Il parco del Colle del Lys festeggia 15 anni di attività e tutela dell’ambiente
TORINO. Ricorrono in questi mesi i quindici anni dall’istituzione dei Parchi provinciali del Colle del Lys, del Monte San Giorgio, del Monte Tre Denti-Freidour, dello Stagno di Oulx e di Conca Cialancia. Per celebrare l’anniversario, la Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino sta organizzando una serie di eventi, che iniziano domenica 8 settembre alle 9 con due camminate sui percorsi della Resistenza.
L’escursione dai 1.319 metri del Colle del Lys ai 1.322 del Colle della Portia si svolge su di un percorso turistico di 4 Km e la conclusione è prevista per le 12. Un’altra escursione segue lo stesso percorso, ma prosegue verso il Colle Lunella e il Colle Grisoni, concludendosi al Colle del Lys alle 15, dopo aver percorso 13 Km e un dislivello di 430 metri. Le due camminate si svolgono sui sentieri utilizzati per i propri spostamenti dalla17ª Brigata Garibaldi “Felice Cima”, in particolare dal distaccamento “Riccardo Mondiglio” che, dal 1943 al 1945, fece del Colle la propria base. Al Colle della Portia è previsto un breve intervento informativo sulle vicende della Resistenza che interessarono il territorio a cavallo tra le Valli di Susa e di Viù. Alle 10.30 è in programma la posa di targhe dedicate alla memoria dei comandanti della 17ª Brigata Garibaldi, Vittorio Blandino e Mario Castagno. Alle 11 seguirà la presentazione del nuovo centro visite del Parco provinciale del Colle del Lys, realizzato nella sede dell’Ecomuseo della Resistenza “Carlo Mastri”. La nuova sede è stata ricavata grazie all’ampliamento e alla ristrutturazione dell’attuale fabbricato, in cui trovano posto nuovi e originali allestimenti espositivi, che valorizzano il concetto di resilienza, cioè la capacità di resistenza e sopravvivenza ad eventi sfavorevoli.
Al Colle del Lys la resilienza è stata dimostrata sia dagli uomini durante la Seconda Guerra Mondiale che dalla natura nel corso dei secoli. La ristrutturazione, l’ampliamento e il riallestimento del fabbricato che a suo tempo la Provincia aveva concesso in uso al Comitato della Resistenza sono stati progettati e realizzati in pochi mesi, grazie alla professionalità e all’impegno dei tecnici delle Direzioni Sistemi naturali e Azioni integrate con gli Enti locali. I locali ristrutturati ospitavano sino a pochi mesi fa un portico e un magazzino, mentre ora illustrano, grazie a una serie di pannelli e ad alcune teche con animali imbalsamati, le peculiarità storiche e naturalistiche del luogo. Domenica 8 settembre, in occasione dei 15 anni dall’istituzione del Parco, il centro visite si “espanderà” verso l’esterno, raccontando la sua biodiversità. Alle 15.30 è in programma uno spettacolo del gruppo musicale teatrale “B and B&B”, dedicato all’esperienza di Radio Libertà, l’unica radio civile partigiana della Resistenza italiana, attiva sulle montagne biellesi tra la fine del 1944 e il 25 aprile del 1945.
Un parco in via di rinaturalizzazione
Il Parco del Colle del Lys è nato nel 2004 per volontà dell’allora Provincia di Torino, oggi Città metropolitana. L’area attualmente gestita dall’Ente di area vasta si estende su di una superficie di 360 ettari a cavallo tra la Valle di Susa e la Valle di Viù, salendo dai 1000 metri di quota del santuario della Madonna della Bassa ai 1600 metri della cima del Monte Arpone. I terreni sono quasi totalmente di proprietà della Città metropolitana. Sino alla fine del 1800, il paesaggio mostrava un mosaico di elementi: campi terrazzati, coltivati a patate e segale, frutteti, distese di pascoli, boschi intensamente sfruttati per la produzione di legna e castagne, piccole baite abitate tutto l’anno. L’impronta umana era forte e tangibile e tutto era organizzato in funzione della sopravvivenza degli abitanti locali.
Oggi il Parco ha ripreso un aspetto più naturale: vaste pietraie si alternano a foreste di conifere, in particolare di larice e pino nero, nate dai rimboschimenti artificiali effettuati intorno al 1920 per contrastare l’eccessivo sfruttamento del passato. Il piano di gestione selvicolturale elaborato negli anni scorsi ha lo scopo di riportare il Parco alla vegetazione spontanea, in cui prevalevano un tempo le latifoglie, come il frassino, il tiglio e l’acero. Nel sottobosco crescono già oggi spontaneamente giovani faggi, aceri di monte, frassini, sorbi e maggiociondoli, specie tipiche di queste quote, che saranno favorite dagli interventi di gestione che il Parco porterà avanti nei prossimi anni.
Le radure, un tempo più ampie e pascolate, tendono a sparire, poiché colonizzate da nuovi cespugli e piccoli alberi. In primavera mostrano belle fioriture di genziane, gigli e orchidee e rappresentano un ambiente importante per le parate nuziali dei galli forcelli e per la riproduzione di una miriade di insetti, fra cui splendide farfalle. Il Colle intercetta un’importante rotta migratoria utilizzata nei periodi di passo dagli uccelli, in particolare dai rapaci, per spostarsi da Nord a Sud e viceversa. Di particolare interesse l’aspetto geologico, per la presenza delle rocce peridotiti del Massiccio ultrabasico di Lanzo, che nel giro di alcuni milioni di anni hanno costituito le pietraie che caratterizzano il paesaggio e ricoprono i pendii, dando vita a un panorama unico al mondo.
L’area protetta è segnata da un’antica rete di sentieri e di mulattiere, una volta utilizzata per gli spostamenti quotidiani da una frazione all’altra e divenuta strategica per le azioni di resistenza al nazifascismo della 17ª Brigata Garibaldi “Felice Cima” che, dal 1943 al 1945, fece del Colle la propria base. La Resistenza e il feroce rastrellamento nazifascista del 2 luglio 1944, nel corso del quale morirono ventisei giovani partigiani della Brigata “Felice Cima”, sono rievocati dalla torre del piazzale del colle, dal giardino della Resistenza e della pace tra i popoli, dalla lapide sulla fossa comune, da numerose bacheche, ma soprattutto da Eurolys, manifestazione animata da migliaia di giovani che ogni anno si incontrano al Colle per ragionare sulla libertà, sulla democrazia, sulle dittature, sulle nuove identità culturali, sui valori della cittadinanza europea e d’ora in poi, grazie al nuovo centro visite del Parco, anche sull’importanza della biodiversità e della tutela della natura per garantire la sopravvivenza umana.