Economia

Antiche botteghe torinesi: l’irresistibile fascino della Latteria Bera di via San Tommaso

…Se për asar it intre a fé la spèisa,

’t sente arsoné la lenga piemontèisa:

“Bondì lë sgnor”… “Cerea madamin!”

“Vorìa ses euv, doi etto dë strachin”…

TORINO. Ho avuto il piacere di dedicare una mia poesia (di cui riporto qui sopra gli ultimi versi) alla sig.ra Marta Bera, pochi mesi prima che volasse in cielo. Marta era una delle fondatrici, con le sorelle Ròmola e Bruna, dell’Antica Latteria Bera, di via San Tommaso 13, a Torino, nel cuore del Quadrilatero Romano. Ricordo la gioia con la quale, dietro al banco, ascoltava e gustava le mie parole, mentre le leggevo i miei versi in lingua piemontese: era estasiata, ed i suoi occhi vividi di splendida ottuagenaria, emanavano la stessa luce della sua lontana gioventù. Era commossa, ma io ero più commosso di lei, e conserverò per sempre nel cuore quel suo solare sorriso.

Delle tre sorelle fondatrici, l’ultima a lasciare il timone della bottega è stata madama Ròmola, che coadiuvata dalla figlia Bruna – per quasi sessant’anni – ha servito dietro al banco del suo negozio miriadi di clienti e di gourmet dal palato esigente, con quel garbo piemontese di cui oggi, persino in molti tradizionali negozi di vicinato, rimane pressoché solo un vago ricordo. Qui, per decenni, aleggiava la lingua piemontese: gli avventori si scambiavano i “cerea”, assaporavano assaggi di formaggi, si gustava il profumo delle più genuine paste ’d melia e del cioccolato d’autore, e si percepiva l’aroma di farina di grano spolverata sui grissini robatà. Ma – soprattutto – si respirava l’inconfondibile profumo delle latterie d’antan, con quella tipica e avvolgente miscela di essenze odorose che sanno di latte e di panna montata.

Ma non temete. Al di là del rimpianto e del ricordo delle persone che ci lasciano, qui tutto continua, come prima, e persino meglio di prima. Secondo un vecchio adagio, i nonni fondano le aziende, i figli le rendono floride, i nipoti le lasciano morire. Niente affatto. Sarà che qui ci son sempre e solo state delle tenaci donne al timone, ma nella fattispecie del caso, dobbiamo smentire il proverbio. L’Antica Latteria Bera è ora gestita, con la stessa professionalità ed esperienza di mamma, nonne e zie, e con evidente e rinnovato fervore, dall’esponente della terza generazione dell’azienda. Sto parlando della graziosa e competente Chiara Franzoso, figlia di Bruna e nipote di Ròmola, giovane titolare della bottega, coadiuvata da mamma Bruna (che rappresenta l’anello della continuità e della tradizione) e dalla solare Evelin Rinaldi, che da anni collabora in negozio.

Chiara è davvero la garante ideale della continuità di quel modo tipicamente subalpino di gestire la bottega: «Il futuro ha il gusto della tradizione – afferma con convinzione e con un dolce sorriso la giovane imprenditrice -. In questo negozio, come sempre, selezioniamo, raccontiamo, facciamo degustare i prodotti tipici tradizionali del Piemonte (ma anche di altre regioni italiane). Siamo consapevoli del valore delle nostre tradizioni: nella nostra bottega valorizziamo i prodotti del territorio anche attraverso una narrazione visiva e verbale. Passano le generazioni, ma la nostra passione e il nostro impegno nel mantenere intatte le tradizioni e il piacere di conservare nel tempo un rapporto diretto e personale con ogni nostro singolo cliente sono rimasti quelli che – come un imprinting indelebile – mi hanno trasmesso nonna Ròmola, mamma Bruna e le mie indimenticate e care prozie».

Chiara Franzoso

Chiara prosegue il suo racconto, e intanto mi indica i prodotti esposti nel banco-frigo e sugli scaffali: salumi, salse, grissini robatà d’autore, torte artigianali alla nocciola, torcèt della Val di Susa, cioccolato d’atelier di altissima qualità, ed io l’ascolto, incantato dal suo entusiasmo e dal suo femminile garbo torinese. Ma la Latteria Bera è rimasta, soprattutto, una delle ultime autentiche “latterie” della città, dove – oltre a decine di varietà di formaggi irresistibili – si può trovare ancora il burro artigianale di una volta e le uova di giornata di ruspanti galline da cortile.

E voglio finire con una chicca: andate da Bera anche soltanto per gustare una ciotola di freschissima panna montata da asporto. La potrete consumare passeggiando lentamente per l’antica Contrada dei Guardinfanti (così era chiamata un tempo la Via San Tommaso) e per le intriganti vie limitrofe del Quadrilatero. Il suo gusto sublime accarezzerà piacevolmente il vostro palato, e non la dimenticherete più.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio