Marco Raffaele e il rapporto simbiotico con la vetroresina
TORINO. La sensibilità per l’arte ed un percorso che definisco “di contemplazione dell’opera” sono due importanti caratteristiche dell’artista Marco Raffaele. Le prime realizzazioni artistiche che donano al pubblico la “percezione del talento”, rimandano al 1998 e in particolare alla street art, ed ivi emerge una capacità pittorica originale, rara. Lo studio e la ricerca di varie tecniche e materiali hanno portato alla nascita di un rapporto “simbiotico” con la vetroresina. Il medesimo artista così racconta: “attraverso la lavorazione con tale materiale, nasce una metamorfosi dallo stato liquido a quello solido, e proprio nella materia nasce una nuova dimensione”. In tale “limbo” ecco che prendono forma le sue splendide opere.
Marco Raffaele è stato protagonista da poco tempo e precisamente dalla fine di febbraio di un’importante esposizione personale a Catanzaro intitolata “Fiberglass Emotion” che ha riscontrato un grande successo di critica e di pubblico: “l’armanesimo” è evidente in alcune sue opere ed è presente una realizzazione talmente appassionata che appare piuttosto immediato immaginare la ricerca di una presenza di un’entità Superiore che guida la mano dell’artista.
La sua mostra personale sarà riproposta a breve a Torino e si noterà di certo il “viaggio dell’essenzialità artistica” che Raffaele desidera donare al fruitore. L’intensità e una vibrazione profonda sono creatrici di un linguaggio artistico ed espressivo che si dirige verso un inconscio creativo.