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Squadra di calcio femminile sfrattata per far posto a una formazione maschile

SAVIGLIANO. Promossa in serie C, una squadra di calcio femminile viene sfrattata dal campo in cui si allenava per far posto ad una squadra maschile, la la Pro Savigliano per l’appunto. Ad accendere la miccia, invece, sono i dirigenti Saviglianese, protagonista lo scorso anno in serie D, ai quali non va proprio giù che l’allenamento del venerdì sia stato dirottato dall’antistadio “Morino” ai campi di borgo Marene.

La dirigenza punta il dito contro il Comune, dove gli amministratori si difendono che lo spazio è quello e non si può moltiplicare. Ma la risposta non la protesta del club non si placa: «Il Comune prima ci elogiava e premiava per l’ottima stagione. Ora lo stesso Comune ha dato priorità nell’occupazione del campo di allenamento ad altre società».

L’assegnazione dell’impianto è legata agli anni di attività, osservano ancora dal Comune, e la Saviglianese femminile è società giovane. Per questo Il club, invece, è di ben altro avviso: «Il Comune dimentica che la Usd Saviglianese, a cui apparteniamo a tutti gli effetti, sta per compiere cent’anni. Nel 1919 si festeggerà proprio il secolo di vita». E le “maghe” (così vengono chiamate le giocatrici della Saviglianese) ci vanno giù pesante: «La cosa che più lascia l’amaro in bocca è questa malsana ipocrisia che ruota intorno al calcio femminile. In questo paese dove finalmente si fanno leggi per la parità dei diritti dei sessi, dove le coppie arcobaleno possono finalmente sposarsi liberamente, dove la maggior parte del popolo è per la non discriminazione a qualsiasi livello, le donne innamorate di questo sport sono penalizzate da una sottocultura vecchia e fastidiosa. Se non addirittura da meri giochi di potere».

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