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Dal libro di Sergio Donna, i difficili anni in Borgo San Paolo tra il 1922 e il 1945 (quarta parte)

Il ruolo delle fabbriche di Borgo San Paolo nella Resistenza: la battaglia finale

Pubblichiamo la quarta e ultima puntata di una serie di quattro articoli tratti da “Venti di guerra in Borgo San Paolo: dal Ventennio alla Liberazione” di Sergio Donna, un documento sullo stile di vita di un quartiere operaio torinese negli anni compresi tra il 1922 e la Liberazione. Il volume, di 40 pagine, è stato pubblicato in collaborazione con l’ANPI, Sezione Dante Di Nanni di Torino con il patrocinio di Ël Torèt – Monginevro Cultura, nell’imminenza dell’Ottantesimo anniversario dal coinvolgimento organizzato delle maestranze delle Fabbriche di Borgo San Paolo nella Lotta per la Resistenza e la Liberazione. Il libro vuole rievocare pagine di storia del territorio che ebbero un’eco e un’influenza determinante sull’intero Paese, e rendere omaggio a tutti coloro che lottarono per la Libertà, prima e dopo l’8 Settembre 1943, nelle fabbriche, nelle strade, e nelle valli piemontesi.

Così scrive nel suo libro Sergio Donna:

Il 25 Aprile del 1945, e ancor più nei giorni immediatamente seguenti, a Torino ed in Borgo San Paolo si svolge la battaglia finale della lotta per la Liberazione. Il 27 Aprile, durante l’insurrezione cittadina, i partigiani della III Brigata SAP “Giulio” salgono sui tetti della Westinghouse e, con la collaborazione delle maestranze, presidiano lo stabilimento. Poi decidono di condurre un’incursione alle Carceri Nuove per liberare i detenuti politici. Le schermaglie sulla Via Pier Carlo Boggio si protraggono dalle 7.30 del mattino alle 17.30: dalle torrette del carcere e dai tetti della Westinghouse si scambiano fitte e incrociate gragnole di proiettili, fino alla definitiva resa del comandante del Carcere, avvenuta alle ore 18.00. Tre giorni più tardi, la fabbrica “presidiata dalle SAP, integrate da elementi presi dalle maestranze, riprende regolarmente il lavoro”.

Gli operai della Viberti dal 26 Aprile presidiano la loro fabbrica, e sembra che detengano il controllo assoluto all’interno dello stabilimento. Ma il 27 Aprile gli Stabilimenti Viberti diventano lo scenario di violenti e tragici combattimenti. Attorno a mezzogiorno, davanti alla fabbrica di Corso Peschiera si posizionano tre carri armati tedeschi che iniziano a cannoneggiare lo stabilimento, nel cui interno sono arroccati gli operai, che rispondono al fuoco, utilizzando le poche armi e le munizioni che alcuni di loro hanno introdotto clandestinamente. Dopo circa tre ore di fuoco, i carri si allontanano, ma lasciano sul terreno tre vittime tra gli operai che presidiano la fabbrica. Verso sera, una formazione di circa 300 partigiani si unisce agli operai nella difesa della fabbrica e vi trascorre la notte.

Via Monginevro in una cartolina dell’epoca

Il 28 Aprile, anche la Viberti è finalmente libera, come molte altre fabbriche del quartiere, i   lavoratori hanno partecipato alle ultime cruciali e violente fasi della lotta per la Liberazione. Sono i lavoratori della SPA, della Meroni, della Lancia, della Westinghouse, della Nebiolo, della Viberti – appunto – della Bertone, della Pininfarina, della Materferro, e di tante altre fabbriche di Borgo San Paolo di ogni dimensione.

Tutti gli operai, gli impiegati e i dirigenti che hanno creduto e lottato per i valori libertari e democratici, si riversano festanti nei corsi e nelle principali vie del quartiere, per raggiungere Piazza Sabotino, dov’è prevista una grande adunata di popolo, per esultare alla libertà ritrovata. Al posto di quelle fabbriche ora sorgono palazzi e condomini, e persino alcune lapidi a ricordo dei caduti della Resistenza sono state rimosse e spesso non più riposizionate, e non si sa dove siano andate a finire. Ciò è triste, molto triste, perché si rischia di dimenticare la Storia e di annientare il ricordo di chi ha dato la vita per la Libertà.

Con l’approfondimento, e con un confronto obiettivo e senza pregiudizi politici, sarà più facile ricucire le ferite della storia e ricomporre le residue incrinature sociali che quegli anni turbolenti e torbidi hanno inevitabilmente comportato. Ma comunque sia, non potremmo costruire il nostro futuro, quale che sia il nostro destino, se perdessimo la memoria della nostra storia.

E la nostra storia, la nostra memoria, per noi che siamo nati in San Paolo, o che ci viviamo, da molti o da pochi anni, torinesi di nascita o di adozione, coincidono con la storia e la memoria di coloro che in questo quartiere hanno vissuto prima di noi, ispirati da principi di libertà e di giustizia sociale. Essere ‘sanpaolini’ è un motivo di fierezza, perché tutti sanno quanto la cultura di Borgo San Paolo abbia rappresentato nella vicenda storica di Torino e quanto sia stato pregnante il suo contributo per l’intero Paese”.

FINE

I link delle precedenti puntate: PRIMASECONDATERZA

Venti di Guerra in Borgo San Paolo – Dal Ventennio alla Liberazione
Ël Torèt-Monginevro Cultura – ANPI Sez. Dante di Nanni.
Per info e prenotazioni, scrivere a segreteria@monginevrocultura.net (tel. 011 0437207) oppure a libreriadonostia@gmail.com. Oppure consultare il sito: Libreria Donostia Di Vernero Rinaldo,
via Monginevro 85, Torino – 011 385 2559

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