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Nati il 18 marzo: Alessandro Cruto cui si deve l’invenzione della lampada a incandescenza

Alessandro Cruto nasce a Piossasco (To) il 18 marzo 1847. Figlio di un modesto capomastro, si iscrive ad una scuola di architettura, seguendo nel contempo le lezioni di Fisica sperimentale e di Chimica presso la Regia Università di Torino, perseguendo il sogno di cristallizzare il carbonio per ottenere diamanti. Costretto dalle ristrettezze economiche della famiglia, segue il padre nel lavoro edile svolgendo il ruolo di capomastro, ma non rinuncia ai suoi studi e riesce anche ad aprire un laboratorio nel paese natale nel 1872, dove effettua test di produzione di carbonio puro dall’etilene in fase gassosa (risultato che raggiunse nel 1874 nella forma di sottili guaine di grafite, sebbene il suo scopo iniziale sia quello di riuscire ad ottenere dei diamanti).

Dopo aver assistito ad una serie di conferenze tenute da Galileo Ferraris sui progressi dell’elettrotecnica e sugli esperimenti compiuti da Thomas Edison, tesi alla ricerca di un filamento adatto per la sua lampada elettrica, inventa con pochi mezzi un filamento di grafite adatto per le lampade elettriche ad incandescenza con un coefficiente di resistività positivo (che aumenta, cioè, con l’aumento della temperatura). Cruto intuisce che la sua scoperta potrebbe essere utilizzata per i filamenti delle lampadine elettriche in sostituzione di quelle in bambù carbonizzato.

Con l’autorizzazione del professor Andrea Naccari, Cruto sperimenta nel 1880 la sua invenzione nel laboratorio di fisica dell’Università di Torino. Raggiunge l’obiettivo di produrre una lampadina funzionante il 4 marzo 1880, cinque mesi dopo Edison, cui è riconosciuta l’invenzione della lampada ad incandescenza, sebbene allo scienziato statunitense sarebbero occorsi poi altri otto anni per ottenere un prodotto commercialmente valido. Pochi anni dopo, nel 1884, lo stesso Galileo Ferraris illuminarà i padiglioni dell’Esposizione Industriale di Torino con le lampadine di Cruto, anche perché la lampadina dell’inventore di Piossasco dispone di un filamento migliore rispetto a quello che arriva d’Oltreoceano: fa luce per 500 ore contro le 40 ore della lampadina di Edison.

Nel 1882 partecipa all’Esposizione di Elettricità a Monaco di Baviera dove riscosse un enorme successo per la sua lampadina. Tre anni dopo, aiutato dalla nascente borghesia industriale piemontese, fonda un vero e proprio stabilimento industriale ad Alpignano sulle rive della Dora che tutt’ora ospita la sede dell’Ecomuseo Sogno di luce. In pochi anni la fabbrica arriva a 26 dipendenti, producendo mille lampadine al giorno, esportate in tutto il mondo, Stati Uniti compresi. Per realizzare bulbi migliori Cruto recluta i soffiatori di Burano e brevetta persino una lampadina dal filamento removibile, un esempio di industria attenta agli sprechi e lontanissima dell’imperante usa e getta di oggi. Cruto dirige la sua fabbrica fino al 1889, anno in cui l’azienda viene assorbita dalla Philips. Ritiratosi a vita privata, muore il 15 dicembre 1908 e da quel momento il suo nome e la sua impresa scivolano lentamente nell’oblio.

Soltanto a distanza di molti decenni il suo lavoro verrà riconosciuto a livello accademico e istituzionale. Oggi, l’Ecomuseo di Alpignano, intitolato allo scienziato, conserva diversi oggetti relativi ai suoi esperimenti. La Città di Torino gli ha intitolato una via nel quartiere Barriera di Milano. Gli è stata intitolata la scuola media di Piossasco, suo paese natale e gli sono state intitolate una via ad Orbassano, davanti alla scuola media “Leonardo da Vinci”, una via ad Alpignano, dove impiantò la sua fabbrica di lampadine, una via a Roma nel quartiere Portuense, vicino al Lungotevere degli Inventori, ed un’altra ancora a Pisa, nel quartiere Porta a mare.

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