Lingua & tradizioni piemontesi

Modi di dire in piemontese: “nojos come na pieuva” (noioso come la pioggia)

Che la pioggia sia noiosa non c’è dubbio. Ci blocca in casa e ci rovina i progetti del week end. Ma è anche vero che la pioggia è necessaria, indispensabile. Ce ne stiamo accorgendo tutti da qualche decennio in qua, a causa dello spiccato e innegabile cambiamento climatico. E in questi tempi di clima impazzito, saremmo certamente disposti a sacrificare una piccola vacanza, e ad accettare senza obiezioni la noia di una benefica pioggia, quando la siccità perduri da troppo tempo e la Natura abbia sete assoluta di acqua.

La locuzione piemontese “noios come na pieuva” (noioso come una pioggia), può però avere una valenza più ampia, quando viene riferita non tanto alla pioggia in sé, quanto a certi personaggi umani troppo esigenti, anzi così esigenti, pignoli e fiscali, da diventare persino insopportabili e fastidiosi per il prossimo.

Tra le espressioni più colorite e nello stesso tempo più efficaci della Lingua piemontese, c’è infatti senz’altro questa: “esse na pieuva” (essere una pioggia).

Le ’pieuve’ sono coloro che vanno sempre a ricercare il pelo nell’uovo. Per tanto che si faccia bene, le piogge si lamentano sempre, per principio: “Sì, però…”. Oppure: “Ma come mai lo hai fatto così?… Non era meglio se tu l’avessi fatto in altra maniera?…”.

Tra i clienti dei vecchi negozi di vicinato (oggi, ahimè, praticamente scomparsi), le ‘pieuve’ erano dei veri spauracchi per i bottegai. Erano coloro che dopo aver acquistato una gonna o un paio di pantaloni, il giorno dopo si ripresentavano in bottega per lamentare fantasiosi difetti sui capi oggetti della compravendita. In verità, più che reali difetti erano dei difetti presenti solo nelle loro menti prevenute.

Per esempio (voce di donna): “La gonna mi fa una piccola piega qui in vita”. In realtà si trattava di una pince!

Oppure (voce di uomo, questa volta): “Il pantalone mi tira un po’ qua, vede?“. E lo diceva indicando la bottoniera: ma si sa che, lì sotto, gli uomini nascondono i loro attributi, ed è normale che in quel punto i pantaloni facciano tutti qualche piega un po’ strana. Ciò dipende dalla… morfologia del corpo umano (maschile nella fattispecie).

Le ‘piogge’ sono quelle persone mai contente che quando parlano sembra che piangano, e che trovano sempre qualcosa da ridire, anche quando non ci sarebbe affatto bisogno di lamentarsi.

Più dai loro corda, e più ne pretendono. ‘Pieuve’ sono anche quelli che trovano sempre il modo per aggiungere un commento polemico alle affermazioni altrui, a prescindere dal tema e dall’argomento trattato. ‘Piogge’ sono coloro che riescono “a far la punta” a tutto. Una ‘pieuva’ è pure chi va alla ricerca della pagliuzza nell’occhio altrui, ma non si rende conto della trave che è conficcata nei suoi occhi. Le “piogge”, maschi o femmine che siano, sono fatti così: sono dei bastian contrari noiosi e rompiscatole. Brodosi e fastidiosi come le piàtole (piattole). Infatti un’espressione equivalente a “It ses na pieuva!” è proprio “It ses na piàtola!”

Ancor peggio delle “pieuve” sono poi le “pieuve d’Agost”, ovvero le “piogge d’Agosto”. Scrosci fuori stagione, violenti e devastanti. Decisamente insopportabili. Più che insopportabili.

(Sergio Donna)

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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