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Artigiano ucciso con dieci coltellate, è mistero fitto a Vercelli

VERCELLI. Rimane avvolto nel mistero l’omicidio di Antonello Bessi, l’artigiano vercellese titolare della “Cicli Sport”, accoltellato con una decina di coltellate in via Walter Manzone. Un uomo minuto, riservato e di poche parole, che trascorreva il tempo nel suo piccolo laboratorio aggiustando e rivendendo biciclette. E’ questo il profilo della vittima, 57 anni, titolare di una piccola bottega di riparazioni di Vercelli.

Bessi, molto conosciuto in città, aveva trasferito da pochi mesi la sua attività di riparazione biciclette in via Manzone.
Prima la sua bottega si trovava in via Paggi, nel semicentro della città, dove si rivolgevano molti vercellesi per riparazioni di biciclette d’epoca, pezzi di ricambio, o per l’acquisto di bici economiche. Gli anziani genitori gestiscono un’attività di vendita e manutenzione di bombole di gas in strada Boarone, a pochi chilometri dal capoluogo, sulla strada per Pavia. La vittima  viveva con loro, spostandosi durante il giorno nel suo garage-laboratorio per aggiustare e rivendere le biciclette. Tanti clienti si rivolgevano a lui per acquistarne a buon mercato. «Sovente – racconta un parente – non si faceva neanche pagare. Era un buono d’animo, non avrebbe fatto male a una mosca».

A trovare il corpo di Bessi in un lago di sangue, intorno a mezzogiorno di martedì 4, è stato un cliente, che ha subito dato l’allarme. Per il titolare della Cicli Sport però, non c’era ormai più nulla da fare.  L’artigiano era ormai morto. Al momento non c’è un identikit dell’aggressore o degli aggressori, né si conosce il movente del delitto: per tutto il giorno gli agenti della squadra Mobile hanno setacciato la zona alla ricerca dell’arma utilizzata per uccidere Bessi e di indizi utili, sequestrando vario materiale. Altri contributi potranno venire dagli esiti dell’autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni. Bessi era stato visto ancora nella mattina di martedì mentre spostava alcune biciclette, sulla strada che da Vercelli porta a Biella.

Sul posto, oltre alla polizia scientifica, è arrivato anche il medico legale e il sostituto procuratore Francesco Alvino, che ha perlustrato a lungo la scena del crimine. I poliziotti hanno analizzato a fondo la zona attorno alla casa e i cassonetti della spazzatura di via Manzone, alla ricerca di qualche indizio o dell’arma del delitto. Gli agenti hanno portato via diversi sacchi dell’immondizia. In zona, purtroppo, non ci sono molte telecamere che possano fornire indizi utili alla ricostruzione dell’accaduto: per questo gli agenti hanno interrogato vicini e titolari degli esercizi commerciali della zona. L’omicidio è avvenuto a pochi metri dal luogo di un altro delitto, avvenuto nell’aprile 2016: al termine di una lite, Cristina Carenzo aveva ucciso, di notte, la mamma di 81 anni, con cui viveva. La donna era stata condannata in primo grado a 16 anni di carcere.

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