ENOGASTRONOMIA

Monterosso Grana, una festa dedicata alla Madonna nel segno degli gnocchi al Castelmagno

MONTEROSSO GRANA. E’ sicuramente uno degli appuntamenti enogastronomici più interessanti ed originali di questo primo scorcio di dicembre quello organizzato a Monterosso Grana, piccolo centro di appena 500 anime della Val Grana, in provincia di Cuneo, sabato 8.  Si tratta del Cuiette day, il giorno degli gnocchi, un evento che darà la possibilità di assaggiare i tipici prodotti realizzati con le straordinarie patate di questa zona e conditi con il formaggio Castelmagno di Monterosso Grana.  La manifestazione gastronomica è dedicata alla storica ricorrenza della Madona dle Cuiette, che veniva organizzata sin dai tempi più antichi a Monterosso, così come in altre località di montagna del Cuneese.

Ciuette day è organizzato dall’associazione di promozione, valorizzazione e tutela dell’antica patata Piatlina e della patata Ciarda delle Valli Occitane e dall’associazione ristoratori della Valle Grana, con il patrocinio dell’Unione Montana Valle Grana. Oltre agli gnocchi al Castelmagno saranno proposte anche altre squisite tipicità della zona e  i buongustai potranno godere del menù convenzionato a 15 euro.

Monterosso Grana è celebre per aver dato i natali alla condutrice televisva Elisa Isoardi, ma soprattutto per la produzione di patate di grande qualità. Due quelle che vengono prodotte in zona: la patata Piatlina e la patata Ciarda. La prima è ottima bollita e indicatissima per la produzione di patate fritte, purè, minestre e altre specialità La polpa della patata Piatlina è bianchissima come la neve e a un gusto sublime, questa patata locale è una varietà molto antica e per lungo tempo ha rischiato di sparire. Solo la passione di alcuni produttori ha reso possibile una nuova coltivazione. La patata Ciarda, invece, è origina dalla varietà Desirèe ed era già coltivata nelle valli occitane negli anni ‘70 del secolo scorso. Il nome deriva dal colore rosso della sua buccia e perché non si concede facilmente al palato, ciarda, nel linguaggio montanaro piemontese, significa anche monella, dispettosa. Infatti, dopo la raccolta, ha bisogno di un periodo di almeno tre mesi per maturare o stagionare per poi rilasciare tutta la sua inimitabile bontà.

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