Personaggi

Nati il 16 settembre: il diplomatico casalese Egidio Ortona

Il nome di Egidio Ortona forse ai più non dirà nulla a più di vent’anni dalla sua scomparsa. Forse perché ha vissuto gran parte della sua vita all’estero al servizio del suo Paese. Di certo è stato tra i diplomatici italiani più apprezzati e preparati per le sue grandi doti di intermediatore e alla vasta cultura acquisita nei diversi continenti. In oltre quarant’anni di attività diplomatica è stato testimone diretto dei principali avvenimenti della storia del secolo scorso e, dal dopoguerra, attento e capace interprete ed esecutore della politica estera italiana soprattutto negli Stati Uniti, dove ha trascorso gran parte della sua carriera.

Egidio Ortona nasce a Casale Monferrato il 16 settembre 1910. Si laurea giovanissimo in Giurisprudenza all’ateneo torinese con il massimo dei voti ed entra in carriera diplomatica nel 1932. Ricopre incarichi al Cairo e successivamente a Johannesburg, in Sud Africa, dove si reca appena sposato, per rimanervi fino al 1937. Viene quindi destinato all’ambasciata di Londra, dov’è richiesto dall’allora ambasciatore Dino Grandi. Dopo un periodo intenso, lascia Londra allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Bastianini lo quale suo capo segreteria a Zara, nel periodo in cui ricopre la funzione di Governatore della Dalmazia, chiedendogli poi di seguirlo con le stesse mansioni a Roma, quando viene nominato Sottosegretario agli Esteri con Mussolini Ministro. Ortona ha cosi modo di essere testimone delle vicende che hanno portato alla caduta del fascismo e alla stipulazione dell’armistizio. A questo periodo fa riferimento il libro di memorie Diplomazia di guerra. Diari 1937-1943.

Ortona con il segretario alla difesa statunitense Robert McNamara

Nel novembre 1944 Ortona viene inviato a Washington, assieme a Quinto Quintieri, Enrico Cuccia, Raffaele Mattioli e Mario Morelli, come membro della prima missione economica italiana negli Stati Uniti, prima ancora che vengano ripresi i rapporti diplomatici fra i due Paesi. Inizia quindi una nuova fase nella carriera di Ortona che lo vede sempre più coinvolto nelle relazioni fra Roma e Washington. La missione economica dovrebbe concludersi dopo pochi mesi, invece a Ortona viene richiesto di restare a Washington per contribuire, con la sua sempre più profonda conoscenza del Paese e la sua esperienza in materia economica, ad alimentare le relazioni fra le due nazioni. Ortona si dedica all’attuazione degli aiuti previsti dal piano Marshall guidando anche, per vari anni, la delegazione tecnica italiana. Mantenendo il collegamento fra l’ambasciata – quale consigliere per gli affari economici – e la delegazione, si trova al centro di problemi assai impegnativi che riguardavano soprattutto acquisti di materie prime e di materiali per il cui finanziamento si provvedeva con fondi che venivano elargiti dal governo americano.

Negli stessi anni Ortona, coadiuvato brillantemente dalla moglie Giulia, si dedica anche a iniziative di carattere culturale aiutato dalla sua conoscenza del mondo artistico e musicale e dalla sua esperienza di pianista. Tra l’altro, con l’aiuto e il consiglio prestato a Giancarlo Menotti, contribuisce alla fine degli Anni Cinquanta, al successo del Festival dei Due Mondi a Spoleto di cui Menotti è propulsore ed animatore. Ortona rimase presso l’ambasciata negli Stati Uniti per ben quindici anni (nell’ultimo periodo quale vicario dell’Ambasciatore), percorrendo i vari gradi della carriera fino alla nomina, nel 1958, di Rappresentante Italiano presso le Nazioni Unite a New York. In questo ultimo periodo, durato poco più di due anni, l’Italia fa parte del Consiglio di Sicurezza quale membro non permanente: Ortona ha modo così di partecipare intensamente alle attività societarie. In quegli anni vengono dibattuti temi quali la crisi del Laos e del Congo nonché la vertenza sull’Alto Adige.

Negli anni 1961-1967 Ortona è nominato direttore generale degli Affari Economici e poi segretario generale del ministero degli Affari esteri. A questi anni si riferisce il libro di memorie Gli anni della Farnesina, edito dall’ISPI. Infine nel 1967  ritorna negli Stati Uniti quale Ambasciatore d’Italia e vi rimane fino all’età della pensione nel 1975. Lasciata la carriera diplomatica, assume importanti incarichi nel mondo economico pubblico e privato sino alla sua morte avvenuta il 10 gennaio 1996. In particolare è stato Presidente della Honeywell per l’Italia, quindi dell’Aeritalia e della Confitarma, nonché Presidente dell’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) dal 1987 al 1993.

A Casale Monferrato, dove è sepolto, è stato dedicato a suo nome un giardino pubblico posto di fronte alla casa dove egli è nato ed ha vissuto fino all’adolescenza.

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