tre anni dopo (correva l’anno 1858) il Teatro, caratterizzato da un’elegante facciata in stile eclettico con tratti neoclassici, fu distrutto da un incendio. Ma venne prontamente ricostruito. Nel 1877 lo stesso Panizza ne ridisegnò la sala.

Nel 1901 a cura di Pietro Fenoglio furono ampliati l’ingresso e i servizi. Ma un secondo incendio distrusse nuovamente il Teatro nel 1927: Eugenio Mollino ne riprogettò la Sala, mentre per la facciata venne conservato l’aspetto originale.

Poi furono gli aerei della RAF, con bombe incendiarie e dirompenti, a raderlo al suolo nel corso della Seconda Guerra Mondiale: il Teatro Alfieri  fu colpito a due riprese, il 20 Novembre e l’8 Dicembre 1942. Nel 1949, la Sala venne ricostruita a cura degli ingegneri Panizza e Lorenzelli.

Il Teatro Alfieri dopo i bombardamenti dell’8 Dicembre 1943. Archivio Storico della Città di Torino, Gazzetta del Popolo. UPA 2701D_9C05-13

Il Teatro Alfieri resta uno dei più prestigiosi teatri torinesi e rappresenta tuttora un fondamentale punto di riferimento culturale per la città. Inizialmente venne destinato prevalentemente all’Opera lirica, grazie alla notevole capienza (2000 spettatori), ma nel corso della sua lunga storia, ha ospitato i più svariati generi teatrali: dalle commedie alla rivista e al varietà, e dalle operette ai musicals. I più celebri attori italiani di prosa e di commedie brillanti hanno calcato il palcoscenico del Teatro Alfieri: il caloroso pubblico torinese li ha sempre generosamente applauditi, ed ha saputo a creare con gli Artisti un rapporto di reciproca affezione e stima.   

A partire dagli anni Cinquanta del Novecento, gli spettacoli in cartellone sono stati curati da Giuseppe Erba, appassionato impresario teatrale torinese che, con le sue scelte variegate ed attente, ha sicuramente contribuito alla notorietà nazionale e internazionale del Teatro Alfieri. Erba ha introdotto nei programmi teatrali dell’Alfieri non solo spettacoli di prosa e commedie d’alto livello, ma anche intrattenimenti alternativi di alta classe, come il  jazz di Louis Armstrong, Duke Ellington, Miles Davis, Dizzie Gillespie. In tema di teatro classico, memorabile è stata la feconda collaborazione con Vittorio Gassman. Sulla ribalta dell’Alfieri si sono alternati personaggi che hanno scritto la storia della rivista e del teatro brillante, quali Erminio Macario, Wanda Osiris, Renato Rascel, Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Rita Pavone, Marisa del Frate, Carlo Dapporto, GinoBramieri, Giorgio Gaber, Gigi Proietti e molti altri ancora.

Vittorio Gasmann dietro le quinte del Teatro Alfieri.
Foto Torino Piemonte Antiche Immagini.

Dopo circa quarant’anni, la direzione artistica del Teatro è poi passata a Gian Mesturino; poi a Fabrizio Di Fiore, fondatore di FDF Entertainment; dal mese di Settembre 2022 la Direzione Artistica del Teatro Alfieri è stata affidata a Luciano Cannito.

Il Teatro Alfieri: davvero un vanto per la Città di Torino.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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